– 3 dicembre 2009, cultura.inabruzzo.it, postato in: Culturalia
Nel 2009 l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano visitò a Roma, nei sotterranei della sede della Provincia, a Palazzo Valentini, gli importanti ritrovamenti archeologici collegati con l’adiacente zona traianea: due Domus romane e le Piccole terme di Traiano, riportate all’originario splendore da una spettacolare tecnologia multimediale che fa rivivere i reperti. Ricordiamo oggi quell’evento, ripubblicando l’articolo che uscì nella circostanza, nel sito cultura.inabruzzo.it, in omaggio a Piero Angela, ldeatore e realizzatore – con Paco Lanciano per la parte più strettamente tecnica – del suggestivo “restauro” virtuale delle Domus romane con la sua voce narrante all’insegna del rigore storico e scientifico unito all’esemplare chiarezza espositiva alla portata di tutti. Alle Domus romane di Palazzo Valentini seguì il Foro romano, ed ecco come la Soprintendenza capitolina ai beni culturali presenta il Foro di Augusto e il Foro di Cesare: “1° giugno- 22 ottobre 2022. Viaggio nell’antica Roma. Foro di Augusto e Foro di Cesare, a cura di Piero Angela e Paco Lanciano”. Questa presenza immanente – che continuerà a farlo sentire vivo e partecipe – si aggiunge alla memoria della inesausta missione culturale della sua vita – diecine di trasmissioni televisive di scienza e cultura, 11 lauree honoris causa, una quarantina di libri – facendolo entrare di dieitto nel Pantheon degli italiani illustri cui tutti siamo debitori e riconoscenti..
“Tra le sbarre la luce” era lo spettacolo del “Festival della spiritualità” organizzato dall’Eti prima della scorsa festività pasquale; questa volta prima delle festività natalizie, nella bella mattinata del 3 dicembre 2009, abbiamo avuto “tra i ruderi la luce”, organizzato dalla Provincia di Roma, con uno spettatore d’eccezione, il capo dello Stato Giorgio Napolitano, accompagnato dal presidente Nicola Zingaretti e dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro. Perché di questo si è trattato: la luce che a Pasqua filtrava nell’ex riformatorio oggi entrava nei sotterranei di Palazzo Valentini, senza rompere la penombra che li avvolge, creando immagini non con la fantasia ma con la cultura e la tecnologia, un binomio mai così appropriato. E il merito è soprattutto di Piero Angela.
I ruderi riprendono vita
Sono stati ricostruiti ambienti e strutture, in una realtà virtuale che si è sovrapporta alla realtà fattuale senza sovrastarla né profanarla ma completandola per farle recuperare la forma originaria. E’ come se a un mutilato fossero tornati gli arti mancanti o, se si preferisce, come se la macchina del tempo avesse riportato ai fasti originari.
Non è sembrata eccessiva, in questo contesto, la definizione del presidente Zingaretti di “giornata storica”, che ha riferito soprattutto alla prima visita di Napolitano alla sede provinciale; storica anche perché, ha detto, vissuta “all’insegna della cultura in un luogo unico al mondo per l’incontro tra l’archeologia e la modernità, tra i reperti di una storia antica e la tecnologia”.
E’ un incontro che avviene all’insegna della luce in un sistema multimediale ideato e realizzato – con il fondamentale ausilio di Paco Lanciano – da Piero Angela, che ha così spiegato la sua idea: “Mi sono messo dalla parte del pubblico, cioè di me stesso, per capire quello che si vorrebbe vedere in uno scavo: si desidera entrarci dentro, rivivere l’atmosfera, lo spirito di allora; così ho cercato di ridargli vita”.
Non serve fornire particolari tecnici, i diciotto computer con un calcolatore centrale danno un’idea della complessità dell’operazione, alla base della quale c’è un livello culturale particolarmente elevato, per ricostruire virtualmente strutture di cui poco è rimasto, ma quanto basta per consentire il trapianto di immaginazione e di vita che si è riusciti a compiere. Il “computer graphic” ha fatto il miracolo, ma in quanto alimentato da una ricerca approfondita su tutto quanto la cultura può “raccontare” di un periodo così lontano ma altrettanto vicino per lo studioso.
Rigore storico e vicinanza alla gente, secondo lo stile di Angela: lo ha riassunto dicendo che si pone “nel rigore dei contenuti dalla parte degli esperti, nel linguaggio semplice e accessibile dalla parte del pubblico”. E’ una lezione che dovrebbe essere fatta propria dal giornalismo culturale, noi ci crediamo da sempre.
L’altro ingrediente è stata la passione che da Piero Angela a Paco Lanciano ha contagiato le maestranze; lavorare due piani sottoterra rispettando le preesistenze nel difficile compito di trapiantarvi la tecnologia senza lasciarne traccia non è stato semplice. Un lavoro concluso alle due della scorsa notte con la revisione finale di Piero Angela che ha dato il suo “nulla osta” ed è andato a casa; non prima di aver detto, lo ha rivelato simpaticamente Paco Luciani, “avrei un’ultima idea…”. Stamane la sorpresa per lo stesso Angela, nella notte anche l’”ultima idea” realizzata, per Paco Luciani e i suoi tecnici notte bianca “underground”.
Questo tocco di umanità rende appieno lo spirito della realizzazione, lo sforzo appassionato di ridare vita alle “anime morte” – vogliamo ricordare il grande innamorato di Roma e delle sue antichità, il Gogol del bicentenario – ricreando colonne e pavimenti, ambulacri e cortili, arredamenti e suppellettili. Il rosso pompeiano e il blu intenso danno alle abitazioni il calore e l’eleganza di uno spazio vissuto.
Aiutano le musiche sullo sfondo e i suoni evocativi da altoparlanti “a pioggia”, tali da diffondere il suono in modo omogeneo e suggestivo; e non si è trattato certo dei “suoni e luci” del consumismo turistico, ma un qualcosa di molto discreto, rispettoso dei reperti muti ai quali doveva dare voce, missione compiuta.
La visita ai sotterranei di Palazzo Valentini
Abbiamo finora parlato in termini piuttosto generali della ricostruzione virtuale di ambienti e strutture abitative e urbanistiche. Il tutto realizzato senza interferire minimamente sulle preesistenze archeologiche, nulla appare alla vista delle apparecchiature e nulla è stato manomesso per collocarle. Non serviva neppure fare questa precisazione, tale è stato l’amore e la passione per l’antichità che si è sentita vibrare; come nella parole di Angela è apparsa la fiducia nella tecnologia, ma anche l’ansia del tutto umana per l’affidabilità delle “macchine”, quasi si trattasse dei primi voli spaziali che lui stesso ebbe a descrivere.
Ma cosa si vede, dunque, nei sotterranei di Palazzo Valentini? Ruderi in diverso stadio di conservazione, muri e arcate, mozziconi di colonne e pavimenti, vasche e suppellettili . Si passa sopra a grandi lastre di vetro di grande spessore che consentono la vista completa dei ritrovamenti, in altri casi si può vedere l’ambiente ricavato nelle tipiche murature romane da dietro una sottile ringhiera.
I pavimenti rinvenuti sono di fattura elegante, con materiali pregiati dal porfido al giallo antico, dal serpentino all’africano; due i tipi principali: uno del tutto inconsueto, rispetto alla note pavimentazioni in piccole tessere quadrate, con dei cerchi e losanghe verde-azzurro, larghe porzioni che è stato semplice completare virtualmente; l’altro più familiare, con tessere geometriche di triangoli e quadrati. E’ il reperto che ha colpito di più, insieme alle due arcate e alla balaustra, alle grandi vasche e agli ambulacri, ai due livelli uniti da un’ampia scalinata.
Un insieme di ingredienti di base che dagli esperti cuochi tecnologici vengono trasformati in cibi sopraffini dalle ricette luminose e sonore. Si materializza, è il caso di dire bisticciando con il prodotto virtuale, l’abitazione e l’ambiente urbano, torna la vita, si vede anche passare una tunica granata, sembra che stia rincasando ed è stata sorpresa dagli inattesi visitatori. Prodigio della tecnica e anche miracolo della cultura. Il formarsi virtuale degli ambienti con le linee luminose tracciate dinanzi al visitatore fa pensare a un architetto che disegna i progetti, per forza di cose romano, chissà quale divinità gli ha dato questo potere!
Il valore storico e archeologico
Siamo giunti così a quello che in genere precede, le spiegazioni colte fornite come premessa, noi abbiamo voluto posporle alle emozioni provare per uno spettacolo intriso di cultura ma offerto con semplicità. Identifichiamo meglio l’ubicazione degli scavi archeologici “underground” che abbiamo visitato. Sono venuti alla ribalta in una Roma e in una zona ricca di antichità, ma non può non fare notizia un’area di 1.800 metri quadrati, dove le tessere policrome dei pavimenti sono almeno 500.000; il tutto collocabile tra il secondo e il quarto secolo dopo Cristo.
E se non basta a marcarne il valore, aggiungiamo che può essere meglio percepito considerando che fa parte di una zona esclusiva adiacente al foro di Traiano al quale si accede direttamente per un percorso ancora da decifrare; zona definita “City senatoria” dalle abitazioni di senatori e dignitari, il cui ceto qualifica l’eleganza della ricostruzione virtuale alla quale abbiamo assistito.
L’area traianea che oltre al foro comprende la Colonna Traiana, si arricchisce delle due Domus romane di cui abbiamo parlato e delle Piccole Terme di Traiano, area di terme con vasche per l’acqua calda, sistemi di tubazioni per convogliarla e collegamenti tra la zona riscaldata e quella fredda.
Nella visita odierna si sono visti i due successivi ritrovamenti, mettendo in primo piano quelli più recenti scaturiti dalla seconda fase di indagini archeologiche iniziate nel vicinissimo marzo 2009, che hanno dato gli importanti risultati evidenti, lo citiamo tra tutti, nel grande “frigidarium” che doveva avere una volta a botte. Appartiene alle ultime scoperte anche il pavimento più pregiato, con un piano superiore dove si trova l’altro pavimento in “opus sectile” di 40 metri quadrati, con decorazioni floreali e geometriche.
La prima fase, svolta tra il 2005 e il 2007 aveva fatto venire alla luce, per così dire, diversi locali fatti di terme e porticati, in una teoria di ambienti dove molti interventi sono stati operati nelle diverse epoche storiche, per cui rappresentano un testimonianza della variabilità degli stili e delle destinazioni.
C’è stata, anzi, una scoperta nella scoperta: proprio questi rifacimenti hanno prodotto una grande quantità di materiale scartato e lasciato tra i detriti forse per recuperarlo in un secondo tempo; che finalmente è venuto anche se dopo molti secoli rispetto alle intenzioni di coloro che vi avevano lavorato. “Quasi due millenni di interventi – è stato detto nell’illustrare le scoperte – e una miniera di tesori che vanno componendo il profilo di un quartiere residenziale, con ville, piscine, terme, palazzi pubblici, abitato ininterrottamente dall’antichità ai giorni nostri, con un’unica importante cesura, in età tardo romana, per uno spaventoso incendio”.
La ricostruzione virtuale non ha mancato di rappresentarlo, lingue di luce si sono levate nel sotterraneo, ci hanno ricordato i rossi bagliori dell’incendio anch’esso virtuale del castello Aragonese di Ponza nella festa di sant’Anna del 26 luglio; sotterraneo o aereo l’incendio virtuale fa spettacolo.
L’occasione di conoscere Palazzo Valentini
Questo è quanto si può vedere nel visitare un sito archeologico che è anche laboratorio di modernità dal 4 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010; occorre prenotarsi (telefonando al +39 06.32810), vi si accede dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, il sabato e le vigilie delle festività fino alle 13, domenica e giorni festivi chiuso. Soltanto in questo periodo c’è l’apertura completa degli scavi, dopo il successo avuto nell’apertura dei precedenti ritrovamenti, che hanno attirato moltissimi visitatori stranieri previa diligente prenotazione.
Si ha anche l’occasione di conoscere Palazzo Valentini, accolti dalle due grandi statue moderne di Ghia, Enea e di Europa nel largo antistante e da busti romani nel cortile, da Afrodite a Caracalla, un antipasto succulento. E’ un edificio cinquecentesco, sede della Provincia dal 1873, ha preso il nome dall’ultimo proprietario, un banchiere prussiano che lo acquistò nel 1827 e ci mise la sua collezione di quadri.
Potrebbe anche chiamarsi con il nome dei diversi cardinali che ne sono stati proprietari a loro volta, a cominciare dal cardinale Michele Bonelli il committente la costruzione nel 1585, o del successivo proprietario, il cardinale Renato Imperiali, che ne fece demolire e ricostruire una parte e vi portò la biblioteca di famiglia di 24.000 volumi; o infine del cardinale Giuseppe Spinelli che lo acquistò nel 1752. Lo hanno frequentato illustri musicisti del calibro di Friedrich Handel, Alessandro Scarlatti e Arcangelo Corelli, ospitati dal marchese Francesco Maria Ruspoli che ne era affittuario e vi aveva allestito un teatro privato.
Grandi nomi, un percorso di cultura e di vicende importanti. Come si vede la storia del palazzo non si ferma all’antichità che ha scoperto di avere nelle viscere del sottosuolo. Ma è proseguita nel tempo, cosa che ne accresce il fascino oltre che l’importanza culturale. E poi nelle adiacenze vi sono i Fori, anzi sono comunicanti attraverso un tunnel scavato in epoca moderna per sicurezza, che ha ripercorso un itinerario antico, e vicinissimi Vittoriano e Colosseo, il cuore di Roma, vale a dire il massimo. Vale la pena conoscerlo.
6 Comments
- Roberto Iodice
Postato gennaio 22, 2010 alle 10:17 AM
Ho avuto la fortuna di visitare i sotterranei di Palazzo Valentini e ammetto che non sarei mai riuscito a descrivere quest’esperienza unica, con le parole lette in questo articolo. Tuttavia l’emozione e la sorpesa che si prova scendendo nella “Storia” in modo così partecipe e non distaccato come avviene di frequente, è difficile da spiegare. La luce completa forme e ambienti rendendoli comprensibili, si riesce a vedere la piscina (con l’acqua) i mosaici si rigenerano lentamente nelle loro parti mancanti e tutto diventa “reale”. Chi ancora guarda con sospetto la tecnologia dovrebbe vedere questo nuovo modo di utilizzarla, perché aggiunge al piacere della scoperta di un’opera del passato la suggestione della “macchina del tempo” descritta nell’articolo. E’ vero non è gratis, costa 6 euro per un’ora abbondante di visita, meno della metà di 20 minuti sulla torre di Pisa e di tanti altri musei dove è difficile orientarsi senza una guida e dove si è obbligati a lunghe file d’attesa.
- Marco
Postato dicembre 17, 2009 alle 3:26 PM
Critica inutile e non costruttiva…
pagare equivale a sicurezza di essere presenti e quindi non lasciare posti vuoti a discapito di chi in realtà voleva essere presente veramente.
Non succede in nessun museo al mondo??!?!?!?!?!……
qui non siamo nel mondo, qui siamo a Roma che nella sua unicità deve essere valorizzata e pubblicizzata nella giusta maniera, quello che il visitare osserva passeggiando per la città eterna o indagando il sottosuolo non può farlo da nessuna altra parte.
- Nicola Maddalena
Postato dicembre 9, 2009 alle 8:16 PM
posso alzare una voce critica in questo coro di lodi che ha accolto la vs iniziativa ?
Se volevate scoraggiare tanta gente dall’andare a visitare il sito delle nuove scoperte archeologiche a palazzo Valentini, ci siete riusciti perfettamente.
Capisco l’esigenza di organizzare le visite e fissare le prenotazioni, ma che addirittura si debba pagare – condizione sine qua non- in anticipo e con carta di credito al momento della prenotazione telefonica non accade in nessuna museo al mondo.
- Romano Maria Levante
Postato dicembre 5, 2009 alle 7:34 PM
Caro Sig. Sandro,
sento di rivolgermi confidenzialmente a lei, pur non conoscendola, trovando nelle sue parole la passione unita alla competenza di cui hanno parlato Piero Angela e Paco Luciani; qualità che fanno provare verso chi le esprime familiarità e simpatia, perché ci fa il regalo di presentarci valori antichi sempre più rari.
Le sono grato dell’apprezzamento e soprattutto della disponibilità a raccontarmi la storia della realizzazione negli aspetti tecnici, di cui ha anticipato qualche elemento, e nella sostanza umana di cui ho ricordato l’episodio finale: l’“ultima idea…” alle due dopo la mezzanotte di Piero Angela, puntualmente realizzata al mattino con l’intera notte in bianco. Chissà quanti altri episodi, come chissà quali particolari tecnici!
Saranno ritenuti molto interessanti non solo dagli appassionati ma anche dagli operatori del settore – espositivo, museale e oltre – che potranno trovarvi idee e ispirazioni per l’opera di rivitalizzazione di esposizioni e mostre di cui si avverte la necessità al fine di ridare vita a reperti altrimenti freddi e distanti dalla gente.
E’ un vero servizio pubblico quello che potremo rendere nel raccontare fatti così significativi ai nostri lettori, i quali sanno come ci battiamo per questo rinnovamento avendolo richiesto più volte apertamente.
Spero, quindi, di incontrarla quando vorrà, magari in una nuova visita da fare insieme alle Domus romanae nei sotterranei di Palazzo Valentini, dove potrà raccontare come si crea e si sviluppa la magia della ricostruzione virtuale.
Una favola moderna, dove la tecnica diventa poesia.
Cordiali saluti e a presto.
Romano Maria Levante
- Sandro Casponi
Postato dicembre 4, 2009 alle 11:22 PM
Egr. Sig. Levante,
ho letto il suo articolo su “Abruzzo Cultura” e mi è molto piaciuto.
Sono il tecnico informatico che ha realizzato il sistema di automazione, hardware e software, i diciotto computer ed il calcolatore centrale di cui lei parla, che gestisce l’automazione del museo.
Se le interessa, potrei fornirle dettagli tecnici per scrivere un articolo per gli appassionati del settore.
In anteprima le dico che il tutto si basa su software cosiddetto “open source”, Linux in particolare, come tra l’altro indicato nella direttiva del Ministro Stanca per le pubbliche amministrazioni.
Cordiali saluti
- Lino Bordin
Postato dicembre 4, 2009 alle 7:56 PM
Estremamente interessante. Sono curioso di vederlo al più presto!
Foto
Nell’articolo pubblicato il 3 dicembre 2009 vi erano alcune immagini riprese in loco dall’autore, andate perse nel trasferimento dell’articolo da un sito a un altro. In questa ripubblicazione abbiamo inserito nuove immagini tratte da siti di dominio pubblico, si ringraziano i titolari per l’opportunità offerta, precisando che l’inserimento non ha alcuna finalità di natura commerciale, economica o pubblicitaria ma solo illustrativa, e qualora non sia gradita la pubblicazione di qualcuna delle immagini inserite si provvederà a rimuoverla su semplice richiesta. I siti sono i seguenti, in ordine di inserimento delle immagini: solonotizie24.it, artmagazine.it, capware,it, itineroma.it, palazzovalentini.it dalla 5^ all’11^, passaggilenti.it, romacorriere.it, roma.impero.com la 14^ e la 15^, sorienogastronomiche.it, turismoroma.it, passaggilenti,it Grazie ancora ai titolari dei siti sopra citati..