di Romano Maria Levante
Nella galleria romana RvB Arts di via delle Zoccolette, Michele von Buren e l’Artigianato Valligiano presentano, dal 10 ottobre al 23 novembre 2013, la mostra di Lucianella Cafagna, “Qualcosa di importante”, quadri a olio o a grafite su carta – oltre ad alcune piccole sculture – che ritraggono l’infanzia nei suoi momenti ludici e riflessivi, nella solitudine e nei primi timidi contatti. Sembra di cogliere, nell’attenzione dell’artista e nella sua persistenza sul tema, l’ascolto di quanto di autentico si può percepire nel mondo dell’innocenza dove è possibile trovare momenti di verità.
La sfida di Accessible Art
Nella galleria RvB Arts prosegue incessante l’itinerario di “Accessible Art”, una sfida artistica e culturale, con risvolti sociali, che merita di essere seguita e incoraggiata per il valore che può avere nella diffusione dell’arte al di fuori dei confini tradizionali. Perché il suo intento è farla entrare nelle case, farne un elemento familiare che si inserisce nell’arredamento degli ambienti, e non è poco.
A tal fine due sono i requisiti rispettati nelle sue mostre-mercato in cui sono esposte le opere di una scuderia di artisti contemporanei, giovani o affermati: l’accessibilità economica e la praticabilità domestica. Il primo requisito fa sì che, dati i prezzi contenuti, l’acquisto divenga investimento produttivo piuttosto che spesa a fondo perduto; il secondo requisito fa sì che non ci si trovi dinanzi a un’arte contemporanea trasgressiva o invasiva da non poter avere posto nelle normali abitazioni.
La scuderia di artisti è nutrita, sono una trentina circa, di cui 20 pittori e scultori, 10 fotografi, le mostre che ne propongono le opere sono frequenti, dal maggio dello scorso anno ne abbiamo contate, e regolarmente commentate, altre sei, collettive e personali. Si svolgono in un ambiente che non è quello spesso freddo e impersonale di molti spazi espositivi; ma una galleria dove i mobili di antiquariato, anch’essi economicamente accessibili, rendono il calore del clima familiare e mostrano visivamente come le opere presentate possano inserirsi nell’arredamento domestico. Ci può essere l’accoppiata di mobile e quadro in sede di acquisto, possibilità anche questa interessante.
Nelle parole di Michele von Buren, appassionata curatrice e animatrice della mostra e di “Accessible Art”, tutto questo si riassume in poche parole: le opere presentate sono “comprensibili e hanno la vocazione ad integrarsi come complemento scenografico d’arredo”, così è possibile “far superare la diffidenza che l’arte contemporanea, attraverso un linguaggio enigmatico, può generare”; inoltre l’accessibilità del prezzo rende “l’arte più abbordabile dal punto di vista economico” e viene mantenuto “inalterato il potenziale d’investimento”, con interessanti possibilità di crescita.
Lucianella Cafagna e l’ascolto dell’infanzia
L’artista della personale odierna è romana, con una prestigiosa esperienza all’estero, avendo studiato all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi e avendo fatto parte per un certo periodo dello studio di Pierre Caron, pupillo di Balthus. La sua partecipazione a mostre collettive inizia nel 1994, al Grand Palais, nel 2011 una sua opera è stata selezionata per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia che, per la celebrazione dl 150° dell’Unità d’Italia, è stato curato da Vittorio Sgarbi con criteri innovativi; negli ultimi anni una serie di mostre personali, ora alla RvB Arts dove aveva già esposto nella mostra del maggio 2012 con altri due artisti.
Tornando per un attimo alla mostra del 2012 se ne può percepire il percorso artistico, nello stile e nei contenuti. Avemmo modo di evidenziare due formule espressive, accomunate dal figurativo ma nettamente differenziate: una formula con cromatismo intenso e contrastato, contorni netti e composizioni non convenzionali, come si vedeva in alcune singolari prospettive, come in una figura a terra dalle gambe scomposte; l’altra formula invece dal cromatismo delicato, improntata alla raffinatezza e all’eleganza, con richiami classici, pensiamo a “Lady Jane” – l’opera esposta alla Biennale di Venezia – al mistero e all’enigma della sua figura eretta, dal senso quasi religioso.
La galleria di opere di questa nuova mostra ci propone ancora due formule, accomunate oltre che dal figurativo, dallo stesso contenuto: l’infanzia. C’è un’evoluzione rispetto alle formule della mostra precedente, anche se i filoni stilistici ed espressivi sono gli stessi: il filone del cromatismo intenso e dei contorni netti lo ritroviamo nelle raffigurazioni di un’infanzia senza sottintesi, aperta e vicina; l’altro, quello della delicatezza e della raffinatezza coniugate all’enigma e al mistero, si esprime in un’infanzia tutta da decifrare e da comprendere.
Una chiave interpretativa ci è parso averla trovata in un’opera dell’artista che non è pittorica, come la maggior parte di quelle esposte, ma scultorea: una figurina molto piccola scolpita con delle grandi orecchie e il titolo: “Ascolto”. Ebbene, lo affianchiamo idealmente al titolo “Qualcosa di importante” che sottolinea i risultati di questo ascolto, la percezione che nell’adolescenza c’è “qualcosa di importante” emersa da quei volti, da quelle figure, da quei muti dialoghi.
E’ l’artista in ascolto mentre raffigura i ragazzi nei momenti ludici oppure semplicemente nella loro figura fragile ma carica di energia. Come nell’opera che dà il titolo alla mostra in cui si fronteggiano un ragazzino e una ragazzina con tutto quanto di represso e insieme di palese può esserci a quell’età, lo si vede nel linguaggio del corpo. Si respira l’atmosfera del film di René Clément, Palma d’oro a Cannes nel 1952, “Giochi proibiti”: si avverte la sottile complicità che nel film era scandita da una musica indimenticabile, la stessa che lanciò la coppia canora Al Bano-Romina Power in un’interpretazione suggestiva nella quale, giovanissimi, erano uno di fronte all’altro quasi un’anticipazione dell’immagine della Cafagna.
La stessa suggestione accompagna le immagini singole, accresciuta dalla tecnica utilizzata. Il filone dal cromatismo intenso, dai contorni netti e forte luminosità, è reso dalla pittura a olio; il filone di introspezione delicata dalla grafite su carta, l’effetto visivo è di una pioggia leggera che accentua l’enigma e il mistero, molte opere sono in un colore sul marrone che dà profondità alla scena.
Al primo filone appartengono “Menina” e “Sayonara” con due ragazze, “Lo scranno” e “Portici” con due ragazzi, il primo solennemente assiso, l’altro in piedi, poi “Cherubino” con l’aria da monello. Mentre del secondo filone fanno parte, oltre al citato “Qualcosa di importante”, “Giochi di sabbia” con due bambini confusi tra le proprie ombre, “Amici” con il primo piano di due aperti visi infantili maschile e femminile, e “Julien” con l’intenso volto di adolescente dietro una cascata scura tra la pioggia e la cortina. Poi diversi “Etude” e “Fillette”, “La soglia” e “Mondello”, “Poco poco” e “Giuliana”, che citiamo come sono esposti nella successione casuale della vita.
Ci sono anche le piccole sculture “Pieds dans l’eau” e soprattutto “Ascolto” di cui abbiamo sottolineato il valore simbolico come atteggiamento dell’artista verso l’infanzia perché ci sembra una chiave della mostra ed è foriero di ulteriori sviluppi via via che questo mondo così carico di energia e di futuro rivela la propria ricchezza interiore a chi vuole e sa ascoltare.
Viviana Quattrini, nella sua presentazione critica, ha evidenziato i risultati di questo ascolto, le scoperte fatte dall’artista: “Le figure non presentano un particolare stato d’animo, risultano assenti, perse in questioni più grandi di loro”, è una notazione che sembrerebbe negativa, ma non lo è, e lo spiega: “Gli occhi dei protagonisti sembrano per un attimo cogliere il mistero della condizione umana dove tutto è sospeso, in un equilibrio precario a finale aperto”. E non basta: “La verità in loro è intensa e profondamente toccante”.
Per questo è un terreno da coltivare con la stessa amorevole cura con cui quei volti e quelle figure infantili sono portati alla ribalta perché dalla loro innocenza può emergere la verità sulla condizione umana. Intanto l’osservatore è portato a meditare sulla “fragilità dei ricordi, il tempo perduto di un’infanzia che non torna ma ci condiziona”.
Sono opere che per i prezzi contenuti – la maggioranza al di sotto dei 1000 euro – e per i contenuti possono rappresentare il simbolo di “Accessible Art”. Immagini dell’infanzia così coinvolgenti nel cuore della casa sono quanto di più adatte non solo a dare prestigio all’arredamento domestico, ma anche e soprattutto a riproporre sempre l’esigenza di prestare attenzione ai segnali sottili quanto preziosi che possono venire dai nostri ragazzi. Per comprenderli ma anche per capire noi stessi.
Info
GalleriaRvB Arts, via delle Zoccolette 28, e Antiquariato Valligiano in via Giulia 193, dal martedì al sabato, orario negozio; domenica e lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Tel. 06.6869505; cell. 335.1633518. E mail: info@rvbarts.com; sito: http://www.rvbarts.com/. Per le precedenti mostre di “Accessible Art” cfr. in questo sito i nostri 6 servizi alle date del 21 novembre e 10 dicembre 2012, 27 febbraio e 26 aprile, 21 giugno e 5 luglio 2013.
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante all’inaugurazione della mostra nella galleria RvB Arts a Roma in via delle Zoccolette, si ringrazia l’organizzazione, in particolare Michele von Buren, con i titolari dei diritti, soprattutto Lucianella Cafagna, per l’opportunità offerta. In apertura, “Qualcosa di importante”, seguono “Menina” e “Giochi di sabbia”, poi “Portici” e “Amici”; in chiusura “Sayonara”.