di Romano Maria Levante
Affollato ancora più del solito l’annuale incontro con la stampa per la presentazione del Rapporto annuale sull’attività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che non si è svolto nella sede di via Anicia a Trastevere, ma nel Salone al Collegio romano del Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo, quasi per dare maggiore solennità. Ha partecipato, con il comandante del corpo gen. Mariano Mossa e i collaboratori, il ministro Dario Franceschini.
Anche quest’anno il Rapporto è stato accompagnato dalla presentazione dei risultati di operazioni di successo nel contrasto e repressione della vendita illecita dei beni di rilevante interesse storico e dei beni archeologici risultanti da scavi clandestini per i quali è incessante la vigilanza con diversi metodi investigativi. Sono tre le operazioni che hanno portato al recupero di tre opere di rilevante valore artistico, il cui valore economico è valutato in oltre 30 milioni di euro: un complesso scultoreo di Mitra tauroctono, una tela di Pablo Picasso scomparsa , un dipinto del Carlevarijs.
Come sempre il recupero è legato ad attività investigative complesse, che configurano ogni volta trame intriganti degne della fantasia di un autore di romanzi polizieschi, cosa che ci ha indotto a riproporre l’idea di un serial televisivo del tipo di quello trasmesso dalla Rai negli anni ’80, alcune puntate di “Caccia al ladro d’autore. Ne parlò in un incontro del tipo di quello attuale l’allora sottosegretario al MIBAC Francesco M. Giro, rilanciammo l’idea più volte documentandoci su quel ciclo di trasmissioni, lo facciamo ancora certi che un nuovo ciclo trent’anni dopo abbia una ragion d’essere e un interesse anche maggiori. Le vicende legate alle tre operazioni di successo presentate ne sono un’ulteriore prova.
Il recupero del Mitra tauroctono del II-III sec. d. C.
Abbiamo accennato i metodi investigativi per il contrasto agli scavi clandestini, tra questi c’è il continuo monitoraggio sulle aree archeologiche maggiormente indiziate, come quelle di Roma e dell’Etruria meridionale, per le quali la zona di Fiumicino si è rivelata un crocevia del traffico dei beni scavati clandestinamente; monitoraggio fatto di vigilanza investigativa con il supporto delle informazioni disponibili in collaborazione con le Soprintendenze archeologiche competenti.
Ebbene, durante questi servizi di vigilanza, l’attenzione dei carabinieri è stata attirata da un furgone che trasportava piante ed altro materiale coperto da un telone, dall’aspetto anonimo ma preceduto da un motociclo con una Smart, quasi si trattasse del battistrada e della copertura di un trasporto speciale, una sorta di staffetta dal tratto autostradale che è stata bloccata nei pressi del Museo delle Navi di Fiumicino. La “scorta” si è data alla fuga, mentre sotto il telone del furgone è stato trovato un complesso marmoreo, una figura maschile che abbatte un toro, e intorno dei piccoli animali. Subito la statua è stata sequestrata e l’autista del furgone noleggiato arrestato per ricettazione.
La Soprintendenza speciale dei Beni Archeologici di Roma, subito interessata, ha considerato l’opera come un “Mitra tauroctono” tipica iconografia del dio Mitra di straordinario valore storico ed archeologico. Il complesso marmoreo era destinato alla Svizzera per essere messo sul mercato illecito internazionale, come è emerso dalle perquisizioni in cui sono state trovate mappe della Confederazione elvetica con indicazione di itinerari ed altri elementi su cui sono in corso indagini.
Non finisce qui l’impegno investigativo, a questo punto interessava individuare la zona di provenienza. Sulla base dei dati storici e artistici si è risaliti alle aree archeologiche di Tarquinia e Volsci, mentre i dati scientifici ricavabili dall’opera, tra cui la data presumibile dello scavo, incrociati con la mappatura degli scavi clandestini monitorati, hanno consentito di restringere l’area indiziata.
Così una campagna di scavo di urgenza avviata dall’articolazione territoriale del Mibact ha portato ad individuare il luogo esatto dove è stato trafugato il complesso marmoreo; e a recuperare parti staccatesi dal complesso nel trafugamento, in particolare un cane rampante e una testa di serpente combaciante con il resto della scultura. Ma c’è di più, oltre all’ambiente che ospitava la statua, di evidenti funzioni sacre, sono stati rinvenuti altri 8 ambienti, con reperti importanti: tra cui pavimentazioni a forme floreali in materiale fittile, pavimentazione mosaicata ed altri frammenti in marmo. Quasi il botto finale nei fuochi pirotecnici di un operazione di successo.
Il sequestro del dipinto di Pablo Picasso e il recupero di quello seicentesco di Luca Carlevarijs
Due vicende diverse con il risultato comune dell’individuazione e recupero di opere di alto valore.
Per il “Violin e bouteille de bass” di Picasso, di cm 54 x 45, presente nell’edizione 1961 del catalogo Zervos, sono in corso accertamenti sulla provenienza originaria, dato che le circostanze tanto sorprendenti da apparire incredibili anche se gli accertamenti del CNR hanno fugato i dubbi sull”autenticità dell’opera che avevano fatto scattare le indagini.
Tutto è nato dalla richiesta avanzata dalla casa d’aste Sotheby’s all’Ufficio Esportazioni di Venezia dell’attestato di libera circolazione del dipinto attribuito a Picasso, per un valore dichiarato di 1,4 milioni di euro ritenuto troppo esiguo al punto di farlo ritenere un falso attivando la sezione Falsificazioni ed Arte Contemporanea del reparto Investigativo del Comando. Carabinier TPC.
Ed ecco la storia su cui sono in corso ulteriori accertamenti. L’incarico a Sotheby di vendere l’opera era stato dato da un corniciaio in pensione, che l’aveva ricevuta nel 1978 come compenso volontario per una riparazione di un portafotografie della moglie scomparsa al vetro rotto da una domestica effettuata gratuitamente data la sua semplicità.
Aveva tenuto il quadro senza cautele per 36 anni credendolo senza valore fino a quando per caso ha conosciuto la possibile attribuzione, di qui la richiesta di vendita a Sotheby. Una storia che ha dell’incredibile, ricorda la “realtà romanzesca”, anche qui c’è materia per una fiction di successo.
Per il recupero dell’opera di Luca Carlevarijs, artista vissuto tra il 1665 e il 1731, “Veduta di Piazza San Marco dall’attracco delle gondole”, di cm 122 x 59, tutt’altra storia. Ne è stata accertata la provenienza furtiva, essendo stata sottratta dalla casa di un privato collezionista il 28 aprile 1984; ed inserita nel “Bollettino delle ricerche delle opere d’arte rubate” dei Carabinieri.
Il dipinto è stato trovato presso un mediatore d’arte, insieme a 190 foto di opere pittoriche compresa quella del quadro in questione, durante una perquisizione nella sua abitazione essendo indiziato di ricettazione ed esportazione illecita di un importante dipinto individuato negli USA; gli indizi hanno trovato conferma con l’acquisizione di prove di un vasto traffico illecito diopere d’arte con la Svizzera, avendo per destinazione finale gli appassionati d’arte americani. Dal mediatore si è avuto il nominativo del collezionista che gli aveva fornito l’opera, indagato per ricettazione.
Sono solo le ultime operazioni delle tante svolte con successo di cui dà conto il Rapporto 2014.
Dai titoli di stampa la sequenza mensile di una fiction vera
L’elegante fascicolo con cui sono presentati i risultati contiene, oltre alle tabelle e al testo, la riproduzione di articoli di quotidiani del 2014 su una serie di successi mese per mese..
Citiamo questi titoli, più eloquenti di una ponderosa relazione, formano un canovaccio intrigante, quasi puntate mensili di una fiction appassionante che è realtà tangibile di tutti i giorni.
Gennaio, “Papà e figlia trovati con le mani nel tesoro”, “Dopo un buon restauro il violino tornerà a splendere” (Il Resto del Carlino).
Febbraio, “Oltre 3 mila reperti d’arte ritrovati dai Carabinieri” (Il Tempo).
Marzo, “L’alleanza preti-carabinieri riduce i furti di opere d’arte” (La Nuova).
Aprile, “Torna a casa il quadro trafugato 80 anni fa” (La Stampa).
Maggio, “Tela d’autore rubata in villa. Mercante d’arte finisce a processo” (Corriere Mercantile).
Giugno, “Trafugata dai nazisti la Vergine torna a casa” (Il Giorno), “Carabinieri TPC recuperano pere d’arte sparite: nei guai restauratore” /(La Nazione).
Luglio, “Scoperto il mago del metal detector. S’impossessava dei reperti archeologici” (Il Resto del Carlino), “Il ‘San Luca’ di Bellotti torna alla Cini” (La Nuova).
Agosto, “Il reliquario di san Teobaldo torna al Duomo dopo 31 anni” (La Stampa), “Quadro rubato dai nazisti, ritrovato e restituito alla Brigata Bersaglieri ‘Garibaldi’” ((Il Mattino).
Settembre, “A Villa Margherita i tesori salvati dall’Arma” (La Stampa), “Chiese saccheggiate, due arresti dei carabinieri” (Il Resto del Carlino).
Ottobre, “Lasciano il Museo, 9 preziosi pannelli lignei trafugati” (Il Gazzettino di Bassano-Vicenza), “Carabinieri TPC ritrovano un antico quadro rubato 13 anni fa” (Corriere dell’Umbria).
Novembre, “Furti d’arte sacra, la pista porta in Romania” (Bresciaoggi.it), “Quadro rubato a Roma ritrovato dai Carabinieri del TPC a Perugia: vale un milione” (Romacorriere.it), “I ladri fermati dai Carabinieri del nucleo TPC” (La Sicilia).
Dicembre, Pronti a piazzare le opere d’arte rubate al ‘signor Rolex'” (Corriere dell’Umbria)..
Il Rapporto 2014 sull’attività dei Carabinieri del Comando TPC
E’ difficile a questo punto passare al freddo linguaggio delle cifre dell’attività di contrasto e di tutela che sono il cuore del Rapporto, insieme all’esposizione dei compiti assegnati. Ma alcune vanno citate per documentare i successi ottenuti non solo rispetto ad operazioni di particolare rilievo, ma anche rispetto alla tendenza generale dell’attività criminosa.
Il Comandante. Gen. Mariano Mossa ha sottolineato l’ulteriore diminuzione dei furti di opere d’arte (- 10% circa), l’aumento delle scoperte di scavi clandestini ( +20%) e del numero di opere false sequestrate (+ 52% circa)”, l’aumento dei deferimenti all’Autorità Giudiziaria (+ 3%).
Nel 2014 i furti di opere d’arte sono stati 609, di cui 105 nel Lazio, :concentrati soprattutto nelle chiese (267) e presso i privati (242) mentre, nota positiva, nei musei sono stati solo 23, tra cui 4 statali e 15 comunali. I furti nelle chiese, pur se rilevanti, sono diminuiti del 20% circa per l’opera di prevenzione, anche se il numero di oggetti trafugati è aumentato del 2,4%. E’ un settore che continua a destare preoccupazione per la difficoltà di tutelare un patrimonio importante sotto il profilo non solo storico e artistico ma anche religioso e umano, molto diffuso sul territorio e poco protetto. Con la pubblicazione delle “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici” richieste dalla CEI si è dato un importante contributo alla loro migliore protezione e inventario.
Gli scavi clandestini scoperti sono 59, rispetto ai 49 del 2013, e 127 persone denunciate all’Autorità Giudiziaria. I reperti di minor valore e le monete sono destinati al mercato interno, quelli più importanti al mercato estero. E’ un crimine disposto lungo una filiera, dai tombaroli che scavano clandestinamente, al ricettatore locale al quel vendono a poco prezzo i materiali frutto degli scavi, ai ricettatori di maggiore livello organizzati in associazioni a delinquere che inseriscono i reperti sui mercati nei momenti propizi simulando la liceità della provenienza con una serie di artifici.
L’aumento dei sequestri di opere d’arte falsificate è reso da cifre inequivocabili, dai 112 falsi sequestrati nel 2013 per un valore di 32 milioni di euro, nel 2014 si è passati al sequestro di 1687 falsi per un valore di ben 427 milioni di euro: un successo, sì, ma il rovescio della medaglia è la recrudescenza del fenomeno della falsificazione, che si avvale di tecniche raffinate e riguarda sia l’arte contemporanea, sia l’arte antica anche con false certificazioni che spesso gonfiano il valore. L’azione di contrasto utilizza anche il controllo dei mercati e dei soggetti a rischio, nonché il monitoraggio delle piattaforme digitali delle case d’aste e delle altre vendite anche televisive.
Per la tutela del paesaggio i dati documentano l’azione svolta attraverso controlli sistematici che hanno portato al deferimento di 307 persone (273 nel 2013) e al sequestro di 15 immobili e 3 aree protette., per un valore di 22 milioni di euro.
L’attività svolta complessivamente dal Comando carabinieri TPC parte dai riscontri attraverso la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti: sono stati riscontrati 183.857 oggetti nei controlli presso esercizi privati, Musei e gallerie, inseriti 2600 eventi e 11.000 beni culturali, individuati per tale via 592 beni trafugati. Sono stati sequestrati beni culturali per 80 milioni di euro, non comprendendo i beni archeologici restituiti da soggetti stranieri e i falsi, recuperati 38.488 beni culturali, ai quali vanno aggiunti circa 18.000 reperti archeologici, e 7.000 beni di numismanza archeologica; sequestrati 79.214 beni di natura paleontologica e riscontrati 93 illeciti di natura amministrativa. All’Autorità Giudiziaria sono state deferite 1.301 persone con un aumento del 3,3% rispetto alle 1.260 nel 2013, tra loro 10 con restrizione della libertà personale.
Il Rapporto 2014 fornisce anche un quadro dell’attività di prevenzione, che ha visto operare 3.453 controlli agli esercizi interessati, 1686 alle aree archeologiche e 1.74 alle aree paesaggistiche anche con gli elicotteri; e di monitoraggio degli esercizi antiquariali con vari sistemi e strumenti. E indica le linee evolutive dell’attività di contrasto, anche rispetto all’evoluzione del mercato illecito dei beni culturali, in campo internazionale e via Web. Si conclude con un excursus sulle altre attività, dalla
formazione alla cooperazione, fino alla mostra al Quirinale sui Tesori recuperati e al secondo Corso universitario di perfezionamento sugli elementi storici e scientifici per l’azione di contrasto.
Non poteva mancare il plauso del Ministro Franceschini, assediato al termine da una selva di microfoni , ulteriore prova dell’interesse verso questo settore cruciale per il nostro paese impegnato a custodire, e valorizzare, l’alta quota di beni culturali patrimonio dell’umanità di cui dispone.
E’ un impegno delicato e difficile, perché proprio la presenza ampia e diffusa di beni culturali, unita alla forza di attrazione esercitata su collezionisti e investitori internazionali e all’elevata rimuneratività costituisce, come ha detto il gen. Mossa nell’introdurre il rapporto denso di numeri, “un substrato altamente fertile per lo sviluppo dei traffici illeciti”.
‘Sono numeri – ha osservato il ministro Franceschini – che dimostrano il lavoro enorme compiuto dai Carabinieri, ma anche quanto ancora dobbiamo difenderci, ad esempio, dalle opere di scavo clandestino”. E ha citato i riconoscimenti internazionali, sottolineando in particolare i corsi organizzati dal Comando, oltre che per i paesi dell’U.E., anche per Russia e Spagna, Macedonia e Palestina, Equador e Salvador. Infine, sui “caschi blu” dell’ONU a protezione del patrimonio culturale internazionale, ha detto che ”anche su questo fronte l’Italia deve tenere un ruolo guida”.’
La dissennata distruzioni di reperti millenari ad opera dei fondamentalisti islamici, come avvenne ad opera dei talebani anni orsono, rende questo tema un’emergenza di importanza sempre maggiore e di stingente attualità.
Info
Cfr. i nostri precedenti servizi sulle presentazioni di importanti recuperi, nel 2015 in questo sito “Carabinieri TPC, recuperati 5000 reperti archeologici” 25 gennaio; per gli anni precedenti su http://www.antika.it/ . Inoltre cfr. i nostri servizi in questo sito e in quello appena citato sulle mostre organizzate dal Centro Europeo per il Turismo a Castel Sant’Angelo con le opere recuperate dalle forze dell’ordine.
Foto
Le immagini sono state fornite dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che si ringrazia. In apertura, i due dipinti recuperati affiancati; seguono il “Mitra tauroctono”, II-III sec. d. C., e il dipinto di Pablo Picasso, “Violin et bouteille de bass”, quindi il dipinto di Luca Carlevarijs, “Veduta di Piazza San Marco dall’attracco delle gondole”, e un primo piano del “Mitra tauroctono”; in chiusura, un precedente recupero dell’agosto 2013, del tipo di quello presentato, di due dipinti di Paul Gauguin e Pierre Bonnard, con il ministro Franceschini a sin. e il comandante Mossa a dx.
.