i Romano Maria Levante
La 2^ edizione dei “Fumetti nei Musei” espone, nell’Istituto della Grafica a Roma, dal 12 dicembre 2019 al 16 febbraio 2020, 29 album con le storie disegnate da alcuni dei maggiori artisti creativi del genere, ambientate nei Musei italiani. L’iniziativa, ideata e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, è stata realizzata con Coconino Press – Fandango e il supporto di Ales S.p.A., la società “in house” del Ministero e del “Centro per i servizi educativi”, sempre del MiBACT. Sono intervenuti il ministro Dario Franceschini con il Direttore generale Musei del ministero Antonio Lapis, il direttore della Coconino Press Fandango, Ratigher, la direttrice dell’Istituto Centrale per la Grafica Maria Cristina Misiti, introdotti dal Capo Ufficio Stampa del Ministero Mattia Morandi, presenti il presidente A. D. di Ales S. p.A. Mario De Simoni e i Direttori dei Musei. Nelle festività fino a Capodanno si sono avuti 3000 visitatori.
L’iniziativa nella presentazione dei promotori.
Con i 29 nuovi album prodotti nell’attuazione del programma mediante la collaborazione attiva del MiBACT attraverso le sue strutture museali, la propria società di servizi qualificati e il Centro per i servizi educativi, il “corpus” fumettistico ambientato nei Musei raggiunge le 52 creazioni, dato che nella 1^ edizione sono stati già prodotti 22 album da altrettanti artisti e case editrici. Tale edizione, i cui risultati sono stati presentati nel febbraio dello scorso anno, è risultata vincitrice del premio Gran Guinigi per la migliore iniziativa editoriale 2018 del Lucca Comics & Games il cui direttore, Emanuele Vietina, l’ha definita “un progetto unico nel suo genere” imperniato su “una relazione fra artisti, istituzioni e imprenditori della cultura che ha dimostrato quanto la nona arte, il fumetto, possa contribuire alla conoscenza del patrimonio artistico e monumentale”.
L’importanza dell’iniziativa è testimoniata dall’impegno del ministro Dario Franceschini che, per una felice combinazione, ha presentato sia la prima che la seconda edizione, tra le quali c’è stato l’interregno del ministro Bonisoli. E ne ha parlato in termini di svolta, collegandola alle altre iniziative di sostegno all’arte contemporanea – come il premio di Italian Council per il quale è stato annunciato lo stanziamento di 1,3 milioni di euro – nella quale sono inclusi a pieno titolo i Fumetti. “L’Italia ha sempre eccelso nel settore della tutela -ha affermato Franceschini – divenendo un esempio in tutto il mondo. È arrivato il momento di aggiungere a questo investimento una grande attenzione alla contemporaneità, finora trascurata».
Inoltre ha sottolineato come l’iniziativa consente il coordinamento dei due momenti, entrambi fondamentali, uno di conservazione del patrimonio passato, l’altro di promozione dell’arte contemporanea: «Questo progetto, oltre a raccontare i musei con un nuovo linguaggio e lasciare libera la fantasia di alcuni tra i migliori fumettisti italiani, dimostra anche come investire sulla tutela e sul passato possa essere un’occasione per dare maggiore impulso alle industrie culturali e creative e ai giovani artisti. Un progetto innovativo al quale il Ministero tiene molto». Oltre a queste considerazioni generali il Ministro ha parlato in modo specifico della mostra e ha concluso rendendo omaggio agli artisti impegnati nella creazione dei Fumetti ispirati ai Musei leggendo tutti i loro nomi al termine della presentazione.
Il Direttore generale dei Musei, Antonio Lampis, si è soffermato sulla collaborazione fornita nel fecondo incontro tra gli artisti del Fumetto e i Musei nei quali ambientare le loro storie, due mondi così diversi che si sono incontrati nel comune intento di raggiungere un elevato risultato culturale. Lampis è impegnato in un’opera di profondo rinnovamento del sistema museale, ne parlò il 17 ottobre 2018 al convegno di Civita sulla “Cultura come diritto di cittadinanza”. Sostenne che la cultura va considerata un diritto di tutte le persone che vivono nel territori, e va collegata alla casa, alla scuola e agli altri diritti; pertanto i Musei, nei quali si esprime maggiormente l’accesso popolare alla cultura, vanno ritenuti servizi pubblici essenziali. A questa prospettiva si collega l’attuale iniziativa che amplia notevolmente il raggio di diffusione tra i giovani attirandoli maggiormente nei Musei.
Il “Sistema unico dei Musei”, al quale tende il rinnovamento in atto, “flessibile, leggero e veloce”, introduce notevoli innovazioni nell’impostazione e gestione museale, tra le quali ci sembra attinente al programma “Fumetti nei Musei”. La nuova “narrazione museale” deve presentare le opere esposte in rapporto con gli ambienti di provenienza nelle forme più appetibili anche per le giovani generazioni per far conoscere il nostro patrimonio culturale alle fasce rimaste escluse: linguaggio, allestimenti e contenuti vengono rinnovati per questi obiettivi.
Ebbene, il linguaggio dei Fumetti è particolarmente adatto ad avvicinare soprattutto i giovanissimi ai Musei rompendo quel diaframma che neppure gli appositi Laboratori riescono a superare; e se i Musei entrano nei contenuti delle storie fantastiche che li affascinano la simbiosi è completa. E’ un risultato straordinario perché nell’immaginario collettivo “Fumetti nei Musei” è un ossimoro, due mondi a distanza siderale: i Musei sono la quintessenza della serietà e della tradizione, il regno degli adulti, rivolto al passato, anche se si cerca di interessare i ragazzi con laboratori; i Fumetti invece evocano la fantasia senza freni e l’anticonformismo, il regno dei giovani proiettato nel futuro. D’altra parte, la formula è stata già applicata in Francia per il Louvre e il Museo d’Orsay con la pubblicazione di volumi a fumetti, ma da noi ora è estesa alla vasta rete museale del nostro paese.
Il direttore della Coconino Press Fandango, Ratigher, a sua volta ha affermato: “I fumetti di questa collana sono liberi, coraggiosi, esagerati e prendono molto seriamente il loro ruolo di araldi di tutto ciò che di libero, coraggioso ed esagerato custodiscono le collezioni e i luoghi dei musei italiani”. Da qui sono nate le storie raccontate nei fumetti, che esaltano “l’eccellenza dell’ingegno, l’anticonformismo rivoluzionario delle avanguardie, gli uomini e le donne che hanno dedicato la vita alla custodia del patrimonio artistico italiano”; ma non c’è nulla di agiografico, si prende lo spunto anche da “episodi minimi, storie di incontri fortuiti con grandi opere, lo stupore di chi ancora non ha la cultura e che da oggi inizierà a pretenderla”. Questo sui contenuti delle storie narrate, sulla forma espressiva Ratigher cita “un campionario di stili diversissimi, fotografia dell’inebriante momento che il fumetto italiano sta attraversando”. E conclude con un invito intrigante: “Visitiamo i musei, leggiamo i fumetti e da oggi possiamo anche visitare i fumetti e leggere i musei”.
Da oggi ma per proseguire, non è un’iniziativa transitoria, si guarda già avanti: «Fumetti nei musei è un progetto in continua evoluzione che, potenzialmente, può raccogliere tutte le collezioni dei musei italiani e stiamo già pensando di coinvolgere anche altri musei, a partire dai sette diventati ora autonomi con la nuova organizzazione del Ministero», ha dichiarato il Responsabile stampa e comunicazione del MiBACT, Mattia Morandi. «L’intenzione è non fermarsi qui, c’è un mondo inesplorato che la creatività dei fumettisti italiani può ancora raccontare con vivacità e simpatia».
Dalle mostre romane sui fumetti alla mostra sui Fumetti nei Musei
Ai Fumetti sono state dedicate a Roma negli ultimi anni importanti mostre che hanno consentito di constatarne la penetrazione e la diffusione. Nel 2019 per l’Italia il Festival dei Fumetti al Macro Mattatoio nel mese di maggio, per il quadro internazionale la rassegna “Romics” alla Fiera di Roma in ottobre; tra ottobre 2017 e gennaio 2018 “Mangasia” al Palazzo delle Esposizioni aveva consentito di immergersi nel contesto spettacolare e coinvolgente del fumetto asiatico, soprattutto giapponese, particolarmente fiorente sia sotto l’aspetto editoriale sia per i contenuti.
In Giappone dal punto di vista editoriale vengono pubblicate serie per le diverse fasce di età, la rivista a fumetti più diffusa vende quasi due milioni di copie a settimana; oltre alle riviste, dagli anni ’20 si pubblicano libretti per bambini e adulti diffusi nelle biblioteche circolanti, le vendite di fumetti “Manga” raggiungono 3,5 miliardi di dollari. I contenuti sono dei generi più vari, dai sentimenti agli eroismi, dalle leggende e tradizioni alle rievocazioni della storia patria; possiamo dire che il nostro “Fumetti nei Musei” rientra in questo loro spirito anche storicistico e celebrativo.
Sotto il profilo artistico i fumetti giapponesi sono stati legati alle xilografie dell’ “ukiyoe”, per la parte disegnata su cui poi interveniva l’intagliatore e lo stampatore, basta citare i nomi di Hiroshige, Hokusai ed Eisen ai quali sono state dedicate due grandi mostre a Roma, ovviamente per la parte pittorica; ma va ricordato che questi grandi artisti sono stati anche autori di Fumetti, anzi il termine “manga”, di origine cinese, fu introdotto nel 1814 da Hokusai per gli schizzi che gli “sfuggivano” cui venivano uniti dei testi, ne realizzò migliaia, pubblicati in 15 volumi. Ricordiamo in anni meno recenti le mostre, sempre a Roma, dei fumetti di Crepax con la sua Valentina e di Paz con il suo Pertini, inoltre quelle, di tipo alquanto diverso, con le vignette politiche di Mario Sironi e di Forattini. Una galleria artistica molto particolare.
Ma torniamo alla mostra che passa in rassegna le storie disegnate, ambientate nei nostri musei, esponendo per le 29 case editrici e i rispettivi autori pannelli recanti la copertina dell’albo con delle pagine-campione e presentando nel contempo l’albo pubblicato perché possa venire sfogliato e scorso rapidamente dai visitatori della mostra: 18 pagine della storia a fumetti più altre 6 pagine per notizie sul Museo e sulle opere d’arte protagoniste nonché uno spazio per una libera prova fumettistica del ragazzo. Gli album sono dati gratuitamente ai partecipanti ai Laboratori nei singoli musei, infatti parte del ricavato dalla vendita viene destinato a questa iniziativa promozionale di natura didattica. Una cartello esplicativo con l’icona della mostra completa l’illustrazione fornita.
Nelle due grandi sale alla cui pareti sono esposte le 29 realizzazioni ci si sente presi da un abbraccio artistico e fantastico, per la varietà, la qualità e la spettacolarità delle interpretazioni. Ne faremo una rapida carrellata preceduta dalle dichiarazioni sull’iniziativa, valide tuttora, con cui due protagonisti assoluti, Ratigher direttore della casa editrice , e LRNZ supervisore e curatore grafico del progetto oltre che autore, salutarono la 1^ edizione, vincitrice poi del premio citato.
Ratigher disse – lo ha citato Adriano Ercolani – che “nella quasi totalità delle storie c’è una grande componente di mistero e magia. Esprimersi in maniera libera, senza didascalici intenti didattici, ha portato tutti gli autori a mostrare l’aspetto dell’istituzione museale che credo più inneschi le sensazioni di un bambino (coloro a cui è rivolto il progetto). Parlo del mistero fecondo in cui ci si inoltra durante le prime visite museali, l’entrata in un luogo che ci viene detto essere ‘importante””. Ed è la mancanza di conoscenza specifica da parte dei piccoli a trasformare le visite “in passeggiate magiche nell’eccellenza delle umane capacità, passeggiate dove non si impara nulla di specifico se non imparare a imparare”. Risultato: “I Fumetti nei musei sono dei bellissimi detonatori di domande che portano i ragazzi a chiedersi quale sia il loro potenziale e come lo sviluppo delle loro capacità attraverso il gioco, la paura e la passione, possa migliorare la vita propria e degli altri”. E non è poco porsi tali interrogativi che contribuiscono a formare la coscienza civile.
Il “mago LRNZ”, a sua volta aggiunse: “L’applicazione alle istituzioni pubbliche è la destinazione più alta per il graphic design, perché diventa la voce di tutti. E ci tengo particolarmente che la nostra voce sia una voce bella. Graphic design e fumetto rispondono per buona parte agli stessi quesiti e poter celebrare i luoghi italiani dell’arte visiva con questi due strumenti assieme, è stato un lusso sfrenato”, Detto in modo entusiasta da un creativo anticonformista è un altro fatto straordinario.
Qui potrebbe terminare il nostro resoconto. Ma è ugualmente straordinario che dalle storie narrate, anche se prive di intenti didattici, nascano insegnamenti e lezioni di vita, si “impara a imparare”. Una caratteristica non dichiarata dei fumetti d’epoca era stare dalla parte del bene contro il male, laddove l’Uomo mascherato esprimeva la lotta contro la delinquenza nelle città, e così altri personaggi come Mandrake e Cino e Franco per tornare alle origini, ma sorprenderebbe nel nostro tempo lanciato nella trasgressione. Perciò vogliamo evidenziare gli insegnamenti positivi che nascono delle storie di questa edizione, non ricercati né didattici, ma insiti nelle vicende narrate.
Le nuove lezioni dell’edizione attuale dei Fumetti nei Musei
Cominciamo dai Parchi Archeologici, nel Parco Archeologico dell’Appia Antica l’insegnamento implicito nella storia disegnata da Gud nasce da una caccia al tesoro che certamente avranno nascosto da qualche parte imperatori e papi, mercanti viaggiatori, ne sono convinti tre ragazzi che si impegnano nella ricerca, così possono “Gli esploratori dell’Appia perduta” “, rivivono la storia antica nelle sue fasi avvincenti e misteriose, un vero insegnamento. Anche nel Parco Archeologico di Ostia Antica, Risuleo e Pronostico con il loro “Passatempo” evocano i segreti e i misteri che è bello esplorare, c’è la voce inattesa di una dea, più interessante delle ragazze che mancano, l’insegnamento è evidente, è bello riscoprire il passato e può serbare tante sorprese.
Dal Parco di Ercolano un altro messaggio, Roberta Scomparsa vi ambienta una storia proiettata nel 2079, una nuova catastrofe provocata non dalla natura ma da una guerra distruttiva per il controllo delle fonti di energia: il primo insegnamento è contro la guerra, il secondo è l’importanza dell’amicizia che il piccolo sopravvissuto, “Salvo delle pietre” scopre incontrando nella città fantasma altri due sopravvissuti mentre si era rinserrato in se stesso. Nell’Antiquarium e zona archeologica di Canne della Battaglia, Silvia Rocchi rievoca la battaglia tra Roma e Cartagine non attraverso i condottieri ma i semplici combattenti, spesso ragazzi, entrando nei loro pensieri prima dello scontro, nelle loro speranze e paure, l’insegnamento è che la storia è fatta anche da loro, non solo dai grandi personaggi unici protagonisti. sono “Gli invincibili”.
Passando ai Musei Archeologici, nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei di Baia la storiadi Miguel Angel Valdiva fa vedere che basta chiudere gli occhi e tendere l’orecchio per sentire storie meravigliose di popoli e persone, sono portate dal “Vento” che dà il titolo al fumetto, un bell’insegnamento a raccogliersi in sé stessi per poter ricevere tanti messaggi inebrianti: “Il vento non sa leggere” si intitolava un vecchio film, ma evidentemente sa parlare.
Dal Museo Archeologico Nazionale “G. Asproni” di Nuoro, Alessandro Sanna ci riporta a 3800 anni fa con una scena carica di “suspence”, i guerrieri con le armi in pugno si fermano per ascoltare una sacerdotessa, è un imprevisto, sono i misteri imprevedibili della storia intitolata “Sisaia” un altro messaggio. Guerra imminente anche nella storia ambientata da Emanuele Rosso nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, l’imperatore Massimino assedia la città pronta a combattere, mentre il lottatore Aimo e la danzatrice, “Bassilla”, molto amati dalle folle, sono impegnati a raggiungere la perfezione nelle loro discipline. Non si può non sentire l’insegnamento che con l’impegno nella ricerca dell’arte e della bellezza si può contrastare l’insano ricorso alla violenza e alla guerra.
Nel Museo Archeologico Nazionale Metauros di Gioia Tauro, Federico Manzone ambienta la storia fantasiosa delle divinità Ermes e Pan che frugano nel Museo per volere di Giove alla ricerca del vaso di Pandora, il custode sospettoso saprà aiutarli? Il rapporto divino-umano e passato-presente è nella storia intitolata “Metauros”, chissà se c’è anche un insegnamento, considerando cosa contiene il vaso di Pandora! Mentre nel Museo Archeologico Nazionale di Matera, “Domenico Ridola”, la storia di Vitt Moretta intitolata “Puzzle” si svolge come con la caccia al tesoro del ragazzo Totò tra cunicoli e massi, pipistrelli e ossa ci sembra insegni non solo che si può vivere un’avventura coinvolgente nel Museo ma anche che il passato può aiutare il presente come fa qualcuno venuto da molto lontano nel tempo soccorrendo Totò.
Dai Musei su antiche civiltà vengono altri insegnamenti, sempre impliciti e non didattici. Nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, Federico Rossi Edrighi ambienta la storia di Michele, non interessato a vasi e reperti perché preoccupato per il proprio futuro, finché non pensa a interrogare i sacerdoti etruschi, “Gli aruspici”. Avrà la risposta che attende, il passato può aiutare il presente, è un insegnamento anche questo.
Il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, nella storia di Pietro Scarnera, rivela un mondo di enigmi e presenze misteriose,”Nel labirinto” c’è anche il tesoro e Micol dopo le Arpie incontra la Sfinge, ha come amico un piccolo etrusco e una scimmietta materializzati nel Museo. Quanti insegnamenti evidenti, dall’amicizia al rapporto passato-presente, insieme alle scoperte che si fanno cercando di conoscere e capire! Nel Museo Sannitico di Campobasso, Ratihher rievoca “L’eterno galoppo” degli antichi cavalieri, i Bulgari che si insediarono in Molise, si facevano seppellire con i loro fedeli destrieri: un insegnamento sulla fedeltà e sul rispetto e l’amore per gli animali, si parla dei cavalli, ma gli animali di compagnia odierni sono uniti al nostro stesso destino.
Dal Museo delle Civiltà di Roma la storia di Manfredi Ciminale racconta di un esploratore che riceve una scatola misteriosa con le storie delle civiltà, la lezione è che occorre avere una mente curiosa, bisogna saper guardare i reperti dell’antichità e saper ascoltare le loro voci, come dinanzi a una “Sciarada”. . Narrano storie affascinanti, come “La visita” al Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo a Roma, Bimbo Tito non voleva andarci tutto preso dai fumetti, poi scoprirà un mondo di avventure e di fantasia tra le statue greche e romane, lo racconta Marco Corona. Nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, sempre a Roma, “Il tema di Ascanio” potrà venire svolto dall’alunno che nella visita ha perso di vita insegnanti e compagni perchè trova una guida che gli fa incontrare grandi personaggi del passato.
Andando più indietro nel tempo con il Museo Preistorico dei Balzi Rossi di Ventimiglia, Andrea Ferraris vi ambienta una storia attuale, “Un fuoco nella nottte”, Mamadou e la sua famiglia si nascondono in una grotta nella traversata clandestina di un confine, i graffiti testimoniano una vicenda come la loro, la storia che si ripete anche dopo 45 mila anni è la lezione? Passato remoto e presente anche nel Museo Nazionale d’Abruzzo la storia di Spugna intitolata “Quattro chiacchiere” mobilita un Mammuth alto 4 metri per lanciare il messaggio che dopo una caduta, come il terremoto, bisogna rialzarsi e andare avanti. Cambia tutto nella Certosa e Museo di San Martino di Napoli, Pablo Cammello fa entrare nel presepio Pulcinella, il Monaciello”, per recuperare il pallone di un ragazzino e mettere ordine.
Dalla amatissima maschera napoletana al terribile Dragone Nero nella storia “Boom samurai boom”, di Marco Galli , nel Museo d’Arte Orientale di Venezia, Adelgonda in Giappone con il marito resta sola in un palazzo pieno di statue e armature di samurai, ma non la spaventa il dragone taglia-teste, sarà lui a doverla temere, l’insegnamento è che non bisogna avere paura, anche nelle situazioni più difficili. Nel Museo Storico e Parco del Castello di Miramare a Trieste, Lise e Talami una storia proiettata nel futuro, “Rosa ananas”, il castello viene occupato di nuovo da un’armata spaziale, ma il parco lussureggiante converte il generale guerriero a dedicarsi ai fiori. Una versione attuale dell’indimenticato slogan “mettete i fiori nei vostri cannoni”? Comunque un insegnamento, forse non ricercato né voluto ma implicito, sulla pace e insieme sulla bellezza della natura.
Dai Musei a Luoghi storici e residenze nobiliari. Nel Mausoleo di Teodorico a Ravenna, Giuseppe Palumbo parla di un bambino che aveva paura de fulmini e fu mandato ostaggio, poi divenne re e conquistò l’Italia, con molti segreti tra l’umano e il divino, un insegnamento è che nulla è impossibile, ci sono “16 possibili usi di un Mausoleo”. Tra le residenze nobiliari nel Palazzo Ducale di Gubbio, Michele Petrucci presenta una bambina, la duchessina Costanza, con gioie e grandi dolori, la consola Martino, che solo lei può vedere in segreto, la storia di “Costanza e Martino” ripropone l’insegnamento dell’importanza dell’amicizia e in più quello dell’inevitabilità dei dolori della vita.
Nel Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, Luca Negri ambienta una visita scolastica, la professoressa scompare, i ragazzi giocano a diventare adulti con diverse identità, quasi una “piece” teatrale, si può ricavare la lezione a sapersi organizzare dinanzi all’imprevisto, ne viene fuori una “Naumachia”. A Villa Adriana – Villa d’Este di Tivoli, la storia di Eliana Albertini si svolge nei giardini tra statue e fontane, la voce di una dea racconta vicende misteriose a Mattia e ai suoi amici, dai “Cambi di posto” torna l’insegnamento a saper ascoltare la voce che viene da lontano. Invece a Villa della Regina di Torino, Lorenzo Mò racconta “La gita intergalattica di Titta & Plyn”, due alieni che prendono dei reperti dalla villa per portarli nel loro pianeta, ma sono dei pasticcioni e si fanno scoprire.
E’ questo l’insegnamento, non fare pasticci? Una storia di 700 anni fa, “Acqua passata” , Altan la ambienta alCastello Scaligero di Sirmione, Elalberto uccide Arice che rifiuta di cedergli e viene ucciso da Ebengardo, viene evocato e fa da guida con una sorpresa finale, noi non possiamo non pensare ai femminicidi che è giusto segnalare all’esecrazione di ragazzi. Nell’ultima residenza storica, la Rocca di Gradara, Mara Cerri racconta le storie d’amore di Isotta, Lucrezia, Francesca, lontane ma anch’esse attuali, un insegnamento per le giovani ragazze, “Dietro di te” il titolo.
Le ultime due storie sono ambientate in Palazzi romani sedi di istituzioni. “Un lungo respiro” nell’Istituto Centrale per il Restauro, Maria Chiara Di Giorgio fa approdare un satiro che viene dal passato, storici e scienziati si prendono cura di lui e trova un amico: viene così insegnata l’importanza dell’ “ospedale” che restaura oltre quella dell’amicizia che non ha confini. La chiusura è nella sede della mostra, l’Istituto Centrale per la Grafica, Giacomo Nanni racconta come Clemente XII salvò una storica collezione dalla vendita, è una bella lezione per i ragazzi il tesoro delle stampe, disegni, incisioni con la grandezza di Roma nel tempo, e l’importanza di preservarlo anche usando la fantasia, di qui il titolo “L’immaginifico Signore”.
Le motivazioni degli autori delle storie a fumetti della 1^ edizione
Alla veloce carrellata sulle storie narrate per gli insegnamenti impliciti in esse, aggiungiamo qualche elemento sull’approccio degli autori a storie con ambientazioni così diverse da quelle consuete dei fumetti, addirittura in luoghi austeri come le Aree archeologiche, i Musei e le Residenze storiche. Citiamo le motivazioni di alcuni degli autori dei Fumetti nei Musei della 1^ edizione, particolarmente significative essendo il contatto iniziale con il mondo dell’antichità anche remota. Ci siamo basati sulle impressioni raccolte direttamente da Adriano Ercolani.
Tuono Pettinato e Neri & Scheggia, nella Galleria dell’Accademia di Firenze, hanno voluto raccontare le vicende umane dei protagonisti degli ambienti museali, personaggi e capolavori, facendoli scendere dal piedistallo e dalla cornice per renderli umani anche nelle loro debolezze; e si è trattato addirittura di Michelangelo, e del David, idolatrato dai visitatori ma isolato rispetto agli altri personaggi minori del museo. Nello stesso spirito, nella Galleria Borghese di Roma, Martoz ha reso protagonista una scimmietta insignificante rispetto ai grandissimi Caravaggio e Raffaello. Anche Andrea Settimo, nella Galleria Nazionale dell’Umbria, ha voluto rappresentare i grandi artisti come il Perugino quali persone reali non mitizzate, violenti e peccatori, una sorpresa spesso inimmaginabile rispetto alle loro opere, ma tale da avvicinarli a noi per poterci identificare in loro.
LRNZ, dinanzi alla nuova formula “Time Is Out of Joint” della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ha voluto immergersi in una dimensione temporale in cui non si distingue più tra permanente e temporaneo, passato e presente, in una dissoluzione del tempo. In un arco temporale dal 1911 al 2018 i “frammenti di un discorso amoroso” di Paolo Bacilieri, dall’Accademia di Brera, l’autore rivive e fa rivivere momenti drammatici della Pinacoteca, come i bombardamenti.
Mentre Marino Neri, dalle Gallerie Estensi di Modena e Ferrara fa partire un messaggio di pace di una famiglia di topini, colpito dal tono bellicoso di statue e quadri ma controbilanciato dall’immagine dell’Amore che scaglia la sua freccia nel cuore. A Maicol&Mirco la Reggia di Caserta fa sentire che dopo gli esseri umani e gli animali, “ora ci tocca assolutamente imparare a rispettare le cose. Che poi è il vero messaggio di ogni museo”.
Hanchi, nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino non si è fatto vincere dall’ambiente austero e tradizionale, e non ha rinunciato a inserire l’incredibile nell’ordinario, allaga il museo, che non è neppure incredibile a stare all’acqua alta di Venezia e alla rovinosa alluvione di Firenze. Invece Lorena Canottiere, nella visita ai Musei Reali di Torino ha avuto l’impressione “di camminare attraverso un’onda da tsunami senza avere il bisogno di proteggersi e rendendosi conto di poter respirare sott’acqua, anzi di aver bisogno di quel respiro lungo secoli. Trovare una storia da raccontare è stato facilissimo, più difficile è stato tornare alla realtà”. Anche Lorenzo Ghetti, nel Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, si è trovato in un “mondo altro”, diverso da quello esterno, altra atmosfera, con delle finestre sul tempo che possono collegare diverse realtà.
La sorpresa di Dr. Pira è stata di trovarsi nel Parco Archeologico di Paestum appena fuori dalla stazione, il tempo annullato, poi l’antico reperto che ritrae un tuffatore e il trampolino quando non esisteva lo sport dei tuffi fa il resto: “Non lo so, a me è esploso il cervello, e il risultato è quel fumetto che ho fatto”. Nessuna sorpresa, al contrario, per Otto Gabos, conosceva il Museo del Bargello di Firenze, ci è tornato già preparato, ma ha scelto angolazioni inusuali in modo da creare un gioco di specchi, una storia affascinante e misteriosa.
Uno specchio alla nostra quotidianità lo vede nel cielo Paolo Parisi, dalle Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, come luogo ideale di narrazioni mitiche, le costellazioni dei pianeti “un museo immaginifico ‘a cielo aperto’ con tutte le opere della storia dell’umanità”. Una inconsueta visione cosmica anche dai Bronzi di Riace del Museo di Reggio Calabria, che fa dire a Vincenzo Filosa: “E’ stato come trovarsi di fronte a un bivio intergalattico da cui partono autostrade verso pianeti lontanissimi e sconosciuti. Nessuno di noi sa cosa può succedere quando la mente ‘libera’ di un ragazzo di otto anni, nove o dieci anni impatta contro un’opera tanto imponente e suggestiva“.
Alice Socal, nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ammette la difficoltà di interessare un pubblico, per lei inconsueto, di bambini: “Per me é stato un po’ un salto nel vuoto: sapere che anche solo un bambino trovi la mia storia divertente, potrebbe essere il successo più grande della mia carriera di disegnatrice”. Analogo impegno di Alessandro Tota, nella Galleria degli Uffizi di Firenze, che confida:”Quando leggo un libro ai miei figli cerco un libro che sia intelligente e faccia divertire, una cosa non esiste senza l’altra. Spero di essere riuscito nell’impresa”.
Squaz, forse per superare questa difficoltà, del Museo Archeologico Nazionale di Taranto sceglie la figura olimpica dell’’Atleta di Taranto vincitore di quattro edizioni delle gare Panatenaiche, piuttosto che gli ori degli orefici antichi, e vi collega il messaggio che l’’ottimismo della Volontà, in questo caso del Cuore, prevale sul pessimismo della Ragione. Stessa motivazione in Fabio Ramiro Rossin, che nel Palazzo Reale di Genova, con la storia del principe malato ed immobilizzato nel palazzo ma per la forza di volontà “viaggiò comunque, con la mente, grazie al suo coraggio, alla sua sensibilità, alla sua voglia di conoscere e custodire la bellezza del mondo”.
Dal Palazzo Ducale di Mantova, Sara Colaone è presa dalla differenza tra l’occasione, che consiste nel contatto con un oggetto di mero consumo, e l’esperienza che fa nascere pensieri e relazioni, e collega ciò che si vede con ciò che si sa: la visita al palazzo viene sentita come esperienza, non come occasione, vissuta nel mistero della bellezza inserito nel grande quadro della conoscenza. Bianca Bagnarelli, dal Parco Archeologico di Pompei confida che la storia narrata nasce dalla propria visita a Pompei allorché, perduto di vista il compagno, lo ha cercato a lungo tra case e cortili, anditi e corridoi, da proprie vicende anche minime possono nascere grandi idee.
A Roberto Grossi, il Parco Archeologico del Colosseo fa sentire, “Hic”, la voce del tempo che scorre inarrestabile tra fasi di grandezza e di decadenza, trasformazioni improvvise e interminabili staticità, momenti importanti perché irripetibili, ma anche insignificanti perché brevissimi rispetto alla dimensione millenaria del tempo.
Con il Colosseo che esprime in modo plastico questa dimensione chiudiamo il nostro “excursus” che dalle storie dei Fumetti nel Musei della 2^ edizione ci ha riportato alle motivazioni degli autori della 1^ edizione. Ne emerge il contenuto di un’iniziativa di cui abbiamo sottolineato l’interesse e il valore nell’avvicinare i giovanissimi ai Musei, che custodiscono un immenso patrimonio culturale e storico vitalizzato e portato alla ribalta dalle storie fantastiche e coinvolgenti raccontate.
Info
Palazzo della Grafica, Via della Stamperia 6, Roma. Dal lunedì al venerdì ore 9.00-19,00, sabato e domenica ore 9.00-14,00. Ingresso gratuito. Tel. 06.699801, fumettineimusei@beniculturali.it; due “brochure” illustrative. Per gli artisti citati, e le manifestazioni indicate, cfr. i nostri articoli in: www.arteculturaoggi.com, Musei nella cultura come diritto di cittadinanza 25 ottobre 2018, Hirosawa 14, 19 giugno, 5 luglio 2018, Hokusai 2, 8, 12 dicembre 2017, Mangasia 1, 6 novembre 2017, Forattini 27 febbraio, 2 marzo 2018, Sironi 2 novembre 2015; fotografia.guidaconsumarore.it, Crepax 1° luglio 2012; cultura.inabruzzo.it, Paz 23 febbraio 2011 (gli ultimi due siti non sono più raggiungibili, gli articoli saranno trasferiti in altro sito).
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante nel Palazzo della Grafica alla presentazione della mostra, si ringraziano gli organizzatori, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. Riproducono i cartelli illustrativi delle singole storie ambientate nei rispettivi Musei cui è unito l’album realizzato, per metà circa oltre al Cartello illustrativo viene riportato il Particolare della pagina ingrandita; le immagini sono inserite nell’ordine di citazione nel testo. In apertura, la Locandina della mostra; seguono. Gud, Parco Archeologico Appia Antica Roma, e Particolare; poi, Risuleo e Pronostico, Parco Archeologico di Ostia Antica Ostia, e Particolare; quindi, Roberta Scomparsa, Parco Archeologico di Ercolano; inoltre, Silvia Rocchi, zona archeologica di Canne della Battaglia; ancora, Miguel Angel Valdiva, Museo Archeologico dei Campi Flegrei Baia, e Particolare; ancora, Alessandro Sanna, Museo Archeologico Nazionale ‘G. Asproni’ Nuoro, Emanuele Rosso, Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, e Federico Manzone Museo Archeologico Nazionale Metauros Gioia Tauro; continua, Federico Rossi Edrighi, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Roma, e Particolare; seguono, Pietro Scarnera, Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, e Ratigher, Museo Sannitico Campobasso; poi, Manfredi Ciminale, Museo della Civiltà Roma, e Particolare; quindi, Marco Corona, Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo Roma, e Particolare; inoltre, Taddei e Angelini, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo Roma, e Particolare; ancora, Andrea Ferraris, Museo Preistorico dei Balzi Rossi Ventimiglia, e Particolare; continua, Spugna, Museo Nazionale d’Abruzzo L’Aquila, Pablo Cammello, Certosa e Museo di San Martino Napoli, e Marco Galli, Museo d’Arte Orientale Venezia; seguono, Lise e Talami, Museo Storico e Parco del Castello di Miramare Trieste, e Particolare; poi, Giuseppe Palumbo, Mausoleo di Teodorico Ravenna, e Particolare; quindi, Michele Petrucci, Palazzo Ducale di Gubbio, e Particolare; inoltre, Luca Negri R.S. M., Complesso Monumentale della Pilotta Parma, e Particolare; ancora, Eliana Albertini, Villa Adriana – Villa d’Este Tivoli, e Particolare; continua, Altan, Castello Scaligero di Sirmione, e Mara Cerri, Rocca di Gradara; infine, Mariachiara Di Giorgio, Istituto Centrale per il Restauro Roma e Giacomo Nanni, Istituto Centrale per la Grafica Roma; al termine, Gli album della 1^ edizione della mostra in esposizione e, in chiusura, la presentazione della mostra, al microfono il ministro Dario Franceschini, alla sua dx il Direttore generale per i Musei Antonio Lampis e la direttrice dell’Istituto Centrale per la Grafica Maria Cristina Misiti, alla sua sin. il direttore della Coconino Press Fandango, Ratigher e il Capo dell’Ufficio Stampa del Ministero Mattia Morandi.
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