Pietracamela, 2. Festa dell’arrampicata e Omaggio a Marta Iannetti

di Romano Maria Levante

Abbiamo dato conto con una “cronaca da remoto” della Riapertura della chiesa madre di San Leucio, l’evento centrale avvenuto a Pietracamela – il borgo appenninico tra i più belli d’Italia alle falde del Gran Sasso – domenica 28 luglio 2024 nel tris di eventi che ci hanno fatto ripensare alla sigla televisiva di tanti anni fa   “una domenica così non la potrò dimenticar ”. Ora diamo conto, sempre “da remoto”, degli altri due eventi della stessa giornata , il precedente e il successivo, che hanno creato un ingorgo festoso. Come nella prima cronaca abbiamo avuto l’apporto decisivo di una paesana impegnata nella valorizzazione del territorio, anche per questi altri due eventi siamo stati aiutati dalle notizie e dalle immagini fornite da due paesani altrettanto impegnati in modi diversi per le fortune della nostra terra, il “natìo borgo selvaggio”.

La “Festa dell’arrampicata”

Il primo evento è stata la 7^ edizione della “Festa dell’arrampicata”, iniziata il 26 luglio e protrattasi per tre giorni, organizzata da “ASD Mondi verticali”, con questo intento di valore non solo sportivo: “Ai piedi del Gran Sasso educazione sanitaria ad alta quota” mediante “Esercitazioni di BLS-D, disostruzione vie aeree, gestione emergenze in montagna”.

Ed ecco il programma: Venerdì 26 luglio, ore 14 Apertura iscrizioni e inizio Maratona, ore 20 Talks – Proiezione con Klaas Willems. A seguire Dj set. Sabato 27,  ore 9,20 Apertura desk, ore 10 MRB tour, ore 12 Highline meeting, ore17,20-18,30  Hata Yoga, ore 20 Talks e proiezione con Roger Schaeli, ore 22  Live music Cuba casual e Dj set. Domenica 28, ore 9,30 Apertura desk, ore 10 MTB Tour, ore 12, Inizio Street Boulder, ore 17,30-18,30 Hata Yoga, ore 17 Termine Maratona, ore 18 Termine Street boulder, ore 19 Finali, ore 20 Premiazioni.

Non ci azzardiamo minimamente nel decrittare le voci del programma, molte delle quali per noi profani sono indecifrabili. Ci piace invece riportare le parole che ci hanno fatto rivivere il clima della manifestazione e vedere partecipanti venuti anche da lontano. Sono di Diana Di Giuseppe – sempre mobilitata nella valorizzazione del territorio diffondendo notizie e immagini suggestive – le abbiamo trovate in un suo Post  del 31 luglio su Facebook, in cui è molto presente. Riportiamo testualmente la sua appassionata descrizione di alcuni momenti della “Festa dell’arrampicata” che l’hanno colpita e ha trasmesso condividendo la propria emozione con queste parole.

“Il paese si riempie di centinaia di ragazzi appassionati di questo sport e quest’ anno le presenze sono aumentate tantissimo.

Per chi non si arrampica, come me, girare nel paese da spettatore è un vero spettacolo.

Oltre a vedere i ragazzi che scalano ogni muro, casa o roccia in posizione verticale è impressionante ed è spettacolare vedere chi attraversa in alto il cavo o filo a tutte le ore del giorno.

Il simbolo della Festa sono i materassini di ogni colore e dimensione portati a spalla dai giovani e meno giovane sportivi da una postazione, attività oppure da una gara a l’altra per tutto il giorno.

In questi tre giorni tutto il territorio di Intermesoli Pietracamela e Prati di Tivo e tutte le attività ricettive, Bar e Ristoranti si riempiono di persone.

In Piazza degli Eroi a Pietracamela le serate vengono animate da musica dal vivo con birra e arrosticini ed è un momento di socializzazione anche per i residenti delle tre località che approfittano dell’occasione di svago.

Era presente anche Elsa, l’Ambulante Fast Food, amica nostra che sosta a Intermesoli durante le nostre Feste.

I partecipanti, che vengono da ogni parte dell’Italia e del mondo…durante la mattina non esitano di farsi una escursione per sentieri e una scalata sulle pareti del Gran Sasso d’Italia..

Grazie e a l’anno prossimo”.

Diana Di Giuseppe

Il tutto documentato da una serie di immagini in cui si vedono le situazioni descritte.

Nella nostra “cronaca da remoto” non aggiungiamo altro ringraziando Diana Di Giuseppe per l’opportunità offertaci con le sue belle parole e le immagini del suo Post su FB che inseriamo nel testo.

 La “Festa della fienagione” nel ricordo di Marta Iannetti

L’evento che ha chiuso la giornata è stato particolarmente intrigante perché l’omaggio a una persona di grande sensibilità è stato collegato a una tradizione campestre della montagna, la “Festa della fienagione” che cadeva nei giorni di luglio sulla quale la persona celebrata aveva fornito una testimonianza appassionata. “Ricordando Marta Iannetti e l’antica festa della fienagione di Pietracamela”  si intitola la manifestazione svoltasi secondo un programma anch’esso intrigante.

Raduno alle ore 18 in Piazza degli Eroi, la maggiore del paese sovrastata da Vena grande, la roccia identitaria che reca ora la scritta “La Prota”, di  lì in 10 minuti di cammino attraverso il paese, da Porta Fontana o dal sentiero delle vecchie mura da poco riaperto i partecipanti hanno raggiunto la meta, la “Piana degli orti”, un angolo delizioso. Alle 18,30 è stato presentato il progetto “a li Pit de Castiégl”(ai Piedi del Castello) e sono stati illustrati i lavori effettuati  per ripristinare i vecchi sentieri comunali e vicinali, dal paese al vecchio mulino, alla chiesa della Madonna della Spina, alla sottostante frazione di Intermesoli, all’altipiano isolato dei Pacini, alle terre e agli orti coltivati.

Protagonista della presentazione Pasquale Iannetti, dell’Associazione Tecnoalp, che oltre ad essere uno scalatore appassionato di queste montagne con molti primati, da sempre è stato impegnato in iniziative di gestione e  valorizzazione con interventi personali diretti di notevole portata, fino alla costituzione della associazione citata nella quale la sua opera assume una dimensione ancora più rilevante. Ed è proprio Pasquale Iannetti che ci ha fornito il testo e le fotografie che ci consentono di documentare la manifestazione essendo la nostra cronaca, lo ripetiamo con rammarico, “da remoto”.

A Marta Iannetti è stata dedicata la parte della manifestazione definita “Donne che crescono”, con l’intervento di Emanuele Di Paolo dell’Associazione Bambun Aps sul contributo di questa donna straordinaria al Gran Sasso e sul progetto “Tramontana”. Si è conclusa con la degustazione di prodotti tipici e vino allietata da musica e balli della tradizione locale, ma prima la testimonianza di alcuni abitanti di Pietracamela che hanno vissuto i tempi andati. C’è stata anche la testimonianza del sottoscritto, sempre “da remoto”, con la lettura di un nostro ricordo, da “pretarolo verace” che ha rievocato i suoi innumerevoli ritorni estivi nel paese natale; Il testo che è stato letto nella manifestazione lo riporteremo prossimamente-

Ora ne riportiamo uno ben più rilevante e fortemente identitario, una conversazione di Marta Iannetti con Lucia Panza  dal libro di Marta Iannetti “Bellina che sei nata alla montagna – Donne, agro-pastoralismo e migrazioni a Pietracamela”, con in primo piano la “Festa della fienagione”: Ecco il testo fornitoci da Pasquale Iannetti, con le fotografie della manifestazione di Maria Iannetti che illustrano questo testo e ringraziamo veramente.

Alla riscoperta della Valle degli Orti (L’tièrr d’ la Prota) di Pietracamela

PitCastiègl’ Ai piedi del castello

foto: Collezione Luca Angeletti (L’Aquila)

T’arraccaunt (Ti racconto)

Da “Bellina che sei nata alla montagna” dialogo di Marta Iannetti con Luigina Panza

…. A marzo, una volta sciolta la neve, gli appezzamenti di terra coltivabile, sparsi lungo le scomode dorsali della montagna, si cominciavano a popolare, chi da un parte, chi da un’altra, chi di più, chi di meno, ognuno lavorava un pezzo di terra di cui era padrone. All’avvio della stagione, per prima cosa si trasportava lo stabbio per concimare la terra, poi si iniziava a zappare. La famiglia di Luigina Panza iniziava a lavorare un fazzoletto di terra in basso, posizionato verso il paese di Intermesoli, detto L’Casarèn. Si arava, si seminava, ci si prendeva cura della fase vegetativa, in un crescendo di attività che raggiungevano l’apice tra luglio ed agosto, con i grandi lavori di mietitura e di fienagione.

La stagione fertile volava, erano mesi concentratissimi dove si faticava incessantemente per strappare alle coste ripide, tutto il supporto alimentare indispensabile per le famiglie e gli animali. Era questo il tempo più faticoso e più intenso, quando gli sforzi estremi di una agricoltura di auto sussistenza non meccanizzata si consumavano sotto il sole tanto atteso dopo la lunga neve. I prati, i boschi ed i campi erano pieni di gente e “SantMartèn t’ l’arcrascia” (San Martino ti faccia ricrescere) si diceva, salutandosi durante il lavoro, perché San Martino è un santo che ti fa ricrescere la roba. La distribuzione dei terreni era altamente irregolare: quelli più bassi, nelle vicinanze del paese, solitamente, venivano destinati alla produzione del necessario per nutrire la popolazione, mentre quelli più alti erano destinati alla fienagione e poi al pascolo.

Una conoscenza intima delle caratteristiche dei terreni permetteva di compiere scelte funzionali, calibrate sulle qualità particolari di ogni pezzetto di terra e ciascuna coltura aveva il suo luogo ideale. L’Casarèn (alle Casarine), più esposte al sole e basse, si mettevano le patate che poi si cavavano a settembre, duravano fino alla primavera ed erano destinate all’alimentazione umana e per i maiali. I ijervcrescevano là agl’ RijArnèl, erano simili a piccoli ceci scuri ai quali, dopo averli ammollati, si aggiungeva la farina di granturco, si mettevano in una canaletta e si davano da mangiare agli agnelli. Era questo un nutrimento importante per gli agnelli svezzati che, a loro volta ben ingrassati, venivano venduti per Pasqua. 

Ai Pit Castièglc’era la giusta umidità per i fagioli sia bianchi che neri insieme alla lonta la lenticchia), che veniva tanto dagne(bella). Luigina ricordava: In quel pezzetto di terra un anno ne raccogliemmo un quintale. Poi si metteva la cicerchia, la revaglia, la veccia, che si consumava cruda come i piselli; si seminavano anche i cereali, grano e orzo. S’m’tévaIaijorvalá agl’ RijArnèl (si mieteva l’erba là al Rio Arnale). Ad agosto l’ rén s’m’tèva (si mieteva il grano) là a l’Ploij, lá a Cagliengh  (a Collelungo) là a L’PischPlèn (Pesco Piano). Si assemblavano I maniuppij (i covoni), si trescava nelle aie ben pulite e si trebbiava con gli asini. Il grano bisognava poi lavarlo, pulirlo, facendo volare la pula al vento della notte in zone strategiche, come lo slargo davanti alla chiesetta di San Rocco.

Si provvedeva anche alla seconda semina d’l’ rènmarzarùol (del grano marzaiolo), una qualità dalla crescita rapida, ma la produzione cerealicola non bastava comunque mai per l’annata e bisognava procurarsene a valle ed erano le donne che scendevano a Ponte Arno, per riportare il grano in paese, a piedi o, chi lo possedeva, con il somarello. L’ordinata geografia culturale vedeva allora il bosco addomesticato sfumare nel mosaico di campi coltivati, c’era un ordine con cui veniva gestito l’ambiente prima, quando il legame essenziale con le risorse circostanti rendeva le terre simili a un libro, una carta geografica, un settebello. Il Comune provvedeva ad organizzare le famiglie in modo tale che i maschi dovevano fornire la disponibilità di dieci giornate obbligatorie per andare a pulire strade e sentieri.

Con questa manutenzione collettiva le strade ed i sentieri erano resi funzionali dagli uomini di ciascuna famiglia cheijévan ad ass’tté l’vuij (andavano ad aggiustare le strade dopo l’inverno). L’fav’cié (il falciare) Il momento culmine del calendario locale, il più intenso tra i ricordi, è quello della falciatura dei prati. All’inizio di luglio tutto il paese iniziava lo sfalcio del fieno necessario a nutrire gli animali in stalla durante l’inverno. (segue)

Note: U RijArnèlsi trova dopo Fonte Monica, verso la casetta Mirichigni.
iJL’casarèn è sotto la chiesa grande; dove ora c’è il parcheggio, sotto la chiesa invece si chiama “u T’rratèr. Ci sono due PischPlèn: uno piccolo sempre sotto la chiesa, l’altro dove sta il monumento a Cichetti, nella valle del Rio Arno. La lenticchia si seminava pure sulle Cannavun, sotto il canale, intorno al Calvario vecchio. Elaborazione dei testi in lingua pretarola di Lidia Montauti.

Ritroviamo Lidia Montauti, nel suo impegno instancabile di natura culturale e organizzativa che abbiamo già sottolineato nell’articolo sull’evento centrale, la riapertura della chiesa di San Leucio, come abbiamo ricordato l’impegno divulgativo e non solo di Diana Di Giuseppe.

Il resto del programma dell’estate 2024 di Pietracamela

A questo punto, rinviando alla prossima pubblicazione il nostro ricordo dei tempi passati che è stato letto nella manifestazione, potremmo concludere, ma pensiamo ancora alla festosa sigla televisiva “Una domenica così non la potrò dimenticar” con cui abbiamo aperto la nostra cronaca, che proseguiva così: “Ed io non so cosa darei per farla sempre ritornar”. Ebbene, a Pietracamela l’amministrazione comunale con il sindaco Antonio Villani e la Pro Loco, l’hanno fatta “ritornar”: giorni così – pur senza il festoso ingorgo del 28 luglio – si sono susseguiti e proseguono nell’intera estate, in un ciclo intenso di manifestazioni culturali, di intrattenimento e non solo che ravvivano il soggiorno nella splendida località dalle grandi bellezze naturali. Basta leggere il programma per il mese di agosto dell’Estate 2024 del Comune: Venerdì 2 agosto, “Enrico Ruggeri in concerto”. Sabato 3, “Cittadinanza onoraria a Stefano Ardito”, Presentzione del libro ‘La vita capita’ di Rosanna Narducci, e “La maglia rossa sulla parete Nord  del Monte Camicia”, documentario di Ferdinando di Fabrizio. Domenica 4, “Inaugurazione mostra fotografica di Aligi e Flavio Bonaduce” e “Festa della Madonnina”. Giovedì 8  “Raffaele Bifulco e Clara Gizzi in concerto”. Venerdì 9, “Presentazione libro ‘Bibliografia del Gran Sasso d’Italia”. Sabato 10 e Domenica 11, “Borgo in Arte”. Giovedì 15, “Festa di  Santa Maria Assunta”. Venerdì 16, “Festa di San Rocco” con concerto. Per il week end 10-11 agosto un affollarsi di eventi che ricorda la domenica del 28 luglio anche quella dell’11 agosto “non la si può dimenticar” E nel mese di luglio, prima dei tre eventi di domenica 28 di cui abbiamo dato conto, c’è stato il 12, 13, 14 l’“Ultra trail del Gran Sasso” e sabato 13 “Letture in piazza”.  Un impegno rimarchevole dell’amministrazione, per la soddisfazione dei locali e del tanti turisti.

Il “cronista da remoto” ne dà atto con piacere da “pretarolo” verace, e nello stesso tempo con il rammarico di non poter partecipare in parte attenuato dall’aver potuto dar conto dei tre eventi di una “domenica che non potrò dimenticar”.

Info

Si tratta del 2° dei 3 articoli dedicati agli eventi di domenica 28 luglio 2024 a Pietracamela – del club Anci “i borghi più belli d’Italia”, alle falde del Gran Sasso – riguardante la “Festa dell’arrampicata” e “Ricordando Marta Iannetti e l’antica festa della fienagione di Pietracamela”. La descrizione del primo evento e’ riportata testualmente dalla pagina di Facebook del 31 luglio 2024 di Diana Di Giuseppe, che ringraziamo; il testo Bellina che sei nata alla montagna” dialogo di Marta Iannetti con Luigina Panza”, alla riscoperta della valle degli orti, ci è stato fornito da Pasquale Iannetti, che ringraziamo. Il primo articolo, sulla Riapertura della Chiesa di San Leucio“, patrono del paese, è uscito in questo sito l’8 agosto, il 3° e ultimo articolo, sui “Ricordi di un ‘pretarolo’ verace, turista estivo” uscirà prossimamente.

Photo

Le prime 9 immagini, sulla “Festa dell’arrampicata”, sono tratte dal Post sulla pagina di Facebook del 31 luglio 2024 di Diana Di Giuseppe, che ringraziamo con gli eventuali altri titolari dei diritti, siamo pronti ad eliminare le immagini delle quali non fosse gradita la pubblicazione, alla semplice richiesta dei titolari, precisando che l’inserimento nell’articolo ha solo scopo informativo senza alcun intento pubblicitario od economico. Le successive 9 immagini, quasi una sequenza cinematografica, relative a “Ricordando Marta Iannetti e l’antica festa della fienagione di Pietracamela”,  sono state fornite da Pasquale Iannetti che ringraziamo, come ringraziamo l’autrice di tali scatti fotografici, Maria Iannetti.