di Romano Maria Levante
Alla galleria RvB Arts in via delle Zoccolette 28, con la consueta estensione nell'”Antiquariato Valligiano” dell’adiacente Via Giulia 193, dal 19 maggio al 18 giugno 2016 la mostra “Da Palermo a Madrid” – organizzata e curata da Michele von Buren nell’ambito del programma “Accessible Art”, che offre al pubblico opere accessibili economicamente e compatibili con gli spazi domestici – presenta 8 artisti, 3 spagnoli e 5 italiani. I loro dipinti, tra forti richiami simbolici, solo legati alla realtà, nelle inquietudini della vita contemporanea e della condizione umana. Gli spagnoli sono Luis Serrano, Martinez Cànovas ed Evita Andùjar; gli italiani Dalila Belato, Roberto Calò, Massimiliano Carollo, Luca Crivello e Nicola Pucci.
L’intrigante titolo allude a un gemellaggio artistico tra le due capitali mediterranee, l’originale convergenza di 3 artisti madrileni, e in generale spagnoli, e 5 artisti palermitani capitanati, per così dire, da Nicola Pucci, in un’esposizione spettacolare di opere recentissime, quasi tutte del 2016.
Un elemento unificante, nella differenziazione di stili e di contenuti si può trovare nello spirito mediterraneo rivelato, pur con modalità diverse, dai colori accesi o dalle forme figurative, senza le espressioni cerebrali e indecifrabili, oltre che trasgressive, cui ricorre spesso l’arte contemporanea.
Viviana Quattrini vi vede “un forte ritorno al reale”, riferendolo alla crisi di valori e alla perdita di certezze del mondo d’oggi: “Quando ai modelli e ai valori si sostituisce la persuasione, che nell’attuale società viene amplificata per via di una pervasiva spettacolarizzazione di prodotti, relazioni e sentimenti, l’arte non può far altro che intervenire con forti sollecitazioni visive”. E lo fa, in questi casi, in modo opposto rispetto a Warhol e alla Pop Art che hanno celebrato i miti della società consumistica; per gli otto artisti in mostra il ritorno al reale si manifesta, sempre secondo la Quattrini, “recuperando generi, repertori e simboli comprovati” ma non in modo retrò e conservativo, bensì mediante “nuove capacità e funzioni espressive in grado di interpretare condizioni individuali e sociali conformi alla contemporaneità”.
Un’associazione di idee ci porta all’iniziativa che Michele von Buren da anni ha intrapreso nella galleria con un impegno meritorio nella selezione degli artisti, affermati e giovani di talento, per una formula alla quale si possono applicare le stesse parole appena citate rispetto alla mostra attuale: la sua “Accessible Art” interpreta, infatti, l’esigenza di far penetrare l’arte a livello individuale e sociale secondo le esigenze contemporanee, promuovendo l’inserimento nella vita domestica di opere di artisti accessibili nel prezzo e compatibili con gli ambienti familiari.
Per questo l’esposizione in atto, come tutte quelle che a ritmo incalzante organizza Michele von Buren avvalendosi del supporto critico di Viviana Quattrini, è una “mostra mercato” con i prezzi sempre contenuti, indicati nella targhetta delle opere esposte, insieme al titolo e all’anno.
I tre artisti spagnoli
Cominciamo la nostra rapida carrellata con i tre artisti spagnoli che hanno in comune, oltre alla laurea in Belle Arti in Spagna, un periodo di formazione artistica a Roma.
Di Luis Serrano è esposto “Carrefour Ballesteros”, il muro di cinta raffigurato rimanda all’ambiente mediterraneo con la luminosità resa dal bianco calcinato sotto un cielo azzurro, in uno spazio mostrato nella sua realtà ma rivestito di contenuti simbolici senza uscire dal figurativo; tanto più aperto è lo spazio esterno quanto più è chiusa da un grande portone serrato come in un fortino invalicabile la realtà interna, una vita quotidiana che protegge i suoi sentimenti interiori.
L’artista oltre alla pittura predilige il disegno, e si vede nel perfetto equilibrio di linee della sua composizione; ha esposto in Italia al museo Praz per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna nell’ottobre 2012, e ha in corso la mostra “Akragas” alla galleria “Honos Art”, anche’essa a Roma, realizzata con il fotografo Alessandro Crapanzano.
Simbolismi anche in Juan José Martinez Cànovas, che non si limita a sottintenderli in modo allusivo come l’artista precedente, ma li rende visibili con il ricorso a innesti innaturali quanto eloquenti. I suoi ritratti hanno atteggiamenti strabilianti, come “Culebras”, il mezzo busto di profilo nel quale l’irridente linguaccia contrasta con l’assetto serio e composto; in altri ritratti inserisce elementi vegetali e animali con una precisione tale da farli ritenere reali, come nella “Metamorfosi” kafchiana che prende il lettore per la sua verosimiglianza. La Quattrini cita il richiamo ad Arciboldo piuttosto che alla fisiognomica di Leonardo. Il corpo, in una inquietante metamorfosi, esprime l’inquietudine esistenziale con una metafora visiva pittorica. Vediamo “Morlaco”, con il grande toro “pronto a scattare, il vello diviso in due con incisi dei numeri..
Il giovane artista dal 2009 ha al suo attivo 12 mostre personali, di cui 11 in Spagna e una in Italia.
Evita Andùjar la conosciamo bene, fa parte stabilmente della “scuderia” di artisti della galleria, di 25 pittori, 5 scultori e 13 fotografi”, ne abbiamo commentato le opere presentate in precedenza. Ricordiamo i suoi legami con l’Italia, la borsa di studio all’Accademia di Spagna a Roma e il suo lavoro di restauro di affreschi lungo la penisola, dalla Sicilia al Trentino, tra il 2001 e il 2008. Le sue opere sono in collezioni permanenti, alla Fondazione Roma e all’Aquila, e in collezioni private a Cadice e a Roma; è stata premiata ripetutamente in Italia, 2 volte come vincitrice a Roma e Trieste e al Premio Arte H Europa Etica, 2 volte come finalista a Lucca e Milano, 3^ a Corchiano.
Il suo cromatismo denso su dei supporti grezzi e ruvidi come la tela di juta crea immagini intense che sembrano formarsi con il colore, quasi per fusione alchemica, quindi senza contorni né forme delineate, ma in divenire nell’instabilità tipica di una realtà mutevole e quindi inafferrabile.
Le serie “Liquidi” e “Preliquidi” esprimono questa cifra stilistica e di contenuto, le figure sono deformate dal continuo mutamento, una di esse sembra un ectoplasma cromatico; vediamo anche “L’ora del te” o “Autoritratto da te”, dove al posto della deformazione c’è il raddoppio dell’immagine peraltro acefala, in “Forse” invece è raddoppiata la figura, il titolo sembra alludere al dubbio che il doppio sia realmente così integro.
I cinque artisti italiani
Tutti e cinque gli italiani sono nati a Palermo, nella loro formazione gli studi nell’Accademia di Belle Arti, per lo più a Palermo o in altri istituti, nel loro percorso artistico molte mostre collettive. Le “new entry” per la Galleria sono la Belato e Crivello, con forme espressive diversissime.
Di Danila Belato vediamo dei rilievi di volti ripresi in espressioni caratteristiche, anche molto particolari come il viso bianco su fondo bianco nel quale spicca una grande lingua rossa nella foggia della celebre foto ensteiniana, su cui è posato un insetto, al quale si deve l’espressione sconvolta, e il titolo “Fly”, mentre è quasi ciceroniano, anche se con una leggera smorfia, il volto con l’insetto sulla guancia, intitolato “Sting”. Sono sculture incastonate in quadretti con materiali dal gesso alla polvere di marmo alle resine speciali, con i quali l’artista riesce a rendere gli atteggiamenti in immagini frontali nelle quali sembra di sentire la stessa epidermide.
L’impegno nel restauro lapideo, unito alla scultura, è alla base della maestria nell’uso dei materiali particolari di cui si è detto, resi simili al marmo, al bronzo o al ferro applicando apposite patine. Va sottolineata l’attenzione all’anatomia che consente all’artista di esprimere la vitalità del soggetto.
Dal 2013 ha esposto in 6 mostre collettive a Palermo, nel 2015 ha ricevuto il premio Expo Arte Italiana, sezione scultura, di Villa Bagatti Valsecchi a Varedo; le sue opere sono nel Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona a Renda, Cosenza.
Luca Crivello è il più giovane degli espositori, nato nel 1992, laurea in Arte sacra contemporanea, continua gli studi a latere dell’attività pittorica. Ha esposto in 8 mostre collettive dal 2015, ed è presente nella collezione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Roma.
Ci sono rimaste impressi i due dipinti con figure femminili dalle quali traspaiono dei sentimenti che si cerca di penetrare, tanto è suggestiva l’atmosfera in cui sono immerse e che riescono a creare con la loro forza espressiva; le due fanciulle che si tengono per mano ci hanno ricordato nei loro atteggiamenti intensi e ispirati quelli dei dipinti di Lucianella Cafagna visti nella stessa RvB Arts.
Dagli atteggiamenti traspare un insieme di impulsi anche contrastanti che nascono dai diversi momenti della vita, il titolo della serie è, infatti, “Pulse”, stupenda la figura vestita di giallo che apre un velo bianco alla sua sinistra coprendo altre figure in un coinvolgente senso di mistero..
La figura umana è al centro anche dell’opera di Roberto Calò, che ha partecipato dal 2010 a 18 mostre collettive, 8 delle quali a Palermo e Catania, tra cui l’esposizione “Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice”, del 2014 e 2015 a cura di Vittorio Sgarbi, le altre a Roma e Milano, Noto, Pietrasanta e Sassoferrato, e a Lisbona.
I volti e le figure sono inondati dalla luce in una essenza traslucida che valorizza l’elemento spirituale e interiore rispetto alla consistenza materiale e corporea, come evidenziano anche i titoli, “Anime dense” e “Dense soul”, impressionante il volto in un verde intenso di uno di essi . In “Lux XVI” la figura maschile è tagliata in due da un raggio di luce. La Quattrini collega alla tradizione caravaggesca la particolare funzione assunta dalla luce: “Questa viene indagata sia in quanto simbolo di conoscenza metafisica e di rivelazione religiosa, sia in quanto materia che attraverso la frequenza delle sue onde ci permette di vedere e captare la natura sensibile delle cose”. Così la trasparenza diventa trasfigurazione.
Di Massimiliano Carollo, laureato in pittura con successiva specializzazione in arte grafica e design, va sottolineata la versatilità che lo ha portato nel 2003 a fondare, con Dario Enea, la compagnia teatrale Teatro TerzoUomo nella quale ha operato come scrittore e regista, attore e scenografo, collaborando con il drammaturgo Franco Scaldati in spettacoli in Italia e all’estero e con la regista Roberta Torre, in particolare nell’allestimento di “Insanamente Riccardo III”.
E’ tornato recentemente alla pittura, dopo una lunga assenza testimoniata dalle mostre, 11 dal 1005 al 2000, nessuna per il decennio successivo, poi 2 mostre nel 2011, a RvB Arts e a Palermo con una personale. E’ un percorso che conferisce particolare importanza alla sua presenza in RvB Arts..Vediamo esposte due opere, “Neonati” e “Tauromachie”, del 2013-14, temi molto diversi accomunati da una peculiarità stilistica in cui l’immagine baluginante si forma per effetto di una alchimia cromatica e materica alimentata da una energia che porta alla sublimazione della realtà in una visione trasognata che fa riflettere l’osservatore alla ricerca della sua motivazione interiore .
E siamo così all’artista più rappresentativo, stabile componente della squadra di RvB Arts, Nicola Pucci, lo abbiamo incontrato all’inaugurazione della mostra dopo averne commentato le opere esposte in precedenti occasioni a RvB Arts, cogliendo nella sua vitalità e acutezza la matrice di un’arte sempre alla ricerca di nuovi approdi per superarli e andare oltre; e non si tratta tanto di un’evoluzione stilistica, il suo è un figurativo molto personale, quanto dell’approfondimento del tema di fondo, legato alla condizione umana vista nelle sue espressioni più o meno visibili.
Ricordiamo la sua celebre serie “Circoli” con le 8 versioni di “Lettura quotidiana”, in cui le persone sedute in cerchio leggono ciascuna il giornale dell’altro, e con le versioni di “Passaparola” in cui ciascuna parla all’orecchio dell’altra senza ottenere risposta. L’incomunicabilità e insieme la spersonalizzazione omologante del nostro tempo viene espressa con una straordinaria efficacia.
Non possiamo non citare la serie “Incontri”, con dei bambini insieme a giganteschi animali senza averne paura, con le simbiosi “Uomo gallo” , “Donna con gallo” e l’assimilazione tra due pugili e un cane nei “Tre boxer” che va oltre la mera battuta terminologica, fino agli “incontri” tra animali: In questi “incontri” fuori dal comune non c’è l’incomunicabilità degli incontri consueti, tutt’altro.
In “Controllori di volo” e “Partenza nuoto” dall’incomunicabilità passa all’irrazionalità dei comportamenti umani, nel primo non si “controllano” gli aerei ma gli uccelli che volano tutt’intorno, nel secondo i nuotatori si tuffano in una piscina impossibile perché minuscola.
E’ sua anche la serie “Fusioni”, con i volti che si sdoppiano e si ricompongono, immagini aperte alle interpretazioni più libere nel denominatore comune della più profonda umanità.
E la mostra attuale? Cambia tutto, per così dire, nulla di quanto ricordato, il suo percorso esplora strade ancora diverse, la qualità, il numero e l’importanza delle opere esposte ne fanno una mostra personale all’interno della collettiva.
La strada che abbiamo percepito è dechirichiana, con la trasposizione in un ambiente e contesto del tutto estraneo, apparentemente incompatibile. Pensiamo ai “Mobili nella valle” portati da De Chirico all’esterno, agli alberi all’interno di “Ma chambre dans le midi”, fino alla barchetta con i remi che naviga nella stanza allagata del “Ritorno di Ulisse”.
Pucci nella stanza ambienta la scena calcistica di “Rovesciata”, ricordiamo il dipinto di Deineka intitolato “Portiere”, del 1934, allungato in tuffo orizzontale, ma era in esterno; vediamo inoltre il “Ciclista con specchio”, e un “Placcaggio” da rugby sempre all’interno di una stanza, come la “Donna sul divano”, una ginnasta che fa acrobazie aeree nel salotto, mentre “Donna distesa sul divano” mostra l’abbandono intimo con il volto velato da strisce di luce mentre delle grandi braccia maschili sembrano accorrere al richiamo.
Poi una scena di “Corrida” sotto a un ampio scalone ellittico; non manca la corrida nella sua arena naturale, ma con l’innaturale placcaggio del toreador da parte di un giocatore di baseball che gli impedisce di conficcare le banderillas sul dorso del toro; infine la “Sala biliardo” su cui sfreccia sopra le teste dei giocatori un treno dell’alta velocità e “Salto in stazione”, con dei nuotatori in piena “trance” agonistica che stanno per lanciarsi, non in una piscina bensì in una scalinata. Sono tutte opere del 2016 dall’elevata resa spettacolare, formano un “corpus” omogeneo, ci piacerebbe che l’artista lo intitolasse come ha fatto per le serie prima ricordate, “Circoli”, “Incontri”, “Fusioni”.
Il figurativo luminoso dell’artista è un modo molto personale di esprimere meccanismi interiori e processi psichici di solito resi attraverso modalità artistiche nelle quali si perdono le forme e i contorni della realtà per un impiego istintivo della materia e del colore: pensiamo al surrealismo, all’espressionismo e alle altre correnti sempre più lontane dalla rappresentazione della figura.
Un artista coraggioso, quindi, che non ha ceduto alla moda delle avanguardie, la sua genuinità e il suo talento sono stati riconosciuti da personaggi quali Larry Gagosian, grande mercante d’arte, e Carlo Bilotti, grande collezionista, nel cui museo a Villa Borghese il Comune di Roma organizzò nel 2008 la prima mostra dedicata a un artista contemporaneo; nel 2014 è stato finalista del prestigioso Premio Terna.
Le sue opere sono presenti in alcune importanti collezioni, tra cui quelle di Bilotti e Gagosian, dal 1997 almeno 15 mostre personali in Italia a Roma e Palermo, San Benedetto del Tronto, Spoleto e Potenza, all’estero a Londra e New York, e 25 mostre collettive, oltre che nelle città ora citate, in Italia a Catania e Cosenza, Venezia e Milano, all’estero a Los Angeles e Gstaad.
Alle opere esposte nella mostra attuale si attaglia il giudizio critico di Giusi Diana che vede nella sua arte “il senso del movimento e la ricerca del ritmo, ma soprattutto la monumentalità e la teatralità, che hanno avuto la loro massima diffusione in un’altra epoca storica, quella barocca”.
La Quattrini collega al barocco tuta la mostra “Da Palermo a Madrid” , non solo l’opera di Nicola Pucci: “Un’epoca, quella barocca, che sembra ripetersi nella contemporaneità con la crisi dei valori e delle certezze acquisite, con i suoi dubbi e le sue stravaganze ma anche con un forte ritorno al reale”. Sono motivi e pulsioni che l’arte interpreta con il proprio linguaggio, e ci sembra sia questa la cifra comune degli artisti espositori, con opere pur così dissimili nello stile e nei contenuti.
Info
Galleria RvB Arts, via delle Zoccolette 28 e Antiquario Valligiano, via Giulia 193, Roma, orario di negozio, domenica e lunedì chiuso, ingresso gratuito. Tel. 06.6869505, cell. 335.1633518, http://www.rvbarts.com/. Cfr., in questo sito, i nostri precedenti 15 articoli sulle mostre di “Accessible Art” organizzate da Michele von Buren in RvB Arts: nel 2016 il 23 gennaio, nel 2015 il 25 dicembre, 9 novembre, 26 giugno e 3 aprile, nel 2014 il 17, 27 giugno e 14 marzo, nel 2013 il 5 novembre, 5 luglio e 21 giugno, 26 aprile e 27 febbraio; nel 2012 il 10 dicembre e 21 novembre. Per le citazioni del testo, cfr., in questo sito, i nostri 3 articoli sulla mostra di Deineka a Roma, il 26 novembre, 1° e 26 dicembre 2012, nel primo è riprodotto in apertura il suo dipinto “Portiere” da noi collegato al dipinto “Rovesciata” di Pucci; e i nostri articoli sulle mostre di De Chirico da noi collegato per i suoi “Mobili nella valle” a un altro dipinto di Pucci, il 1° marzo 2015 per la mostra di Campobasso, il 20 e 26 giugno e 1° luglio 2013 per la mostra di Montepulciano; inoltre in “cultura.inabruzzo.it il 27 agosto, 23 settembre e 22 dicembre 2009, 8, 10 e 11 luglio 2010 per tre mostre a Roma (tale sito non è più raggiungibile, gli articoli saranno trasferiti in questo sito); inoe ltre il nostro articolo in “Metafisica”, “Quaderni della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico”, n. 11/13 del 2013, e nell’edizione inglese dei “Quaderni”, “Metaphysical Art”.
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante all’inaugurazione della mostra nella galleria RvB Arts, si ringrazia l’organizzazione, in particolare Michele von Buren, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. In apertura, Nicola Pucci, “Corrida”; seguono, Luis Serrano, “Carrefour Ballestreros”, Martinez Cànovas, “Culebros” , “Morlaco”; poi, Evita Andùjar, serie “Liquidi”, 1, 2, …, fino a “L’ora del te”, e Danila Belato, “Fly”; quindi, Luca Crivello, “Pulse 1″ , “Pulse 2“, e Roberto Calò, “Anima densa”, “Lux XVI”; inoltre, Massimiliano Carollo, “Neonati”, “Tauromachie”, e Nicola Pucci, “Donna sul divano”, “Sala biliardo”; infine,Pucci, “Salto in stazione” ,“Ciclista con specchio”; in chiusura, Pucci, “Rovesciata”.
; seguono.