Spalletti e De Laurentis, ne parlano “due amici al bar”su FB

di Romano Maria Levante

Oggi 1° settembre 2023 inizia la nuova avventura di Luciano Spalletti alla guida della nostra nazionale di calcio, dopo le improvvise dimissioni di Roberto Mancini, il quale dopo il trionfo nel Campionato europeo 2021 ha dovuto subire l’eliminazione dai mondiali del Qatar cui l’Italia non ha potuto partecipare per colpa… di due rigori sbagliati da uno dei suoi giocatori. Dalle dimissioni di Ferragosto alla fine dello stesso mese Mancini è diventato Commissario Tecnico dell’Arabia Saudita con un contratto faraonico di 100 milioni di euro per 4 anni, una tombola, dimenticata l’italianità che lo portò a fare il giro di campo dopo la vittoria del suo Manchester City nel campionato inglese con il tricolore al collo, e la successiva accettazione della panchina azzurra rinunciando ai 13 milioni di euro del contratto con lo Zenit di San Pietroburgo. In questi 15 giorni di emergenza creata dalla sua inattesa e repentina rinuncia la Federcalcio ha scelto come nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Luciano Spalletti, reduce dalla memorabile vittoria del Napoli – da lui allenato per i due ultimi anni – nel campionato italiano, tanto straordinaria da fargli rinunciare a proseguire con la squadra vittoriosa non sentendosi di sopportare lo stress derivante anche dall’impazzimento cittadino per il successo atteso da 33 anni. A questo punto è scoppiato il caso perchè il presidente da venti anni del Napoli, Aurelio De Laurentis, paradossalmente ha preteso il pagamento di una penale di 3 milioni di euro in base al “patto di non concorrenza” fatto firmare a Spalletti per liberarlo dell’anno restante di contratto dopo la conquista dello scudetto. Tutte cose note, almeno agli appassionati, le abbiamo ricordate per introdurre, a celebrazione di questo 1° settembre di inizio dell'”era Spalletti” nella Nazionale – nella quale auguriamo che abbia lo stesso successo ottenuto nel Napoli – la discussione, avviata dal Post su Facebook del 17 settembre, si è svolta in 17 Post fino al 30 agosto, con un amico ed ex collega, siamo stati come “2 amici al bar”. . In più, rispetto al testo di Facebook – riprodotto identico, anche nella diversa spaziatura dei capoversi – ci sono le immagini, importanti per evidenziare l’impazzimento cittadino che mostra come chi lo ha suscitato – l’allenatore vittorioso – ne ha sentito con la profonda soddisfazione l’immancabile contraccolpo nello stress accumulato. . I “2 amici al bar” la vedono in modo completamente diverso, anzi opposto, li accomuna solo la determinazione, o, se si vuole, la pervicacia nel sostenere la propria tesi.

La squadra del Napoli con la Coppa della vittoria nel Campionato di calcio 2022-23

& Friend

Romano Maria Levante

Non capisco come i napoletani possano essere d’accordo con l’azione del Napoli calcio il cui comunicato si conclude così: “Per il club Napoli 3 milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di ‘vil denaro’ bensì di principio”. I 3 milioni sono la pretesa di De Laurentiis secondo cui l’allenatore uscente del Napoli Luciano Spalletti dovrebbe pagare 3 milioni di euro per poter allenare la Nazionale italiana, per effetto della clausola firmata allorché ha deciso di non proseguire ad allenare il Napoli dopo la travolgente vittoria del campionato per un anno sabbatico di riposo. Non entro, se non per un accenno, nelle questioni giuridiche del “patto di non concorrenza” liberatorio dal precedente contratto, mi limito ad osservare in base alle poche notizie disponibili che comunque la Nazionale non è in concorrenza con il Napoli e anche se fosse inclusa esplicitamente nella clausola questa sarebbe nulla perché immotivata e troppo limitatrice della libertà di lavoro, secondo le sentenze della Corte di Cassazione. Mi interessa invece la “questione di principio” evocata dal presidente del Napoli: ebbene, l’unica “questione di principio” è la riconoscenza che non solo la società e il suo Presidente, ma anche l’intera popolazione napoletana devono a Spalletti per aver realizzato il sogno impossibile della vittoria nel campionato trentatre anni dopo il secondo dei due scudetti dovuti a Maradona, mentre questo scudetto è dovuto a Spallett; ed è una vittoria con risultati economici che surclassano i 3 milioni, quindi è giusto che nel comunicato si dica che “non sono certo molti” per il Napoli, sono molti di più quelli che Spalletti ha fatto e farà guadagnare alla società e al suo Presidente. A stare ai festeggiamenti ininterrotti imperversati molto a lungo in una città letteralmente impazzita dalla gioia per merito di Spalletti, il sentire che invece di fargli un monumento e altri regali adeguati gli si chiedono 3 milioni di euro lascia sbalorditi e increduli. Come nel leggere che “non si tratta di ‘vil denaro’” dato che i 3 milioni di euro “per il presidente sono ancora meno”, resto esterrefatto dinanzi a una simile sfacciata ostentazione in una città che presenta il record dei “Redditi di cittadinanza” per un denaro non certo “vile”. Questa è la “questione di principio”, non l’eventuale cavillo contrattuale, che credo comunque perdente, e lo spero. Aurelio De Laurentis per quanto sopra, essendo uomo di cinema, merita di essere insignito del “Premio Oscar dell’ingratitudine”: invito i Napoletani, che in queste cose sono maestri, a farlo senza indugio.

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentis dopo la vittoria del 3° Scudetto

Tonino Bonavita

Provo a esprimere le mie interpretazioni su questa « strana « vicendaSe Spalletti a portato il Napoli a vincere lo scudetto è facile immaginare che sia stato aiutato da una squadra di soggetti e denari messi a disposizione dal presidente De Laurenti il quale avrà programmato con il contratto di ripetere la vittoria per il prossimo torneoSe Spalletti lascia il Napoli per la Nazionale ne avrà un vantaggio economico e di immagine e costo lo dovrebbe pagare al danneggiatoSu questa storia non possono essere i napoletani a decidere anche se, secondo me, meglio che resti con il NapoliE qui non ci szzeca niente né il Reddito di cittadinanza e tantomeno De Laurenti figlio di un produttore di cinema e della meravigliosa Anna MagnaniNessun giudice può annullare un contratto di lavoro senza giusta causa, Cassazione o non!!

Un’altra immagine della squadra del Napoli con la Coppa della vittoria

Romano Maria Levante

Caro Tonino, condivido la tua definizione di “strana vicenda”, e hai ragione nel ricordare i meriti del presidente del Napoli Aurelio De Laurentis che non riguardano soltanto l’attuale scudetto quanto soprattutto il salvataggio e il rilancio alla grande della sociatà dopo il fallimento e la retrocessione in serie C con l’acquisto nel 2004 e la risalita nelle classifiche fino alla vittoria nella Coppa Italia. Ma lo scudetto è restato un miraggio per i 20 anni quasi della sua presidenza, raggiungerlo dopo 33 anni dal precedente, come è avvenuto nello scorso campionato, è stato un immenso regalo ai tifosi e all’intera cittadinanza, e lo si è visto dai festeggiamenti senza fine. Per questo ci si aspettava che la riconoscenza fosse altrettanto immensa per l’allenatore Spalletti che ne aveva il grande merito soprttutto da parte di un presidente tifoso così appassionato. L’impegno di Spalletti è stato tale da richiedere il distacco da una competizione in cui lui e la squadra avevano dato tutto, di qui la rinuncia a proseguire con il Napoli, tutto questo è umano. La Nazionale è un’altra cosa, “selezionatore” più che “allenatore”, poche competizioni sia pure di alto livello a distanza nel tempo e non lo stress settimanale, si può comprendere che questo impegno Spalletti lo può assolvere e il Napoli con il suo Presidente dovrebbe essere orgoglioso di tale incarico prestigioso nato dallo scudetto conquistato. Non si poteva prevedere la rinuncia dell’allenatore uscente Mancini, con ancora almeno due anni di contratto, quindi nulla di preordinato, tutt’altro. Naturalmente Spalletti non potrebbe comunque restare con il Napoli, come tu auspichi, al contratto è subentrato il “patto di non concorrenza” di cui ho già detto che “non c’azzecca” con la Nazionale che non compete con il Napoi. Non “c’azzecca” neppure Anna Magnani, la grande attrice di tempi lontani, che citi, e neppure la “giusta causa” in un contratto di lavoro già chiuso; mentre “c’azzecca” il Reddito di cittadinanza come battuta dinanzi a una ostentazione sfacciata che offende i tanti napoletani alla ricerca del “vil denaro” per vivere. Sono d’accordo che “su questa storia non possono essere i napoletani a decidere”, ma possono benissimo conferire al grande produttore cinematografico Aurelio De Laurentis il “Premio Oscar dell’ingratitudine” da me evocato.

L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti con la coppa e la medaglia dello Scudetto conquistato vincendo il Campionato di calcio serie A 2022-23

Tonino Bonavita

Romano caro, non ripeto quanto già espresso ampiamente di cui sono fermamente convintoSottolineo comunque che Spalletti senza i sostegni che De Laurentis gli ha messo a disposizione non avrebbe potuto raggiungere il successo per i napoletani ma anche per lui che lo ha reso oggi successore inaspettato di ManciniEcco perchè è Spalletti che deve ringraziare De Laurentis e i napoletani che senza il loro sostegno sarebbe rimasto un semplice allenatoreI napoletani sono folcloristici, geniali nella filosofia della creatività per sopravvivere e qui il Reddito pagato con le nostre tasse per chi non ha lavoroNel 2004 meriti a De Laurentis per la risalita e vittoria della coppaChiudi confermando da parte dei napoletani il “Premio Oscar dell’ingratitudine” a De Laurentis “Come si conciliano queste due opinioni?

I festeggiamenti iniziano fuori dalla stadio di Napoli

Romano Maria Levante

Non sta a me misurare, caro Tonino, i meriti di allenatore e Presidente rispetto ai risultati ottenuti dalla squadra, ho sottolineato quelli di De Laurentis nell’aver tirato su il Napoli dopo il fallimento portandolo in quasi 20 anni di presidenza ai livelli alti della classifica; ma lo scudetto con gli altri allenatori, anche di grande caratura, è stata sempre una chimera mentre Spalletti ha realizzato il sogno dei napoletani dopo 33 anni dal secondo scudetto con Maradona. Legittimo che tu ritenga essere “Spalletti che deve ringraziare De Laurentis”, anzi nel tuo post precedente mi sembra di aver letto che lo deve risarcire avendolo “danneggiato” – però potrei aver capito male- io la penso in modo opposto, ma “de gustibus non est disputandum”. Oggi Spalletti è stato nominato Commissario Tecnico (e non allenatore…) della Nazionale, e questo dovrebbe porre fine ad ogni diatriba. A meno che il Presidente non lo citi in giudizio perchè paghi la penale di 3 milioni di euro, allora saranno i giudici a decidere, ma De Laurentis meriterebbe un altro Oscar che non definisco per carità di patria, mentre il “Premio Oscar dell’ingratitudine” se lo è già meritato e spero che i napoletani con la loro atavica saggezza mista ad ironia si decidano a conferirlo.

I festeggiamenti a Piazza Plebiscito

Tonino Bonavita

Se fossi napoletano non avrei dubbi a chi dare l’oscar della gratitudineIl napoli è resuscitato fino a vincere un campionato grazie a chi ci ha messo le risorse per pagare profumatamente allenatore, giocatori e team Nei giudici ho poca fiducia perché da tuttologhi spesso sbagliano valutazioni.

Romano Maria Levante

Ho capito, caro Tonino, che tu da napoletano daresti al Presidente del Napoli l'”Oscar della gratitudine”, io da italiano gli dò l'”Oscar dell’ingratitudine” per pretendere una “penale” di 3 milioni di euro dall’allenatore che gli ha fatto vincere lo scudetto dopo quasi 20 ann di presidenza, 33 anni dopo il secondo scudetto con Maradona; e questo per la “colpa” di andare a fare il Commissario Tecnico della Nazionale italiana. Ma tengo in serbo un “Oscar” ben più… pesante se avrà il “coraggio” di portare in tribunale l’allenatore che ha fatto impazzire di gioia per settimane una citta’ intera, la sua città. Ripeto, “de gustibus non est disputandum”, finiamola così.

Tonino Bonavita

L’italiano per l’intera nazione. Il napoletano per la sua città. Non penso che De Laurenti desideri portare Spalletti in tribunale visto che non lo ha ancora fatto sapendo anche che l’ex allenatore del Napoli potrebbe non avere 3 milioni di Euro. Passo e chiudo.

Romano Maria Levante

E soprattutto De Laurentis potrebbe non portare Spalletti in tribunale sapendo che perderebbe la causa per l’orientamento consolidato della Cassazione di non ammettere limiti troppo stringenti alla libertà di lavoro riservandoli alla concorrenza vera e propria che in questo caso non esiste, tra Nazionale e Napoli calcio. Comunque è sempre pronto il mio “Oscar” ben più … pesante dell'”Oscar dell’ingratitudine” che gli ho già dedicato.

Tonino Bonavita

La Cassazione non può avere orientamenti ma traduce e applica la legge soprattutto in SU qui chi crea danno alla al popolo di una nazione o di una Città non va distinto: il bianco e bianco – il nero è nero e nessuna legge può dire grigio. Il desiderio soggettivo, noi due lo dimostrato, in Cassazione non viene considerato, la legge si. Confermo quanto già detto sopra.

Romano Maria Levante

Caro Tonino, non sono io che ritengo decisivi gli orientamenti consolidati della Cassazione, negli studi giuridici mi hanno insegnato che la giurisprudenza ha di fatto, e non certo di diritto, forza di legge – anche se questo è un’espressione impropria – tanto più se si tratta della Cassazione perchè i giudici di primo e secondo grado sanno che una sentenza difforme verrebbe cassata. Non capisco quale sia “il danno al popolo di una nazione” che creerebbe Spalletti, nè qui si tratta di “desiderio soggettivo” ma, a quanto dicono, di “patto di non concorrenza” che non può limitare oltre l’ammissibile il diritto al lavoro per il capriccio di un Presidente… Sei liberissimo di restare della tua opinione, la mia non la considero un’opinione quanto la logica conseguenza che posso trarre dalle premesse. Poi, chi vivrà vedrà…

·  Tonino Bonavita

Come tu stesso hai scritto che De Laurentis non porterebbe Spalletti in tribunale sapendo che perderebbe la causa per l’orientamento consolidato della cassazione, io confermo che la cassazione preposta a tradurre le leggi e non ha interpretare ruolo che spetta ai giudici di primo grado e di appello [ ricordi dei miei studi di scienze politiche] e di frequentazione di un mio fraterno amico giudice penalista e Consigliere di Cassazione

Bianco è bianco

Nero è nero

Senza orientamenti che tu hai evidenziato

La distinzione tra noi

-io napoletano e tu italiano riferito esclusivamente all’oscar e non al danno economico, desideri da noi non condivisi

Il diritto al lavoro previsto dalla Costituzione viene regolamentato dalle leggi con l’istituzione di contratti nazionali sottoscritti dalle parti interessate con accordi specifici notarili e privati contenenti accordi dettagliati che solo gli interessati di comune accordi possono modificare

Nè con il tuo legittimo desiderio di italiano e neanche con il mio da napoletano per l’occasione

La logica richiede conoscenze ed esperienze altrimenti ognuno resta con la sua logica interpretazione o lettura del problema

Mi piacerebbe conoscere anche il parere del nostro amico G…..

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, non so come mai ti accanisci sulla mia battuta che De Laurentis difficilmente citerà Spalletti in tribunale temendo di perdere la causa per l’orientamento – che dicono sia consolidato – della giurisprudenza, in particolare della Cassazione, nel limitare l’ampiezza del “patto di non concorrenza” all’essenziale per non condizionare troppo la libertà di lavoro. Non serve citare il presidente Maddalena per dire che i giudici sono soggetti solo alla legge e non sono tenuti a seguire gli orientamenti giurisprudenziali – i quali oltretutto sono in continua evoluzione – neppure quelli della Cassazione a Sezioni Unite. Ma gli orientamenti suddetti danno l’interpretazione più consona della legge, dinanzi ai diversi significati che possono esserle dati, e chiaramente pur senza esservi tenuti i giudici vi si adeguano per non veder cassate le loro pronunce. Ma il punto essenziale che io ho posto non è giuridico, anche se ho parlato di quella che mi appare una eventualità scontata dato l’orientamento della Cassazione. Ho posto un problema morale proprio per l’immenso valore che ha avuto per la cittadinanza napoletana la conquista dello Scudetto dopo 33 anni, e allora c’era Maradona… . E’ proprio l’intensità dei festeggiamenti ininterrotti che sottolinea l’enorme stress accumulato dal protagonista allenatore in un anno così impegnativo; e la sua onestà intellettuale lo ha portato a dire al suo Presidente che non se la sentiva più, proprio per quel carico di emozioni, di proseguire l’anno successivo. Cosa ci si aspettava? Che De Laurentis lo ringraziasse per aver confidato una difficoltà personale a proprio danno, perché non avrebbe avuto il lauto emolumento previsto, mentre gli avrebbe fatto comodo restare anche se con uno stato d’animo non all’altezza, che avrebbe danneggiatola squadra, come avvenne nel Leicester l’anno dopo il “miracolo” della vittoria nel campionato inglese di una squadra per lo più impegnata nella lotta per non retrocedere. Invece cosa ha fatto il Presidente? Per liberarlo dall’anno di contratto lo ha fatto passare sotto le forche caudine di un “patto di non concorrenza” di cui non si conosce l’estensione, ma soltanto la penale di 3 milioni di euro che avrebbe dovuto pagare al Napoli andando ad allenare un’altra squadra, per la quale non aveva le remore psicologiche di cui ho detto. E a che titolo De Laurentis avrebbe incassato 3 milioni di euro? Non per un debito pagato, non come corrispettivo di un danno inesistente, Spalletti non è il dirigente che porta al concorrente segreti aziendali. Ma se ritengo già molto negativo avergli fatto sottoscrivere tale patto in un momento simile, volerlo applicare anche per aver accettato di essere il CT della Nazionale italiana con la quale il Napoli non ha alcuna concorrenza, è inconcepibile, ha dell’incredibile. Di qui la mia previsione che De Laurentis non citerà Spalletti perr non venire sconfessato platealmente dalla giustizia, almeno in Cassazione, anche se potrebbe trovare in primo e secondo grado giudici che la pensano come te, caro Tonino. Almeno questo è il mio pensiero. Ma ora il tema sembra superato nell’interesse, alla ribalta c’è ora il CT della Nazionale che Spalletti sostituisce, Mancini, però questo caso lo definirei l’opposto, “canone inverso”, per usare un termine cinematografico.

·  Tonino Bonavita

La visione della situazione rapporti Spalletti, De Laurentis la tua è diversa dalla mia per diverse interpretazioni dei fatti: investimenti, superpagato, popolarità/celebrità, carriera etc tutto ha portato a De Laurentis, Spalletti e ai napoletani innegabili

Sottolineo, i giudici di primo e secondo grado interpretano sulla base della loro conoscenza e coscienza

La cassazione in Sezioni Unite traducono e non possono interpretare le leggi fatte dai legislatori e approvate dal Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione

Non conosco né il contratto tantomeno le clausole o accordi verbali

La giustificazione della stsnchezza fisica non ci sta visto che non va in pensione ma dovrà affrontare un lavoro certamente più impegnativo e quindi più faticoso fisicamente e mentalmente

Sull’orientamento della Cassazione non so la tua fonte di informazione, io ne ho uno diretto e personale al quale ho posto la domanda con risposta secca:

Tony noi non non interpretiamo ma applichiamo la legge non scritta da noi senza influenze. Se è scritto rosso è rosso, se è scritto nero è nero e tutte le sentenze devono avere lo stesso comportanento.

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, non credo ai miei occhi nel leggere il tuo ulteriore accanimento su un tema secondario nella nostra discussione, rispondo soltanto perché il mio silenzio non sia equivocato. Aggiungo a quanto già ho scritto sull’efficacia delle pronunce della Cassazione interpretative delle leggi pur senza vincolare, un esempio: dopo la sentenze Grilli-Leister della Cassazione che modificava l’orientamento sull’assegno di mantenimento al coniuge divorziato, Berlusconi chiese la revisione alla Corte d’Appello in base a quella sentenza e la ottenne con lo stop all’assegno mensile e la condanna della moglie a restituire 60 milioni di euro… non sono quisquiglie. Ma è troppo elementare per insistervi e non ne parlerò più., mi sorprende la risposta che dici di aver avuto, che nega la realtà. Altrettanto sconcertante che attribuisci a De Laurentis – se ho capito bene – il merito di aver dato a Spalletti “superpagato popolarità/ celebrità, carriera”: anche qui i fatti: allenatore di lungo corso dal 1994, di parecchie squadre, anche di Roma e Inter, negli anni ha vinto diverse Coppe Italia, 4 premi come migliore allenatore italiano e addirittura con lo Zenit di San Pietroburgo ha vinto 2 campionati russi, nel Napoli c’è stato solo 2 anni e nel secondo anno ha vinto lo Scudetto che De Laurentis inseguiva invano da 20 anni e i Napoletani da 33 anni, a chi il merito maggiore? Ma rispetto le tue simpatie e antipatie, però presto molta attenzione ai fatti, e ne ho ciato solo alcuni, per me sono quelli che contano. Finiamola qui. The End.

·  Tonino Bonavita

Tralascio la vicenda Spalletti con interpretazioni non condivisibili.

Preciso che la Cassazione non “interpreta” le leggi ma le applica traducendole.

Se le leggi sono fatte male è colpa dei politici.

Sulla sentenza delle SU della Cassazione in Italia esiste la possibilità di poter ricorrere alla Corte di Appello organo giurisprudenziale del Ministero di Grazia e Giustizia che può modificare completamente, in alcune parti o completamente la sentenza della Cassazione.

Così come Nordio ha modificato la legge Cartabia sulle intercettazioni etc.

La precisazione aiuta a capirci e non a interpretarci.

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, ho concluso con “the End” il post precedente  per segnare la fine del Film…della nostra discussione, protrattosi già troppo a lungo, fino a stancare. Ma il tuo post successivo mi fa pensare che dopo il Film c’era il Documentario, mettiamola così, per questo posso dare un’ultima risposta, poi credo che non ci sarà un seguito, come avveniva alla fine delle proiezioni. Continui ad accanirti sulla Corte di Cassazione che – lo ripeto e me ne dispiace –  citai soltanto incidentalmente conoscendone gli orientamenti in materia di “patto di non concorrenza”, che a mio modesto avviso avrebbero dissuaso il presidente del Napoli De Laurentis a citare in giudizio l’ex allenatore Spalletti, lo dicevo solo come ipotesi e concludevo, “chi vivrà vedrà”. Ma non mi sottraggo a rispondere al tuo reiterato  “preciso che la Cassazione non ‘interpreta’ le leggi ma le applica traducendole”, dicendomi d’accordo sul fatto che “le applica”. Rispetto a “non interpreta le leggi”, tuttavia,   non posso che riferirmi alla norma sull’ordinamento giudiziario, che all’art. 65 attribuisce alla Corte di Cassazione il compito di “garantire  l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale” . Quindi non solo la Cassazione “interpreta” le leggi ma ne garantisce “l’uniforme interpretazione” , e questo in aggiunta alla normale applicazione cui tu ti riferisci. In tal modo, oltre a garantire l’attuazione della legge, fornisce indirizzi interpretativi uniformi  alla giurisprudenza per  mantenere per quanto possibile l’unità dell’ordinamento giuridico.  Tutto ciò trova la sua massima espressione nelle pronunce a Sezioni Unite che possono essere richieste quando le linee interpretative delle diverse Sezioni sono difformi .  E poi, non so come puoi fare a dire che sulle sentenze “delle SU della Cassazione in Italia esiste la possibilità di poter ricorrere alla Corte di Appello organo giurisprudenziale del Ministero di Grazia e Giustizia che può modificare completamente, in alcune parti o completamente la sentenza della Cassazione”;  a quanto so io non potrebbe esistere nessuna “Corte d’Appello organo giurisprudenziale del Ministero di Grazia e Giustizia” per la divisione dei poteri, e tanto meno un organo sovraordinato alle SU che sono la massima espressione della giurisdizione, le cui pronunce non possono essere modificate in alcun modo. Nordio e Caltabia “non c’azzeccano”, quella sulle intercettazioni che citi è una  normale modifica normativa sottoposta al Parlamento. Ma puoi continuarla a pensare come vuoi, dato che persisti nella tua opinione, però io non posso condividere il tuo pensiero per quanto ho accennato, e non è una mia opinione che conterebbe ben poco, è il funzionamento del nostro sistema giudiziario.. In conclusione, però,  vorrei tornare sul motivo del nostro “ping pong” con un’ultima citazione: l’intervista che il presidente del Napoli rilasciò a Marco Cattaneo per Dazn, pubblicata il 29 aprile 2022. In essa, su Spalletti allora verso il termine del primo anno di allenatore del  Napoli, disse, tra le altre cose: “… Andai a Milano di nascosto a casa sua e gli feci firmare il biennale più un’opzione per il terzo anno a mio favore, che non voleva sottoscrivere.. Poi l’ho convinto, facciamo un secolo e mezzo in due. Poi quando e se vorrà andare via ci daremo la mano e non succederà nulla”.  Ci si poteva spettare che per riconoscenza gli avrebbe perfino pagato il terzo anno, anche se “sabbatico”, da meritare l’”Oscar della gratitudine”; ma sarebbe stato troppo;  invece a Scudetto epocale conquistato  lo ha “convinto” a firmare il “patto di non concorrenza” addirittura con penale di 3 milioni di euro per liberarlo dal terzo anno.  Continuo a trasecolare dinanzi a una simile…. metamorfosi. 

Supplemento anche “scaramantico” di Post del 4, 5, 6 settembre, dopo i 17 Post di commento al primo post del 17 agosto.

Tonino Bonavita

Romano caro la metafora della partita di Ping Pong dove da ragazzo nel circolo della parrocchia ero tra i più bravi mi piace e con te uno pari in quanto le nostre opinioni e pareri li abbiamo dettagliatamente espressi nel link che riproponi

Confermo anche in questo post che molti miei amici napoletani sono riconoscenti a Spalletti ma filosoficamente ed egoisticamente per noi Spalletti non doveva lasciare il Napoli squadra delusa dopo un lungo percorso insieme per arrivare allo scudetto.

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, il fatto che Luciano Spalletti abbia lasciato il Napoli dopo la vittoria epocale dell’ultimo campionato ha deluso tutti, non soltanto i napoletani, ma solo sul momento, perché quando se ne sono capite le ragioni si è apprezzato ancora di più: non si sentiva di continuare e ha rinunciato ai milioni di euro di un anno di contratto, mentre poteva per convenienza restare anche se pensava di non poter ottenere lo stesso risultato conoscendosi e conoscendo l’ambiente. Fece il bis di allenatore e di vittoria del campionato – allora russo – con lo Zenit di San Pietroburgo nel 2010 e 2011-12 e forse da quell’esperienza nasce la sua decisione dieci anni dopo; avrà anche pensato al collega Claudio Ranieri che nel 2016 ha portato miracolosamente alla vittoria del campionato inglese il Leicester, mentre lo aveva iniziato impegnandosi come sempre per non retrocedere, ed è rimasto l’anno successivo, ma la squadra è andata così male al punto da venire sostituito. Spalletti è’ stato molto corretto, ha comunicato di voler lasciare subito a fine campionato dando tutto il tempo al Presidente di cercare il successore, e ha firmato il “patto di non concorrenza” che gli è stato sottoposto, o imposto, da un presidente rivelatosi invece freddo e calcolatore, almeno ai miei occhi: non si chiede una penale di 3 milioni di euro a chi ha rinunciato ai milioni di euro del contratto, senza che a questa penale vi fosse una contropartita accettabile oltretutto nella situazione di immensa riconoscenza dovutagli; tanto più che nel Comunicato ufficiale si afferma – lo ripeto di nuovo testualmente – che “per il club Napoli 3 milioni non sono certo molti, e per Aurelio De Laurentiis sono ancora meno. Ma la questione nel caso di specie non è di ‘vil denaro’ bensì di principio”. Appunto, un principio, nel quale manca il più umano dei sentimenti, la gratitudine. L’offerta di fare il Commissario Tecnico della Nazionale era inimmaginabile, avendo il CT in essere Mancini altri due anni di contratto, ma a differenza di Spalletti si è dimesso all’improvviso a Ferragosto mettendo in seria difficoltà la Federcalcio nel trovare il sostituto solo poco più di due settimane prima di una partita decisiva; e ha fatto discutere la coincidenza con i 100 milioni di euro del contratto firmato repentinamente per allenare l’Arabia Saudita da parte di chi, Mancini appunto, aveva dimostrato un grande attaccamento ai colori nazionali facendo il giro di pista al termine della partita che segnò la vittoria nel campionato inglese del suo Manchester City con il tricolore al collo e rinunciando a 13 milioni di euro del contratto con lo Zenit di San Pietroburgo – sempre questa squadra russa … – per i soli 2 milioni da CT della Nazionale italiana, poi portati a 4 milioni nel 2021. Né mi sembra che la Federazione per liberarlo del contratto gli abbia fatto firmare un “patto di non concorrenza” – come ha fatto invece De Laurentis con Spalletti – che in questo caso avrebbe funzionato, dato che nei prossimi Campionati mondiali l’Italia potrà trovare come avversaria l’Arabia Saudita allenata dal suo precedente Commissario Tecnico, mentre il Napoli non potrà avere mai come avversaria la Nazionale….. Altre storie, intanto chiudiamo la nostra piccola “storia”, un bel “ping pong” – anch’io lo praticavo nell’adolescenza – senza colpi proibiti, nell’amicizia e stima reciproche. Eppoi, immedesimandoti nei napoletani, con il tuo ultimo commento, caro Tonino, hai superato i 17 “colpi” seguiti al mio primo Post, un numero poco piacevole, così andiamo a 19 “colpi”, oltre la maggiore età.. Inserirò questi nostri due commenti conclusivi, anche scaramantici, nel sito che li riporta tutti in sequenza, e ti ringrazio di avermene dato l’occasione con il tuo post finale.

Luciano Spalletti mentre festeggia la vittoria al campionato russo
con lo Zenit di San Pietroburgo nel 2011

·  Tonino Bonavita

Romano caro, mi sono messo al posto di un napoletano amante del calcio che non è a conoscenza delle clausole del fantomatico contratto Spalletti-DevLaurentis che, se Mancini non avesse lasciato per l’Arabia Saudita, Spalletti sarebbe rimasto con il Napoli magari con tante altre vittorie per la felicità dei napoletani che ora si sentono abbandonati

Credo sia umano questo sentimento per un napoletano sportivo, amante della sua squadra

Le beghe legali e morali al popolo non, a conoscenza, non interessa. La gratitudine dei napoletani a Spalletti è stata manifestata osannandolo subito, sminuita con il sentirsi abbandonati (e non traditi)

Il ping pong partita simpatica e amichevole

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, Mancini ha lasciato la posizione di C.T. della Nazionale mesi dopo che Spalletti ha lasciato il Napoli perchè non si sentiva di continuare in quelle condizioni del tutto particolari dopo la vittoria epocale, e le dimissioni di Mancini sono state assolutamente inattese, aveva ancora due anni di contratto. Quindi anche se Mancini fosse rimasto alla Nazionale, Spalletti aveva già lasciato il Napoli e ho spiegato come lo abbia fatto per motivi ammirevoli. La gratitudine dei napoletani per Spalletti, quindi, non dovrebbe essere sminuita, anzi accresciuta, avendo rinunciato a continuare per senso di responsabilità verso la squadra e la città. Almeno io la penso così, potrebbe non essere stato compreso, ma lui lo ha detto con chiarezza nell’immediato della vittoria e si è sobbarcato anche a firmare il “patto di non concorrenza” richiestogli dal presidente freddo e calcolarore, sempre ai miei occhi. I veri sportivi sapranno giudicare.

·  Tonino Bonavita

Squadra vincente non si cambia

·  Romano Maria Levante

Caro Tonino, nel calcio non è sempre così, il Leicester dopo la vittoria del campionato inglese nel 2016, la prestigiosa “Premier League” – ancora più memorabile di quella del Napoli, dato che a inizio campionato la sua vittoria dai bookmaker era pagata 5000 volte la posta – aveva adottato il motto che citi, ma stava per retrocedere, tanto che l’allenatore Claudio Ranieri, omaggiato l’anno precedente quasi come nuovo re d’Inghilterra, fu esonerato. Ma nel Napoli non si è scelto di “cambiare squadra vincente”, l’allenatore vittorioso non se l’è sentita per il troppo stress e con grande onestà ha lasciato invece di continuare l’anno successivo con i cospicui emolumenti cui ha rinunciato, avrebbe potuto proseguire pur non sentendosi più in grado danneggiando il Napoli a proprio vantaggio. Non lo ha fatto, considero il suo comportamento esemplare e non solo per il mondo del calcio! Mi sembra non ci sia altro da aggiungere, la penso così.

·  Tonino Bonavita

Amen

Claudio Ranierim “incoronato” simbolicamente dopo aver portato il Leicester alla inimmaginabile vittoria nella Premier League inglse, pochi mesi dopo fu esonerato

Info

Testi tratti da Facebook, pagina “Romano Maria Levante”, nei post pubblicati dal 17 al 30 agosto 2023 su questo tema in risposta al primo post del 17 agosto: integrali anche nelle spaziature dei capoversi molto diverse dei post pubblicati, in uno dei “due amici al bar” compatte, nell’altro molto aperte. Sono state aggiunte invece le immagini.

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Le immagini, non contenute nei post di Facebook, sono state inserite a mero scopo illustrativo, senza alcun intento economico nè pubblicitario, una ogni post, per sottolineare come la partecipazione popolare sia stata pervasiva e prolungata, facendo da sfondo alla questione di cui si discute nei post riportati. Le prime 4 immagini sono dei protagonisti, la squadra del Napoli vincitrice del Campionato di calcio 2022-23, il presidente Aurelio De Laurentis e l’allenatore Luciano Spalletti; seguono 12 immagini con i festeggimenti popolari che iniziano fuori dello Stadio, poi a Piazza Plebiscito e quindi nelle altre zone della città, di giorno e di notte; si conclude con i due protagonisti della vicenda e con Spalletti nella vittoria del campionato russo, in chiusura lo stadio di Napoli “Diego Armando Maradona” già “San Paolo” al centro della grande impresa calcistica.Tutte le immagini sono tratte dai siti di seguito citati, si ringraziano i titolari con la precisazione che se la pubblicazione in questo articolo di qualche immagine non fosse gradita verrà subito eliminata, basta una semplice richiesta. I siti sono, nell’ordine di inserimento delle immagini nel testo: larepubblica.it, eurosport.it, ansa.it, guerinsportivo.it, fanpage.it, grandenapoli.it, avvenire.it, calcionapoli24.it, corrieredellosport.it, ilnapolista.it, napolike.it, positanonews.it, siamoilnapoli, gazzetta.it, fanpage.it, corrieredellasera.it, napolirepubblica.it, skysport.it, goal.it, quotidiano.net, ilnapolista, fanpage.it.

Di nuovo grazie a tutti.

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