di Romano Maria Levante
Due mostre in successione al Vittoriano nella sala Giubileo dell’ala Brasini, lato Fori Imperiali per presentare la Repubblica democratica del Congo dal 2 al 16 aprile 2015 e la Polonia dal 24 aprile al 3 maggio. Prosegue il programma “Roma verso Expo”, che ha visto finora una serie di mostre con la presentazione di molti paesi nel Vittoriano e all’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Per le mostre al Vittoriano ricordiamo nel 2014 Egitto e Slovenia, Albania e Serbia, nel 2015 Vietnam ed Estonia, Grecia e Germania, Tunisia e Dominicana. Diverse le forme prescelte, per lo più fotografie delle bellezze naturali o urbane e oggetti tipici dell’ artigianato, in qualche caso anche antichi reperti come per Egitto e Grecia, fino alla vera e propria mostra d’arte dell’Estonia.
Il Congo
Il Congo ha presentato l’immagine tradizionale dei villaggi e delle presenze pittoresche in forma artistica e non fotografica, mediante quadri di stile figurativo., ma la modernità non è mancata con quadri di stile quasi astratto. Ci ha ricordato la mostra, sempre al Vittoriano, sull’arte africana in cui veniva effettuata una spettacolare ricognizione di stili e tendenze.
Nella seconda sala gli oggetti di artigianato in legno, cioè figure caratteristiche di animali e di sagome. Con l’elemento dominante costituito dal grande schermo nel quale scorrevano le immagini di località dalla vegetazione lussureggiante, acque tumultuose, o edifici urbani particolarmente significativi.
Va considerato che la popolazione è costituita da 250 etnie in 450 tribù, il sostentamento è dato dalle risorse naturali del territorio, con un’altissima biodiversità e piogge abbondanti, fattori questi che danno al paese un elevato potenziale agricolo-
Per valorizzare tale potenziale e tradurlo in sviluppo effettivo sviluppo, è stata predisposta una serie di progetti nei settori strategici: dall’agricoltura e itticoltura alla sicurezza alimentare e protezione ambientale, dall’acqua e l’ energia alle infrastrutture; seguono i trasporti, la sanità e la scuola.
Sono necessari investimenti dell’ordine di centinaia di milioni di euro, con l’intervento, oltre che del governo del Congo, delle istituzioni internazionali dalla Banca mondiale alla Banca africana di sviluppo, dalla Banca Europea degli investimenti alla stessa Commissione Europea.
Il presidente della Camera di Commercio ItalAfrica centrale Alfredo Cestari all’inaugurazione della mostra ha affermato che già a maggio saranno aperte le gare e, riferendosi in generale alla manifestazione milanese, ha aggiunto che “L’Expo dovrà rappresentare una rara occasione sia per i governi con progetti di sviluppo immediatamente cantierabili, che per le aziende occidentali in cerca di vie nuove e concrete per il proprio business”. E ha dichiarato che la sua organizzazione è pronta ad organizzare in sede Expo incontri tra istituzioni pubbliche e private, mondo produttivo e istituti sovranazionali.
La valorizzazione della produzione agricola in modo innovativo è essenziale anche per non dover ricorrere all’estensione della superficie coltivata a scapito della superficie boschiva, che costituisce il secondo bacino forestale del pianeta per estensione, ed è quindi uno dei “polmoni” vitali.
All’Expo il Congo è presente con uno spazio espositivo di 125 metri quadrati nel cluster “Frutta e legumi” in cui sono evocate le caratteristiche e le peculiarità della propria produzione agricola, che nella mostra al Vittoriano sono sintetizzate in un cesto di frutta di aspetto caravaggesco.
La Polonia
Se la frutta è stata posta a simbolo delle risorse agricole del Congo con la semplicità del cesto esposto in mostra e l’esibizione nel relativo “cluster” all’Expo, nel caso della Polonia si può dire la stessa cosa per la manifestazione milanese.
Al Vittoriano la frutta non è assente; tra gli opuscoli e i depliant turistici distribuiti, c’è un volume di Eliza Mòrawska, “On Polish Apples, 40 recipes for breakfast, lunch, dinner and dessert”, 142 pagine a colori di grande formato con 40 ricette sui molteplici usi del pomo di Venere corredate da illustrazioni oltre che succulente, artistiche, quasi altrettante nature morte.
Viene fornito inoltre un corposo vademecum, “Polska”, sulle maggiori attrazioni, con le città, da Varsavia a Katowice, a Cracovia con la Cattedrale e la collina artificiale in onore degli eroi della nazione; e con la natura, dalle dune e le coste del Baltico ai monti del Tatra e alle colline della Slesia. L”immagine data del paese, con la promozione “Polonia – Vieni e vivi la tua favola”, é una visione fiabesca di località urbane e agresti, montane e lacustri in cui gli scenari ambientali fanno da sfondo a scene edificanti con persone felici, quasi personaggi di una favola moderna.
Sono 16 fotografie artistiche corrispondenti alle regioni polacche con altrettante attrazioni che fanno rivivere situazioni fiabesche in cui il visitatore può identificarsi. Il messaggio è che quei luoghi restano nel cuore come favolosi ricordi nello stesso modo delle fiabe infantili che riemergono in tutta la loro magia. “E’ un invito – si afferma – a raccontare e a raccontarsi, a viaggiare e vivere la propria favola in quel paese nel cuore dell’Europa che è un concentrato di bellezza artistica e scorci naturalistici”.
In effetti ci si sente portati in un mondo fiabesco, ma proprio per questo ci si chiede quale sia la realtà del paese che la mostra vuol presentare. La risposta si ha nella sala successiva, quella che per il Congo esibiva oggetti di artigianato tradizionale, oltre alle immagini sul grande schermo.
La realtà è quella dell’alta tecnologia, rappresentata in modo multimediale e interattivo dai prodotti di 4 società polacche, leader nell’innovazione e nello sviluppo tecnologico, di cui vediamo nelle vetrinette degli esemplari. Si tratta del processore industriale più veloce del mondo della Digital Core, del cubo interattivo della Game Technologie3s, delle schede di memoria e dei dispositivi di archiviazione UBS avanzati della Goodram, di un sistema costruttivo complesso di “intelligence wireless” di protezione domestica della Fibaro.
Questa scelta espositiva riflette l’impegno del paese nello sviluppo delle alte tecnologie mediante programmi governativi a supporto delle attività dei centri di ricerca e dei parchi industriali e tecnologici, delle zone economiche speciali e degli investimenti innovativi, come viene sottolineato precisando gli obiettivi perseguiti: “Il Paese punta allo sviluppo delle nuove tecnologie, al trasferimento dei risultati della ricerca nei processi produttivi e alla creazione di una giovane imprenditoria tecnologica”. Può essere un esempio da non sottovalutare.
E la frutta evocata appena dai depliant e dalle mele offerte ai visitatori, come balza alla ribalta nell’Expo? Alla grande, anzi in forma colossale, il padiglione polacco ha una parete modulare traforata che si rivela come un accumulo di innumerevoli cassette di mele, quelle usate per l’imballaggio e il trasporto che si vedono in tutti i mercati. Tutto qui? Certamente no, il senso della favola torna nel giardino segreto che si apre dietro la scatola traforata con i filari di alberi di mele caratteristici del paesaggio polacco. Perché è un giardino infinito per l’immagine moltiplicata dagli specchi e gli elementi metallici che rivestono le pareti interne moltiplicandone i riflessi ; un giardino che diventa una piazza italiana, luogo di incontro e di socializzazione, piena di luce come se si materializzasse magicamente nel bel mezzo di un “meleto” in una regione polacca.
Anche nell’Expo dalla favola si passa alla realtà, si possono fare passeggiate virtuali e seguire i processi di maturazione delle mele nel periodo della mostra, tra maggio e ottobre, e persino raccogliere i frutti dagli alberi di mele. Tutto questo mediante la tecnologia avanzata presente nei vari elementi dell’allestimento, in un abbinamento natura-tecnologia del tipo di quello appema accennato nella mostra romana in un clima da favola. Il logo, rappresentato da una cassetta di mele disegnata con gli “hashtag” telematici, riassume il messaggio “di un’economia polacca efficiente, basata su soluzioni moderne e innovative, che rispetta la natura ed è in armonia con l’ambiente”.
La mela, dunque, come testimonial di un paese, dopo essere stata testimonial di una città, la “grande mela newyorkese”; ed essere al centro di una favola antica, quella di Biancaneve.
Ora è al centro di una nuova favola, quella di un paese presentato in un clima di magia, dove natura e tecnologia si uniscono per dare la felicità, quella espressa dalle fotografie del Vittoriano illuminate dalla gioia di vivere. Dall’ intervento dell’Ambasciatore si è avuto lo stesso messaggio positivo e invitante, e crediamo non sia solo un fatto promozionale ma rifletta un’effettiva convinzione; anche da questo si può trarre un insegnamento da non trascurare.
Info
Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere, lato Fori Imperiali, ala Brasini. Da lunedì a giovedì ore 9,30-18,30, sabato e domenica 9,30-19,30. Ingresso gratuito; l’ingresso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura. Cfr., in questo sito, i nostri precedenti articoli sulle mostre al Vittoriano della serie “Roma verso Expo”: nel 2014, su “Egitto e Slovenia” l’8 novembre,su “Albania e Serbia” il 9 dicembre, nel 2015 sul “Vietnam” il 14 gennaio, sull’“Estonia” il 7 febbraio, su “Grecia e Germania” il 22 febbraio, su “Tunisia e Dominicana” il 25 marzo. Per la mostra citata nel testo cfr. i nostri 2 articoli in “cultura.inabruzzo.it” su “Africa, una nuova storia, al Vittoriano” il 15 e 17 gennaio 2010.
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante alla presentazione delle due mostre al Vittoriano, si ringrazia “Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia, con i titolari dei diritti, e le ambascite di Congo e Polonia, per l’opportunità offerta. Le prime 5 immagini inserite nel testo sono sul Congo, riproducono dipinti e oggetti di artigianato caratteristico; le successive 5 immagini sono sulla Polonia, riproducono foto esposte con suggestivi scorci ambientali.