Il 25 aprile 1945, ne discutono “tre amici al bar” su Facebook

di Romano Maria Levante

Oggi è il 1° maggio, la Festa del lavoro, che suscita in me anche un ricordo d’infanzia molto vivo e coinvolgente. Anni ’40, vivevo a Colonnella, in provincia di Teramo, in cima a una collina al confine tra Abruzzo e Marche, dove i miei genitori maestri di scuola si erano trasferiti dalla natìa Pietracamela con me e mio fratello Salvatore, entrambi molto piccoli. Il 1* maggio veniva festeggiato issando un grande albero nella piazza principale del paese, conficcato nel pavimento svettava per qualche giorno, poi veniva rimosso, come avviene oggi per gli alberi di Natale nelle principali piazze cittadine, a Roma a Piazza Venezia e a Piazza San Pietro; poi ho saputo che era una tradizione francese, e si chiamava “albero della Libertà”, dal nostro terrazzo si dominava la piazza, e l’albero si imprimeva nella mia memoria infantile. Questo ricordo ne porta con sè un altro, riguarda il 25 aprile 1945 , la sfilata degli alleati liberatori sui loro veicoli osannati dalla gente, un compassato commendatore gridava a gran voce “Viva Ciurcìl, viva Rosevèlt!!!!” (sic!) c’erano anche i Partigiani del Bosco Martese con i mitra a tracolla, tra loro qualche “imbucato” che non si era mai mosso dal paese ma brandiva ugualmente il mitra, una giornata di festa popolare con baci e abbracci, era fnita la guerra e l’incubo dei bombardamenti e dei rastrellamenti tedeschi: la Liberazione! Anche questo vissuto dall’alto del terrazzo nei miei 9 anni. Un altro ricordo si collega a questo, e riguarda Pietracamela, quando nella Piazza principale assistemmo alla scalpellatura della scritta DUX sul pilastro che sorregge Vena grande, il grande masso identitario a forma di cammello che sovrasta la piazza stessa, non ricordo l’anno, era di certo estate nei nostri ritorni per la villeggiatura, ma pur nell’incertezza assoluta mi piace pensare al 25 luglio 1943 , quando dopo la caduta di Mussolini – rimosso da Capo del governo e arrestato per opera del Re – esplose la gioia popolare con la distruzione di statue, scritte ed altri reperti del fascismo, mi sono rimaste impresse le lunghe scale da dove scalpellavano. La scritta DUX si continuava a vedere nei ricorrenti ritorni da Roma, nei pressi di Città Ducale, in un bosco in alto dove erano stati tagliati gli alberi in modo che da lontano risaltasse tale scritta, questo per molti anni, credo che poi avranno ripiantato alberi per cancellarla.

Come ciliege, i ricordi d’infanzia si susseguono spinti dalla forza della memoria, tornano a Colonnella, sempre nella piazza principale dove si trova la grande chiesa madre con un campanile molto alto, e nel lato adiacente la mia abitazione di allora con il terrazzo-belvedere. Ricordo la grande bandiera rossa con falce e martello che il parroco Don Alfredo con simpatie comuniste aveva consentito fosse issata sulla sommità del campanile della chiesa, per cui dal nostro terrazzo ce l’avevamo davanti agli occhi, si era nella campagna elettorale per le elezioni della Costituente del 1946. Appena giunsero i risultati con la sconfitta dei comunisti, la piazza si riempì e con alla testa il vice parroco Don Angelo – di forti simpatie democristiane come di norma per la Chiesa, aveva fatto anche campagna elettorale, un “don Camillo” anrte litteram rispetto al parroco “Peppone” anch’egli ante litteram – dei giovani salirono sul campanile e tolsero la bandiera rossa tra gli applausi della folla, l’ho rievocato moltissimi anni fa in un mio articolo. Mi fermo qui nei ricordi, per presentare ciò che si trova di seguito, una nuova conversazione dei “tre amici al bar” – Gelasio detto Gero ed io entrambi “pretaroli” e Tonino “montoriese”, figli dell’Abruzzo “forte e gentile”, che segue le due conversazioni pubblicate in questo sito l’8 e 9 settembre 2023, sul “Tricolore” e sul “25 luglio 1043”, degli stessi “tre amici al bar”. Questa volta la discussione è sulla festa del 25 aprile, soprattutto sul tema dell’antifascismo che torna in modo ossessivo nella cronaca quotidiana. Come le due precedenti anche questa conversazione si è svolta su Facebook, nella settimana dopo il 25 aprile, e ugualmente ho aggiunto immagini rievocative non presenti su FB, per questo vi riporto il link del presente articolo. A chi è interessato alla nostra conversazione sul 25 aprile buona lettura, se lo desidera può anche commentare online per dire la sua.

I “tre amici al bar” discutono sul 25 aprile, inizia Gelasio detto Gero con il suo augurio “Buon 25 aprile a tutti”. :

Gelasio Giardetti

BUON 25 APRILE A TUTTI!!!

Romano Maria Levante

Viva la Liberazione dell’Italia e omaggio commosso, memore e riconoscente ai 90 mila soldati americani caduti nel territorio italiano per liberare il nostro paese, sepolti in 42 cimiteri di guerra, da Udine a Siracusa, e ai circa 7000 partigiani che secondo l’Anpi persero la vita nella generosa e vittoriosa resistenza contro i tedeschi. In quei cimiteri è doveroso celebrare la Liberazione!

 Tonino Bonavita

Anche se piccolo ricordo come un incubo i tedeschi con i fascisti con manganelli nelle mani per le strade del mio paese, i bombardamento, ponti sul fiume Vomano minati saltare, l’arrivo degli americani il ritorno dalle montagne dei partigiani con fucili a tracollo, la fame, i pidocchi, partigiani feriti, la vendetta sui fascisti non scappati, le emigrazioni con famiglie che si dividevano, partigiani o soldati uccisi che non tornavano, gli arrivi dall’America vestiti usati e viveri in scatola per noi bambini il legame sempre più forte

Il giorno della liberazione grande festa per tutto il paese, ragazze che offrivano garofano di carta rosso, tentativo dei comunisti di prendersi i meriti della sconfitta dei fascisti: FALSO – i meriti vanno agli americani fortemente affiancati dai partigiani. Molti fascisti o scappati all’estero o vigliaccamente diventavano comunisti

La rinascita dell’Italia si deve esclusivamente a De Gasperi sostenuto da Pio XII con il mondo cattolico e dagli aiuti economici ottenuti da Alcide dagli americani

Fascismo sconfitto, Partito comunista sostenuto dalla Russia non riuscì a conquistare il governo dell’Italia grazie e soprattutto alla nascita del partito Democrazia Cristiana

Storia da me vissuta e nel discorsi del Presidente Mattarella ci sono molti riferimenti

Gelasio amico caro ora i neo fascisti con pochi voti mal governano il nostro bellissimo paese per alcuni italiani nostalgici di ciò che non hanno vissuto [ la guerra ] e da creduloni di promesse impossibili da mantenere

Vogliamoci bene.

Gelasio Giardetti

Caro Tonino, anche io conosco la criminale storia del ventennio fascista e i danni morali e materiali che inflisse alla nostra povera italia, non per averla vissuta, ma per averla studiata. Tuttavia la liberazione del nostro Paese avvenne sicuramente grazie l’intervento degli Alleati, ma non si può non ricordare e rendere merito e onore a tutti i Partigiani che, sacrificando la loro vita, contribuirono ad abbattere dall’interno il feroce nazi-fascismo che, negli ultimi due anni di guerra civile, con l’acqua alla gola per la pressione della Resistenza, massacravano uomini, donne e bambini con efferate stragi come quella di Civitella di Val di Chiana omaggiata, il 25 aprile, con una corona di alloro dal nostro Presidente della Repubblica. Vorrei ricordarti, tuttavia, che la liberazione dal nazi-fascismo in Europa, di cui l’Italia era parte integrante anche se ancora non unita, fu dovuta anche al sacrificio della Russia che perse ben 20 milioni di uomini nel corso di tutta la guerra e che, da est, liberò parte dell’Europa dove il nazismo aveva messo in atto la Soluzione Finale degli ebrei uccidendone ben sei milioni.

Per quanto attiene a De Gasperi ciò che dici è vero, ma il Piano Marshall non fu un regalo, poiché De Gasperi dovette accettare non solo la presenza di molte basi militari Statunitensi che ancora oggi sono operative con la presenza di armi nucleari, ma dovette impegnarsi a cacciare dal primo governo i comunisti e i socialisti e successivamente condurre una campagna elettorale mistificatoria dove si affermava che i comunisti mangiavano i bambini arrostiti e questa non è una barzelletta, ma è la pura verità. Oggi siamo governati da una destra che non ha mantenuto nessuna delle sue promesse elettorali: Gli sbarchi degli immigrati sono decuplicati e non c’è stato alcun blocco navale, i salari degli italiani sono i più bassi d’Europa e questo governo non accetta nemmeno di stabilire un salario minimo per legge, la sicurezza sul lavoro è diventata tragica per l’aumento della mortalità, il governo aveva assicurato di tassare gli extraprofitti delle banche ma poi si è tirato indietro, La sanità oramai è stata quasi interamente privatizzata, anche se gli italiani seguitano a pagare le tasse per una sanità pubblica in via di eliminazione, dal punto di vista politico la censura, poi, la fa da padrone: Scurati, Saviano, la perdita nella RAI delle menti più brillanti dal punto di vista culturale, le denunce da parte del potere a intellettuali e giornalisti che, pur esercitando il loro diritto di critica, sono costretti a sostenere in tribunale una difesa impari con le massime autorità di governo. Per fortuna nella nostra Costituzione la ricostruzione del partito fascista è vietata, cosi come è vietata l’apologia del fascismo dando luogo così ad una Costituzione Antifascista, termine oramai inviso e impronunciabile.

Tonino Bonavita

Io la storia non l’ho letta ma vissuta in un paese con tedeschi e fascisti che creavano terrore anche a noi bambini e dove molti giovani chiamati per fare la guerra preferivano scappare in montagna ( tra questi mio fratello di 18 anni) dove si riunivano come partigiani armati di fucili e bonbe a mano e, grazie agli americani che con carri armati con cannoni armatissimi, uniti riuscirono a liberare l’italia-Vero è che in russia esisteva lo sterminio del cristianesimo con stupri alle suore, uccisioni dei sacerdoti, chiese usati come granai cristiani perseguitati etc e che per questo nella propaganda elettorale si aggiungeva “mangiatori di bambini” e che noi cristiani avevamo paura che i comunisti alleati alla russia potessero vincere le elezioni così come i comunisti facevamo propaga con accuse infamanti contro lo scudo crociato

La liberazione è solo merito dei partigiani con i fucili che con l’aiuto e il sostanzioso sostegno dagli americani riportarono la democrazia e la libertà in Italia

La concessione all’America di alcune basi con sommergibili atomici e villaggi per soldati americani dava maggiore protezione all’Italia e i militari presenti consumi di prodotti locali e lavoro

L’America accolse milioni di emigranti italiani

Di ciò che accadeva a livello Europeo tra America, Inghilterra, Russia lo abbiamo verificato con la spartizione delle nazioni

L’Italia,sogno dei comunisti/russi, al mondo cattolico Pio XII, De Gasperi e all’America non siamo finiti colonia Russa come Jugoslavia, Ungheria, Polonia, Romania etc dove la dittatura russa significava assenza di libertà fame e sofferenze fisiche e umane.

Gelasio Giardetti

Caro Tonino, comunque tu la voglia mettere, De Gasperi ci vendette all’America facendo in modo che l’Italia fosse una colonia americana come molti altri Paesi. La presenza di basi atomiche americane in molti siti italiani ci espone, proprio oggi, che siamo in un clima di guerra, agli attacchi di nemici con armamento nucleare, quindi non siamo più sicuri sotto l’ombrello americano ma siamo sicuramente più esposti a pericoli di attacco atomico. Guarda la Svizzera, indipendente, avulsa da quasiasi partecipazione a unioni militari, libera di fare le politiche dettate dal popolo e patria di perseguitati e oppresi. Io ricordo i comunisti che mangiavano i bambini con molta paura, ricordo la propaganda cattolica impegnata con sermoni e propaganda a dipingere i comunisti come mostri assetati d sangue mentre, come afferma Romano, il ministro della giustizia Palmiro Togliatti, avulso da spirito vendicativo, ammnistiò i reati dei fascisti. Non dimentichiamoci poi l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse che si realizzò proprio nel momento in cvui l’importante statista stava per dare attuazione al “compromesso storico” con il partito comunista italiano. Riflettiamo bene!!! Un abbraccio Gero.

Tonino Bonavita

Gero caro, credo le nostre visione storiche dipendono dalle conescenze/esperienze vissute e non inperpretate o lette da storici con le loro interpretazioni

Senza i soldi e la protezione dell’America in cambio di alcuni siti con sommergibili atomici

“Do ut des”

Mi rifiuto di ricordare la situazione dell’Italia in mano ai nazifascisti, alla tragica situazione psicologica degli italiani con famigliari morti, malattie, fame, migranti a cercare lavoro

Allo stesso modo mi rifiuto di immaginate che Togliatti con la banda rossa non avesse permesso ai russi ciò che successe in Ungheria, Jugoslavia etc e la loro storia, dittatura, persecuzioni, fame etc.

Ricordo molto bene i manifesti vignettati di tutti i partiti ( portavo il barattolo della colla fatta con la farina a mio fratello cattolico come in famiglia) per i manifesti della DC

Contestualizzando confermo che senza gli americani in Italia la democrazia non sarebbe mai arrivata.

Ho avuto l’onore in Piazza di Gesù di scambiare qualche pensiero con Aldo Moro molto preparato e deciso

Lo condividevo e sostenevo nel progetto con Berlinguer meravigliosa persona

Il figlio del capo scorta di Moro Leonardi dopo un anno dall’uccisione del padre lo presi nel mio gruppo di collaboratori nell’Ente dove anche Romano lavorava

Vita vissuta direttamente e personalmente e non letta sui libri

Un abbraccione.

Gelasio Giardetti

Io credo, però, che la conoscenza dei fatti storici attraverso lo studio della storia stessa faccia conoscere molti più dettagli di quelli che si hanno attraverso una limitata esperienza personale. Un saluto.

Tonino Bonavita

Naturalmente i libri utilissimi per far sviluppare l’immaginario del possibile, vero, falso di con arte li scrive soprattutto storici ma difficilmente provoca emozioni che invece chi di persona li ha vissuti direttamente e personalmente con momenti di dolore, sofferenze, gioie e indifferenze

Vero è che molti dettagli e particolari degli accordi dei potenti interessati sono stati immaginati e interpretati dagli storici e trasmessi con libri cosi anche a chi li ha direttamente vissuti nei limiti delle informazioni dei mezzi del tempo ( radio e giornali e passa parola)

Un fatto vero:

Un calzolaio comunista comprava tutte le mattine l’Unità. Non sapendo leggerlo lo faceva leggere a un suo amico il quale una mattina legge: … porca miseria, cumpà qui c’è scritto che hanno visto volare un asino;

il calzolaio: cunpà, questa è troppo grossa, non pò essere!:

Il lettore: cumpà leggi tu!;

Il calzolaio: no no no ci credo !!!!

In poco tempo la vicenda girava per il paese e chi non sapeva legge era d’accordo con il calzolaio

Gero libero di interpretare contestualizzando

Un caro saluto.

Gelasio Giardetti

Conversazione molto bella e divertente!!!

Tonino Bonavita

Non tanto divertente ci porta a ricordi di sofferenze

Interessante con te si

Romano Maria Levante

Mi riconosco del tutto nella visione odierna di Tonino e nei ricordi di allora, avevo 9 anni, ero con la famiglia a Colonnella al confine tra Abruzzo e Marche, a parte i manganelli, i bombardamenti li vedevamo dal “colletto”, la posizione panoramica del paese, in basso sulla stazione di Martinsicuro. Il 25 aprile esplose la felicità per la fine della guerra, terminava l’incubo dei rastrellamenti tedeschi e di tutto il resto, quando sfilarono gli alleati osannnati da tutti – “viva Ciurcill, viva Rosevelt!” (sic!( gridava quasi fuori di sè per la gioia un personaggio solitamente compassato – in testa anche partigiani del Bosco Martese con il mitra a tracolla,, alcuni in verità … imbucati, non avevano mai lasciato Colonnella. Fu un giorno di felicità e di riconoscenza per chi ci aveva regalato quella gioia imperitura, il sollievo allontanava i ricordi delle sofferenze, che semmai accrescevano la gioia. Perchè oggi non celebrare la Liberazione di allora con quello spirito gioioso? Con il doveroso omaggio a coloro che hanno sacrificato le loro giovani vite per la nostra libertà, magari andandoli a venerare nei cimiteri di guerra: i Partigiani ovviamente ma soprattutto gli americani, morti in 90 mila in Itaia e sepolti in 42 cimiteri di guerra, con i soldati di tante nazioni venuti a combattere e morire nel nostro paese contro l’oppressore tedesco.

Non mi sembra ci fossero russi, caro Gelasio, anche se furono decisivi per la sconfitta della Germania ma per fortuna non arrivarono fino all’Italia, altrimenti, come dici, ci avrebbero “liberato” come fecero per i paesi poi soggiogati nell’Unione Sovietica. Il regine fascista si era autodissolto il 25 luglio di due anni prima, con il dittatore Mussolini arrestato dal Re cui aveva portato la delibera del Gran Consiglio del fascismo che lo sfiduciava , e il nuovo governo Badoglio instaurato al suo posto mancò ai propri doveri provocando il “tutti a casa” del nostro esercito lasciato allo sbando e alla mercè del tedesco divenuto nemico e assetato di vendetta contro coloro che considerava “traditori”, in 600 mila deportati nei lager tedeschi dove moritono in diecine di migliaia, sopravvisse Giovannino Guareschi di cui sono stato affezionato lettore negli anni liceali nel Candido” da lui diretto. Le malefatte fasciste e le stragi naziste possono essere rievocate nella loro ignominia e nei lutti che hanno seminato con dolenti celebrazioni nel giorno della loro ricorrenza, invece di essere affastellate nel 25 aprile in cui invece è bello festeggiare con gioia la Liberazione con quel che ne è seguito, Costtuzione in testa. L’unità si trova nel segno della libertà riconquistata, senza nulla di divisivo, come non lo è la Costituzione in cui tutti si possono e devono riconoscere. E’ la più bella del mondo perchè i suoi valori sono l’opposto di quanto praticano tutte le dittature in termini di discriminazioni e oppressioni, prevricazioni e soprusi, e proprio per questo sarebbe limitativo, per usare un eufemismo, considerarla “antifascista” tanto più oggi dopo 80 anni dalla fine del fascismo che ne segnerebbe il sostanziale esaurimento.

Il grande merito dei Padri Costituenti è stato proprio non dichiararla “antifascista”, evitando di citare tale termine in tutto il “corpus” dei principi e delle regole – di per sè opposti a quelli fascisti, ma non solo a quelli, a tutti i regimi dittatoriali, autoritari e anhe illiberali – relegando nelle “Disposizioni transitorie e finali” dedicate a norme procedurali e temporanee, il divieto della “ricostituzione del disciolto partito fascista”, ma la XII disposizione – alla quale segue quella abrogata da anni del divieto ai Savoia di entarre in Itaia – che i”capi del regime fascista” non potevano essere esclusi dall’elettorato e dalle cariche pubbiche per più di cinque anni. E dire che presidente dell’Assemblea Costituente era Umberto Terracini, che aveva trascorso venti anni nelle carceri fasciste, e c’era Pertini anch’egli incarcerato. La Costituzione non vieta l’apologia del fascismo – forse Gelasio si è espresso male nello scriverlo – al punto che quando nel 1952 la legge Scelba di attuazione lo introdusse come reato, questa disposizione dell’art. 4 fu dichiarata incotituzionale da due sentenze della Corte Costituzionale del 1957 e 1958 perchè la norma era contraria alla libertà di pensiero garantita proprio dalla Costituzione, e meritoriamente. Ammirazione quindi per i Padri Costituenti che guardavano lontano, pur sentendo molti nelle loro carni le sofferenze delle malefatte fasciste, ma senza spirito vendicativo bensì di pacificazione, che portò addirittura all’amnistia del ministro della Giustizia, il capo comunista Palmiro Togliatti per i reati dei fascisti. “Il Borghese” aveva una rubrica fotografica allusiva intitolata “vecchi fusti e nuovi fusti”, in cui i primi spiccavano per grandezza, i secondi erano l’opposto. Ebbene, nei “vecchi fusti” ci vedo i Padri Costituenti, i “nuovi fusti” non serve indicarli, imperversano nei “talk show ” televisivi e non solo, primo tra loro il censurato più ascoltato al mondo…. .

Gelasio Giardetti

Caro Romano, ieri non ho avuto il tempo per risponderti, tuttavia vorrei iniziare dal fatto ribadendo che i russi non vennero a liberare l’Italia, ma contribuirono a liberare l’intera Europa, di cui l’Italia faceva parte, dal terribile regime nazi-fascista e per questo sacrficio lasciarono sul campo ben 20 milioni di morti. Io dico che oltre a ringraziare gli anglo-americani bisognerebbe ricordare anche i russi per il loro impegno unitario che ci liberarono da Hitler e da Mussolini. Riguardo poi alla questione costituzionale il reato di “Apologia del fascismo” non è “relegato” nelle disposizioni transitorie e finali della nostra Costituzione ma è parte integrante di essa grazie all’articolo 4 della legge Scelba del 1952. Infatti tali disposizioni, presenti nella nostra costituzione sanciscono che: “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Ciò significa che la nostra Costituzione è antifascista e non mi risulta che tale disposizione sia mai stata abolita poiché dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, scusa iol giro di parole, nel 1957 e 1958. Essa è tuttora vigente e la legge punisce con la reclusione di svariati anni di carcere e multe fino a 6.000 euro: “Chiunque propaganda le immagini o i contenuti proprii del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco […] anche solo attraverso la produzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli ad essi chiaramente riferiti […]”. (Versione più recente in fase di approvazione). Concordo pienamente su tutte le tue altre considerazioni sulle malefatte fasciste e stragi naziste avvenute in Italia che io chiamerei stragi nazi-fascste, che vengono rievocate dolorosamente nei giorni della loro ricorrenza. Tuttavia io penso che l’evento, forse il più importante per lo sviluppo economico e sociale italiano nella pace e nella serenità, cioè la liberazione dalla dittatura nazi-fascista debba comunque essere celebrata con meno polemiche ma con il ripudio totale da parte di tutti di quella dittatura in cui vennero abolite tutte le libertà e sia la violenza sia la guerra erano i cardini fondanti di quel regime. Caro Romano, voglio dirti comunque che io sono molto orgoglioso di poter dissertare con te su questioni storiche e politiche, poiché tu hai sempre qualcosa da insegnarmi anche perché conosci, in parte, il mio pensiero per aver affinato i miei testi rendendoli più scorrevoli per il lettore. Un abbraccio Gero.

Romano Maria Levante

Caro Gero,

Mi dispiace dover discettare dei russi per il nostro 25 aprile, nel quale continuo a pensare che non … c’azzecchino…, ma il tuo reiterato riferimento mi porta ad una modesta ripetizione del mio pensiero. E’ vero che i russi hanno avuto il terrificante sacrificio di 20 milioni di morti – quanto i tedeschi aggressori – ma non per il generoso sforzo di liberare l’Europa – pensiamo al precedente patto Molotov-Ribbentrop – bensì perché sono stati invasi e si sono difesi eroicamente respingendo e poi inseguendo le armate tedesche fino a Berlino e ad altri paesi occupati dai tedeschi che hanno liberato da una oppressione ma li hanno assoggettati ad una dittatura che è stata quanto mai oppressiva. Ovviamente in questo modo contribuendo alla liberazione dell’Europa, ma senza arrivare all’Italia, per nostra fortuna, sempre a mio avviso; nessun soldato russo è caduto nella liberazione dell’Italia, quindi non si può pensare a loro nella festa della Liberazione. Ben diverso il pensiero memore e riconoscente da rivolgere ai soldati americani caduti in 90.000 nella campagna d’Italia dopo gli sbarchi in Sicilia, ad Anzio e Salerno, e l’America non era stata invasa come la Russia, dall’altra parte dell’oceano gli americani potevano sentirsi protetti dalle mire di Hitler, sono loro che generosamente ci hanno liberati, insieme ad altri paesi, perfino Neozelanda e Australia con i loro soldati; e gli americani non hanno liberato solo l’Italia ma anche l’Europa – oltre ai russi – con lo sbarco in Normandia, anche lì lasciando sul terreno diecine di migliaia di vittime nei combattimenti. Nell’anniversario dello sbarco in Normandia anche i russi devono essere ricordati per l’incontro tra la loro armata e quella sbarcata nella morsa in cui fu stretto l’esercito tedesco fino al Reichstad, ma nella nsotra festa della Liberazione c’entrano poco.

Mi dispiace anche di dover insistere su quanto modestamente ho sostenuto sull’altro punto da te riproposto, quello dell’apologia del fascismo, credevo di aver equivocato .le tue parole ora molto chiare. Non è la mia opinione ma è un fatto che il reato di apologia di fascismo, introdotto non dalla Costituzione, ma dall’art. 4 della legge Scelba del 1952, è stato dichiarato incostituzionale da due sentenze della Corte del 1957 e 1958, proprio perché violava la norma costituzionale che garantisce la libertà di pensiero. Ne voglio parlare più che in termini giuridici, andando ai fatti: le manifestazioni nostalgiche di Acca Laurentia e simili possono essere ripetute ogni anno proprio perché atti di apologia sono ammessi, come è ammessa la vendita a Predappio di tutta l’oggettistica fascista in bella mostra, mentre tu scrivi che è vigente la condanna al carcere e alle multe di chi fa propaganda fascista anche “attraverso la produzione, diffusione e vendita di beni raffiguranti persone, immagini e simboli ad essi chiaramente riferiti”; non mi sembra. L’art. 4 della legge Scelba non è stato abrogato, come dici, ma è inefficace, tanto che Mancino per ovviare a questo fece approvare una legge che punisce atti discriminatori e simili, ma non si ritengono tali quelli genericamente apologetici del fascismo, Acca Laurentia docet. Che i valori della nostra Costituzione siano l’opposto dei disvalori del fascismo è tanto evidente da non doversi affermare, pensare in modo diverso sarebbe offendere i Costituenti non solo sicuramente antifascisti ma alcuni come il presidente Terrracini e Pertini incarcerati dal fascismo; ed è altrettanto evidente che non hanno voluto limitare la Costituzione all’antifascismo, altrimenti lo avrebbero citato nei principi fondamentali, magari nell’art. 1, come ha detto impropriamente Bertinotti secondo cui per la Costituzione “l’Italia è una repubblica democratica fondata sull’antifascismo”, mentre si legge che è fondata sul lavoro… . Io penso che la grandezza dei nostri Padri Costituenti è stata proprio nel dare carattere generale e permanente, anzi perenne, ai nobili principi della democrazia, contro oppressioni, razzismi, per l’uguaglianza e tantissimo altro, quindi è contro ogni dittatura, autoritarismo, sistema illiberale e non solo contro il fascismo ritenuto giustamente da loro definitivamente sconfitto e destinato solo a non essere riproposto ricostituendo “il disciolto partito fascista” cui si riferisce la norma nella parte marginale della Costituzione, non nei principi basilari. .

Chi chiede professioni di antifascismo oggi e ne parla in modo ossessivo con fare degno dell’Inquisizione – si deve dire esattamente “sono antifascista” e non basta dire di non avere nostalgie né simpatie o simili per il fascismo – fa rivivere idealmente il fascismo morto 80 anni fa con grande gioia dei nostalgici mentre è relegato nella storia. Diversa è la vigilanza e l’eventuale allarme su pulsioni antidemocratiche che non sono fasciste ma autoritarie, dittatoriali e illiberali e vanno combattute per quello che sono. Chi vuole fare imposizioni sul libero pensiero con pretese antidemocratiche richiama sì, metodi fascisti, non è il tuo caso, ovviamente, la tua impostazione è esattamente opposta. . Ricambio le espressioni generose e immeritate nei miei riguardi, apprezzo molto la tua acutezza e tenacia di ricercatore e anche la maestria di narratore come la tua passione civile da cui è permeata anche la tua ultima nota, le mie sono chiose forse banali ma tra noi questi scambi sono legati alla grande stima reciproca e diventano per ciò stesso irrefrenabili e, almeno i miei post, interminabili e me ne scuso. . E ancora, viva il 25 aprile, viva la Liberazione, viva l’Italia democratica !

Gelasio Giardetti

Caro Romano, ti rispondo sinteticamente in quanto per un errore di battitura ho cancellato la mia lunga risposta. Cerco di essere breve: Se i tedeschi non fossero stati sconfitti dalla Russia il loro esercito, ammontante a tre milioni di uomini, sarebbe stato utilizzato da Hitler per sconfiggere gli Alleati sia sul fronte occidentale impedendo lo sbarco in Normandia, sia sul fronte sud cioè in Italia. Tutti gli storici concordano che con una tale situazione Hitler avrebbe realizzato il suo impero millenario formato da teutonici di razza ariana con gli occhi blu e i capelli biondi. Ne sarebbe conseguito un potere sempre più saldo di Hitler con l’Italia ancora nelle mani di Mussolini suo amico e maestro. Ne consegue che, con l’ipotesi da me avanzata, oggi l’Italia sarebbe ancora, con ogni probabilità, sotto il regime fascista. Indirettamente, quindi, il sacrificio della Russia è servito anche a liberare dalla dittatura il nostro Paese. Per quanto attiene alla legittimità della legge 20 giugno del 1952 o legge Scelba io so che in processi portati avanti dai tribunali di Torino, Roma e Perugia riguardanti “l’apologia del fascismo” e in cui le difese avevano impugnato le sentenze per illegittimità costituzionale dell’art. 4 della legge 20 giugno 1952, la Corte Costituzionale, pronunciandosi con un’unica sentenza sui tre provvedimenti riuniti, così si espresse: la Corte dichiara infondata la questione di legittimità costituzionale contenuta nell’Art. 4 della legge 20 giugno 1952 in riferimento alle norme contenute nella XII delle disposizioni transitorie e finali. Così deciso in Roma, nella sede della corte Costituzionale, Palazzo della Consulta il 16 gennaio 1957. Quindi, a mio modestissimo avviso, la nostra Costituzione è antifascista. I fatti di Acca Larenzia e simili, la vendita di gadget che ricordano il disciolto partito fascista sono stati tollerati da governi di qualsiasi colore per non creare scontri che aggraverebbero le manifestazioni, ma le nuove proposte avanzate da alcuni esponenti politici come l’on. Fiano sono propensi ad applicare una minore tolleranza. Un abbraccio.

Romano Maria Levante

Caro Gero, penso sia stucchevole il nostro ping pong su due temi del tutto lontani dai problemi reali, ma dato che insisti non posso non rispondere ancora scusandomi con i lettori per questa specie di accanimento, ma la tua passione civile unita a vis polemica è irrefrenabile, e ti fa onore.. Continuo a non attribuire ai russi il merito della riconquistata libertà dalla dittatura fascista, dissoltasi per implosione il 25 luglio 1943, e non ti seguo nella tua fantasiosa immaginazione, “cosa sarebbe successo se…”, mi hanno insegnato che la storia non si fa con i “se.”…. Il merito di averci liberato anche dalla feroce occupazione nazista lo attribuisco – non dimenticando il contributo dei Partigiani e dei soldati di altre nazioni sacrificatisi anch’essi nel nostro paese – soprattutto agli americani, hanno perduto la vita 90 mila giovani morti in Italia combattendo senza essere stati investiti, come i russi, dalla furia nazista nella loro terra oltre oceano. E mi sarebbe piaciuto che il 25 aprile fosse stato celebrato nei 42 cimiteri di guerra sparsi in Italia, da Udine a Siracusa, piuttosto che nei luoghi degli eccidi da celebrare nei rispettivi anniversari.

Puoi benissimo provare quella riconoscenza per i russi che io non sento dentro di me, perchè hanno dovuto difendere se stessi, non lo hanno fatto per noi, anche se rendo onore al loro sacrificio, ma tutto qui. Sull’apologia del fascismo e la legge Scelba, al di là delle considerazioni giuridiche ci sono i fatti che ho ricordato, da Acca Laurentia alla vendita libera di oggettistica fascista, e non per mera tolleranza come dici, ma c’è di più. Nel 1981 Giorgio Pisanò fondò il partito “Fascismo e libertà” che fu ammesso come legittimo nelle sentenze di molti tribunali – i quali archiviarono o bocciarono i taanti ricorsi – perchè non configurava la ricostituzione del “disciolto” partito fascista pur avendolo nel nome, forse perchè c’era anche la parola “libertà” estranea al “disciolto” fascismo, quidi era altro. Anche sull'”apologia di fascismo” confermo che le sentenze della Corte Costituzionale del 1957 e 1958 sulla legge Scelba del 1952, pur mantenendola in vita, lhanno negato il reato quando l'”apologia del fascismo” è una “difesa elogiativa” mentre si considera reato solo se l'”esaltazione è tale da poter condurre alla ricostituzione del disciolto partito fascista” sempre in omaggio alla libertà di pensiero garantita dalla Costituzione che vieta soltanto lo “ricostituzione” oltretutto del “disciolto” partito fascista, e non eventuali nostalgie elogiative fini a se stesse. Poi ci possono essere tribunali che interpretano in modo diverso, con sentenze destinate ad essere cassate, ma è evidente la logica applicata alla lettera della Costituzione, l’art. XII Dsposizioni transitorie, e soprattutto allo spirito nobilmente democratico che garantisce la libertà di pensiero quale esso sia. E’ stata questa la grandezza dei Padri Costituenti che dobbiamo ringraziare per il loro spirito veramente democratico. E a quei tempi, con le ferite ancora aperte, sono stati degli eroi!

Gelasio Giardetti

Cari amici Romano e Tonino, vi ringrazio per questa bella discussione, molto articolata e dettagliata, su temi che hanno riguardato la conquista delle nostre libertà individuali e collettive di cui noi tutti oggi godiamo pienamente. Un abbraccio.

Romano Maria Levante

Ricambio il ringraziamento e l’abbraccio finale a Gero il cui augurio “BUON 25 APRILE A TUTTI” e la mia risposta “Viva la Liberazione dell’Italia e omaggio commosso, memore e riconoscente” ai tanti Caduti per la nostra libertà, sono stati seguiti da uno scambio di idee quanto mai intenso e appassionato – cui ha partecipato anche Tonino – mosso da passione civile in un confronto, animato dal rispetto e dalla stima reciproca, di idee anche diverse ma convergenti nello spirito autenticamente democratico, quello che anima la nostra Costituzione nata dalla Liberazione del 25 aprile 1945. E per domani, “BUON 1° MAGGIO A TUTTI”.

Gelasio Giardetti

Caro Romano, ti ringrazio immensamente dell’onore che hai voluto farmi inserendo la discussione condotta alcuni giorni fa sul 25 aprile fra “Tre amici al bar” cioè tu, Tonino e io, nel tuo sito www.arteculturaoggi.it. su cui hai pubblicato, da giornalista bravo quale sei, centinaia di articoli sull’arte, ma anche su argomenti di attualità. Ricordo che hai voluto onorarmi anche pubblicando, in passato, sunti dei miei libri e io non posso fare altro che ringraziarti anche in funzione della nostra collaborazione culturale ancora oggi in pieno svolgimento. ti saluto e ti abbraccio Gelasio.

Romano Maria Levante

Caro Gero, questo sul 25 aprile è stato il terzo incontro dei “tre amici al bar” di FB, intenso e … combattuto come gli altri due – sul Tricolore e sul 25 luglio 1943 – anch’essi su FB, dei quali, come ricorderai, ho pubblicato i tanti Post in due articoli nel mio sito l’8 e 9 settembre 2023 sempre integralmente. Scambi di idee e confronti di posizioni diverse all’nisegna della stima reciproca che alimenta la riflessione su temi basilari in modo ben diverso dalle asserzioni tanto superficiali quanto apodittiche che si sentono troppo spesso. Per il resto, aver recensito, anzi raccontato, il contenuto dei tuoi libri che spaziano da Dio e il Cosmo ai Carabinieri – dopo il libro su Gesù, l’uomo – è stato occasione di un arricchimento culturale per me data l’accuratezza della tua ricerca e il ooraggio delle tue interpretazioni di temi controversi e al contempo elevati, e non ti sei fermato, stai continuando ancora nei tuoi approfondimenti colti e appassionati che portano a scoperte di elementi inediti spesso sorprendenti; la forma espressiva avvincente rende leggera e coinvolgente una lettura per altri versi istruttiva e mai pedante. Ricambio le generose espressioni nei miei riguardi, onorato di questa intesa senza piaggeria – come dimostrano i nostri scambi su FB anche acutamente polemici ma sempre risopettosi – al’insegna delle nostre radici abruzzesi, che ci rendono “forti e gentili”, e in particolare “pretarole”, che ci rendono anche tenaci e pervicaci.. E con questo tuffo nella nostra terra ti abbraccio veramente di cuore. Romano.

Info

Il testo, tranne l’introduzione, riporta lo scambio di Post dei “tre amici al bar” dopo il messaggio “Buon 25 aprile a tutti” postato da Gelasio Giardetti sulla propria pagina di Facebook il 25 aprile, l’ultimo post di Romano Maria Levante è del 30 aprile, vigilia del 1° maggio cui si riferisce l’Introduzione, con i ricordi d’infanzia in essa evocati.

Photo

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