di Romano Maria Levante
Alla chiusura del programma “Roma verso Expo”, di cui abbiamo dato conto puntualmente, torniamo su una mostra speciale esterna a questo programma, di un paese, la Macedonia, che non partecipa alla grande manifestazione milanese ma è stato presente al Vittoriano nel mese di maggio 2015 con la mostra “L’arte dell’intaglio del legno macedone. Tradizione e continuità”. E’ stata organizzata per celebrare la festività dei santi slavi Cirillo e Metodio, tra i protettori d’Europa; come l’Armenia, assente all’Expo, ma presente al Vittoriano con una mostra nel centenario del genocidio. La Macedonia espone 35 opere lignee del Ni Institute for Protection of the Monuments of Culture and Museum – Ohrid”, diretto da Tanja Paskall Buntashesk, promotore della mostra con il Ministero della Cultura della Repubblica di Macedonia; realizzata da “Comunicare organizzando” di Alessandro Nicosia, curata da Olivera Misheva e da Milcho Georgievski.
L’intaglio è’ una rara forma d’arte in cui il paese eccelle fin da epoca antica, espressa mediante pannelli ornamentali e bassorilievi lignei. All’inaugurazione si è tenuto il concerto “Dream, Faith, Love” di Duke Bojadziev, con la voce di Tanja Tzar accompagnata al violino da Vladimir Krstev.
Una breve presentazione di quest’arte che nelle opere ornamentali riesce ad addolcire il materiale ligneo fino ad evocare ricami delicati, e nei bassorilievi con figure sacre è al livello delle celebri raffigurazioni iconiche, lo vediamo nelle figure di santi e prelati, fino all’Ultima cena.
Trova il suo centro in Ohrid e non a caso: questa città è la madre dell’alfabeto cirillico e in generale della cultura slava, la patria di due discepoli di san Cirillo e Medodio, i santi Clemente e Naum, perciò divenne uno dei più importanti centri dell’arte dell’intaglio macedone con una scuola che perpetua e mantiene viva tuttora l’antica tradizione di un artigianato assurto a valore artistico.
Non sono note le prime opere a causa della deperibilità del legno che non le ha fatte preservare, per cui non se ne ricorda neppure la data; vi sono, comunque, opere accertate del XIII secolo, come l’icona in rilievo del XIII sec. di san Clemente, il portale a un’anta della chiesa di san Nicola Bolnichki del XIV sec., l’iconostasi della basilica minore dei Santi Medici del XV sec.
Tra il XV e il XVIII sec. abbiamo un’ampia serie di opere per le chiese di Ohrid, con troni dei vescovi e sarcofaghi, iconostasi e porte sante.
Successivamente all’arte sacra si aggiunge quella profana, le famiglie benestanti di Ohrid sono committenti dei maestri intagliatori di porte e armadi, credenze ed altro mobilio per le abitazioni.
Nel secolo scorso, nel 1928, nel refettorio della chiesa della Santa Madre di Dio Peribleptos di Ohrid è stata aperta una scuola dì intaglio in legno riconosciuta nel 1932 come “Scuola statale di mestieri maschile”, che ha formato i maestri intagliatori fino al 1962. Anche dopo la chiusura della scuola l’arte dell’intaglio continua a trasmettersi da questi maestri e dai loro allievi ai giovani: attualmente a Ohrid sono in attività una trentina di intagliatori.
La mostra presenta una parte importante della collezione dell’Istituto statale con un percorso cronologico, partendo dalle opere più antiche del XIV sec., fino a quelle del XX secolo e agli intagliatori contemporanei di 4 generazioni, eccone i nomi: Petar Kalajdzhi e Dimke Jankov, Slave Atanasovski-Krstanche e Cvetan Nicolovski, Ljuben Dzambazov e Stefan Grozdanoski, Ivancho Trenev e Dragan Neloski, Sasho Jankoski, Aleksandar Shishkoski e Goce Gjoreski.
Così conclude la presentazione: “Questo testimonia come questa tradizione secolare, che coniuga il mestiere con l’arte, il talento e l’amore per il bello, sia tuttora viva e fiorente, volta a creare il nuovo nostro patrimonio culturale”.
Le immagini che accompagnano questo breve testo, pannelli ornamentali e icone sacre, non richiedono altri commenti, è stato un vero spettacolo la visita all’esposizione, la lunga galleria con ai lati i preziosi intagli ci ha lasciati ammirati. Cerchiamo di trasmettere un po’ di quell’ emozione.
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante al Vittoriano all’inaugurazione della mostra, si ringrazia “Comunicare organizzando” di Alessandro Nicosia con i titolari dei diritti, in particolare il Ni Institute for Protection of the Monuments of Culture and Museum – Ohrid” diretto da Tanja Paskall Buntashesk, per l’opportunità offerta. Nel testo sono inserite 6 immagini sacre ad intaglio, vere icone lignee; al termine, altre 6 opere lignee ornamentali ad intaglio.