11 settembre 2001, 1. L’apocalisse delle Torri Gemelle, in una “diretta” emozionante

di Romano Maria Levante

Quel giorno di vent’anni fa, al momento dell’apocalisse delle Torri Gemelle stavamo scrivendo la prima parte di un romanzo-verità ispirato liberamente a una storia di emigrazione dal nostro paese, Pietracamela, alle falde del Gran Sasso d’Italia. Telefonammo subito al protagonista il cui racconto ci aveva spinto a raccontarne la storia, tornato al paese dall’America per una breve vacanza, perché il figlio lavorava nei grattacieli di Manhattan e temevamo per lui. Nel prosieguo della stesura del romanzo inserimmo l’attacco alle Torri Gemelle vissuto dal figlio che si trovava nella zona i rievocandone i momenti. Nel nostro romanzo “Rolando e i suoi fratelli, l’America!” a questo evento terribile sono dedicate le pagine da 321 a 344, le riproduciamo testualmente in 4 puntate, pensando di poter risvegliare le emozioni provate allora dinanzi a un evento tragico e disumano. E’ il nostro modo di celebrare 20 anni dopo le vittime con il cordoglio alla loro memoria e gli eroi che si sono battuti contro l’apocalisse rendendo omaggio alla loro dedizione spesso fino al martirio. Le immagini rendono la terribile sequenza che ha investito con una palla di fuoco gli ultimi piani della Torre Nord, l’impatto dell’aereo sulla Torre Sud e l’abnegazione dei vigili del fuoco immolatisi nei soccorsi.

Le Torri Gemelle nel World Trade Center di New York

“E’ trascorsa una calda estate dalla visita del padre. Johnny è arrivato da pochi giorni dopo un breve periodo di ferie, e deve smaltire gli impegni accumulatisi.

Sono appena passate le 8,30, è in ufficio. Gli altri, compresa la segretaria, ancora non sono arrivati.

Incontrerà l’amministratore di una corporation che ha offerto di apertecipare  auna nuova iniziativa, è il suo pane quotidiano. Riguarda un settore di punta, le telecomunicazioni, e un comparto avanzato, il digitale. Manca meno di mezz’ora all’appuntamento fissato per le nove.

Ordina le carte rimaste sul piano della scrivania, accende il computer.

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Ci sono parecchi aspetti da chiarire, si è in fase preliminare. Il digitale è una rivoluzione tecnologica per il mercato, e la liberalizzazione con la caduta dei vincoli antitrust  ha prodotto negli Stati Uniti una corsa alla concentrazione  con lo spostamento di ingenti capitali.

In un quadro così complesso l’iniziativa proposta di realizzare  una rete completamente digitale in fibre ottiche  e gestire un vasto sistema wireless anch’esso  digitale è interessante  quanto delicata. Apre l’armadio chiuso a chiave, la trattativa è riservata e va mantenuto il segreto anche all’interno. Tira fuori il dossier che  gli interessa e lo sfoglia per individuare i punti da approfondire. Verifica che non manchi nulla  per la discussione. Cerca dei documenti, ora ha quanto gli occorre. Richiude l’armadio. Davanti alla vetrata dà un’occhiata distratta all’esterno. Vede sfilare un aereo di linea. Mai era capitato che passasse così vicino.

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Siede dietro la scrivania con un senso di inquietudine, gira meccanicamente la pagina del giorno sul calendario da tavolo. Legge la data, 11 settembre, martedì. Non capisce perché sia turbato, non ne ha motivo, è preparato all’incontro che inizierà dopo un quarto d’ora. Mentre apre il fascicolo e si accinge a richiamare nel monito il relativo “file”, uno scoppio lo fa sobbalzare.

E’ diverso dai rumori che si sentono dai grattacieli di New York, dove non arriva il frastuono del traffico. Non riesce a immaginarne l’origine, non vuole pensare all’aereo sfilato a volo radente. Quasi per esorcizzare l’inquietudine.

-Un rombo di tuono? Si chiede. No, è potente  e insieme sordo, soffocato. E poi non ci sono temporali in vista, l’aria è tersa, il cielo è sereno, il sole luminoso. Come sa esserlo nei mesi di passaggio tra le stagioni, in questo settembre tiepido e dolce.

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-E allora cosa? Torna l’interrogativo. Neppure lo scoppio di una caldaia o l’esplosione di un appartamento invaso dal gas producono un effetto simile. Qui non ci sono caldaie né abitazioni che possono esplodere, ma grattacieli con centrali termiche sicure poste in profondità sotto al basamento.

-E allora cosa? Diventa un’ossessione. IL bang di un reattore impazzito che superasse il muro del suono nella selva dei grattacieli darebbe una frustata , invece l’aereo emetteva il normale rombo dei motori e si muoveva alla velocità consueta.  

-E allora cosa? Diventa un’ossessione. IL bang di un reattore impazzito che superasse il muro del suono nella selva dei grattacieli darebbe una frustata , invece l’aereo emetteva il normale rombo dei motori e si muoveva alla velocità consueta.  

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-E allora cosa? Diventa un’ossessione. IL bang di un reattore impazzito che superasse il muro del suono nella selva dei grattacieli darebbe una frustata , invece l’aereo emetteva il normale rombo dei motori e si muoveva alla velocità consueta.  

I rumori della guerra non li conosce, né le esplosioni delle bombe, è un’eventualità ch non considera nemmeno per un attimo.

-Non mi trovo in una sede a rischio di attentati terroristici nel Medio Oriente o in uno dei paesi del terzo  mondo dilaniati dalle guerre intestine dove tutto è possibile in ogni momento! Sono nel centro di Manhattan che è il centro di Nrw York, il centro della grande America. Grande nella potenza militare, oltre che finanziaria ed economica. Nessuno oserebbe e, se lo volesse, non potrebbe giungere fino al cuore del paese, per di più al cuore finanziario.

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Il ricordo dell’autobomba del 1993 non lo preoccupa, perché evidentemente le misure di sicurezza sono state rafforzate, l’area dovrebbe essere blindata.

-L’aereo che ho visto passare vicinissimo non può spiegare lo scoppio, ci mancherebbe! Sbotta sempre più turbato.

Sono pensieri che nel volgere di pochi attimi lo fanno correre alla vetrata per veder quello che non riesce  a capire. Una reazione insolita, non si fa distrarre da suoni, rumori, immagini, ha l’abitudine di concentrarsi sul problema che sta affrontando estraniandosi da ciò che lo circonda.

La sua attenzione ne resta assorbita in  modo tale da non essere attirato  da quanto avviene all’esterno mentre gli altri si accalcano alle finestre.  Anche se gli stormi di uccelli migratori disegnano incredibili arabeschi  resiste alla tentazione di soffermarsi a guardare  fuori. E così per i tramonti più suggestivi.

Questa volta no, è diverso, sente che è diverso. Mai dalle Twin Towers del Worls Trade Center si è vista uscire una nuvola di fumo nero tra gigantesche fiammate  che lambiscono gli ultimi piani. E’ lo spettacolo agghiacciante che li si presenta.

-Non serve che continui a interrogarmi, devo darmi da fare. E subito. Molti nostri uffici sono nella Torre Nord, mi metterò a disposizione dei soccorsi. Non farò come Archimede che alla caduta di Siracusa rimase immerso nelle operazioni di alta matematica tanto che non si accorse dell’assalto finale  alal città. Sono o non sono un vero americano?

Esce dalla stanza, si precipita all’ascensore con i colleghi che incontra. Nessuno sa cosa sia successo. Scendono a terra, corrono verso le torri  con il fiato in gola. Attraversano alcuni isolati, la confusione aumenta  via via che si avvicinano alla zona. E’ un incrociarsi frenetico di gente che cerca di raggiungerle  e di gente che se ne allontana. Le auto dei vigili del fuoco sfrecciano con un ululato lamentoso.

Mai aveva fatto caso al numero dei veicoli antincendio  di New York, ora si rende conto di quanti siano. E’ un accorrere  senza sosta sul luogo del disastro sovrastato da una nuvola di fumo nero che si mu a ondate con un odore acre di bruciato.

Smettono di correre, troppe persone vanno nella direzione opposta. I colleghi rinunciano a proseguire.

 -Non credo che tutti siano così spaventati o egoisti da sottrarsi al dovere di prestare aiuto, ci sarà un motivo! esclama continuando ad andare avanti.

Sono i vigili del fuoco  e i poliziotti ad allontanare dal luogo dell’esplosione . La Torre Nord brucia in alto, oltre alle fiamme impressiona il fumo. Un tremendo Vesuvio con un pennacchio gigantesco, un vulcano in eruzione.

-Anche se è la parte superiore a bruciare emettendo  lava  elapilli, pensa subito, in ogni eruzione  gli effetti si trasmettono a valle con forza distruttiva.

Si riscuote da questo pensiero.

-Chissà cosa sta succedendo, chissà cosa potrà succedere? Forse nulla di più di ciò che vedo. I vigili del fuoo entrano nella torre, salgono a piedi centinaia di gradini per spegnere le fiamme. Del resto, qunado esplose l’autobomba nell’autorimessa  del World Trade Center, venne colpito il basamento e non furono compromessi i piani soprastanti.

Purtroppo non si salvarono sei di coloro che rimasero intrappolati nel sottosuolo prima di esserne tirati fuori coperti di polvere e sangue. I danni dell’incendio verranno contenuti. Non è un vulcano in eruzione, la lava non scende a valle inesorabile.

-E’ stato un aereo! Urlano i tanti che si allontanano.

-Non avvicinatevi!  Ridano poliziotti e vigili del fuoco.

Un aereo? Ricorda di aver letto che un grosso bombardiere B52 finì contro l’Empire State Building  in tempo di guerra, ed erano capitati incidenti del genere in tempi normali on piccoli Cessna. Urti di entità limitata, il grattacielo aveva resistito.

-Le Twin Towers sono progettate  per reggere all’impatto dei giganteschi Jumbo, pensa, e per resistere alla spinta esercitata dal vento che corrisponde a molte volte la più violenta collisione immaginabile.

Queste e altre notizie erano nell’opuscolo informativo con la storia, le caratteristiche e le garanzie di sicurezza consultato nel prepararsi al trasferimento, poi non avvenuto, nella Torre Nord.

-Oddio, mormora paralizzato dalla paura, c’è un aereo lassù che sembra diretto alla Torre Sud. No, sta deviando, si inclina, vira, ci cozza contro lo stesso, si infila nella parte alta, esplode. E’ un’allucinazione, non è possibile, le urla ‘è stato un aereo’ hanno creato immagini così realistiche da apparirmi vere. Non può essere vera la palla di fuoco che avvolge la torre appena colpita, mentre la cima della Torre Nord è coperta dalla nuvola di fumo nero!

Se si trattasse di un’allucinazione? Come per l’esplosione che lo ha fatto scendere in strada  e correre verso le torri senza sapere perché, ma con la consapevolezza che voleva  e doveva farlo?

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Purtroppo non è un’allucinazione l’ondata di fumo nero e di calore, l’aria irrespirabile che ferisce i polmoni, la polvere che sferza il viso. E’ qualcosa di terribilmente vero che lo lascia sgomento, incapace di riflettere e di agire. Sconvolto, fa constatazioni agghiaccianti.

 -Allora c’è stato davvero lo schianto del primo aereo! L’esplosione sulla Torre Nord è stata causata dall’impatto di un aereo. Un grande aereo di linea simile a quello penetrato nella Torre Sud ed esploso sotto i miei occhi.

Eì proprio l’aereo che aveva visto passare a volo radente. I paragoni con gli altri incidenti non reggono più. Si arrende dinanzi alla tremenda realtà.

-Non è possibile che sia una coincidenza, è impensabile un errore umano ripetuto a così breve distanza. Se è impensabile l’errore umano  c’è stata una volontà anch’essa umana. Anzi disumana.

Cerca di scacciare questo pensiero, deve ragionare. Si rende conto che è molto difficile. Ci prova. Li conosceva bene quegli aerei, viaggiava spesso sulle tratte interne e anche sulle linee internazionali.

-Ma adesso, da mezzi di trasporto familiari e sicuri, sono diventati spaventosi missili che hanno colpito gli edifici più cari e simbolici d’America!

Soltanto l’Empire State Building è al loro livello nell’immaginario collettivo e quando il B52 vi si schiantò le Twin Towers non esistevano, con i suoi trecentottanta metri era di gran lunga l’edificio più alto della “grande mela” fin dall’inizio degli anni trenta. L’incidente era stato fortuito, ma non possono essere fortuiti due impatti simmetrici e gemelli al pari delle torri.

-E se non sono fortuiti, si ripete angosciato, cosa può aver trasformato due inoffensivi aerei di linea in kamikaze impazziti lanciati sul cuore dell’America?

Nel volgere di un lampo rivede le scene di routine dei voli aerei. C’è da accomodarsi sulle poltrone, allacciarsi le cinture, ascoltare le istruzioni per l’emergenza ripetute in modo meccanico e seguite in modo altrettanto svogliato dato che non servono, non devono servire, guai se servissero. Scegliere i giornali da sfogliare, guardarsi intorno e scoprire la varietà dei tipi umani scolpita nei compagni di viaggio. Non manca una sbirciatina alle hostess, a volte sono proprio carine. Poi il volo, breve sulla navetta New York-Washington, interminabile sulle linee  intercontinentali, Sempre in un clima di confort e affidabilità.

-Le sciagure aeree creano sgomento nell’opinione pubblica, gli vien fatto di pensare, e per ridimensionarle a poco vale confrontare le statistiche del numero delle vittime con quelle degli incidenti d’auto, tanta è l’emozione suscitata dalla morte simultanea di tutti gli occupanti di un aereo mentre passa inosservato il numero ben più elevato di persone che muoiono sulle strade, a parte gli incidenti alla ribalta perché  spettacolari. Figurarsi una sciagura come questa!

E’ solo un attimo, del resto l’evento catastrofico non riesce neppure a percepirlo, supera l’immaginazione al apri degli ultrasuoni che non si avvertono per quanto sono acuti  e lancinanti al di là della percezione.

-Che sto almanaccando? Si riscuote rimproverandosi. I miei pensieri si sono messi a correre quasi per allontanarsi dalla tragedia. Devo restare presente a me stesso.

 Gli automezzi di soccorso continuano a sfrecciare. Spiccano le casacche fosforescenti dei vigili del fuoco, i poliziotti si sbracciano per contenere il flusso di gente. Non si comprende cosa possa ancora accadere.

E’ preoccupato per i colleghi della merchant bank e di una società finanziaria con cui ha stretti rapporti. Si trovano negli uffici della Torre Nord, al prima ad essere  colpita. Molti lavorano all’ottantesimo piano, sua sede di lavoro nel programma iniziale. Dell’altra finanziaria in tremila sono nei piani sottostanti. Vi è stato spesso e ha vissuto le situazioni più diverse con loro. Incontri brevi e riunioni interminabili. Ricorda l’ubicazione degli uffici, gli spazi comuni, le prescrizioni da seguire in caso di incendio.

-Dove saranno ora? Si troveranno nei punti di raccolta o staranno scendendo per le scale d’emergenza? Oppure…?

Una teoria ininterrotta di vigili del fuoco sta entrando nella Torre Sud, Cerco di arginare la gente che vuole avvicinarsi. Un vigile lo afferra per la giacca e lo blocca ordinandogli  di non varcare il limite oltre il quale c’è pericolo. Gli rimane impressa al figura imponente che si muove con decisione e senza incertezze, il viso fermo e impassibile, lo sguardo severo.

Ubbidisce all’ordine, Due incredibili fumaioli svettano verso il cielo quasi che Manhattan si fosse trasformata in un gigantesca nave. Le fiamme si sprigionano, il fumo è più impressionante del fuoco, nero impenetrabile con folate  che si accavallano come soffiate da un mantice infernale. In strada si diffonde un’aria mefitica.

Assiste impietrito a uno spettacolo agghiacciante. Figure umane si gettano dall’alto per schiantarsi al suolo in un volo disperato, interminabile.

-Oddio, la fine di Icaro! Ma qui non è il sole abbagliante della natura a sciogliere le ali ponendo fine aun volo fantastico nel cielo; è il calore insopportabile dell’incendio che li fa gettare nel vuoto per morire in modo intrepido all’esterno immersi nell’ria fresca del mattino, piuttosto che in modo atroce all’interno divorati dalle fiamme straripanti dell’esplosione.

 Questo pensiero non gli dà conforto, Guarda altrove, non può sostenerne la vista. Meglio fermarsi e tentare di decifrare il caotico via vai  intorno alle torri colpite a morte. Altrimenti torna la disperazione, allontanata per un momento. Chi va nell’area del disastro è un vigile del fuoco o un poliziotto e sa cosa deve fare, chi ne esce coperto di polvere è terrorizzato e sa solo che deve fuggire.

-I sopravvissuti stanno scendendo precipizio decine e decine di piani incrociandosi con i vigili del fuoco che salgono per regolare l’evacuazione e raggiungere l’incendio. Mi ricorda qualcosa  a lieto fine! ripete a se stesso scacciando le immagini più tragiche. Gli viene in mente un film, l’”Inferno di cristallo”. Un quadro simile a quello dinanzi ai sui occhi, i piani alti del grattacielo in fiamme e la terrazza intatta, in grado di accogliere le persone in abito da sera intrappolate nella festa all’ultimo piano. Dalla cima del grattacielo tutti sulla terrazza, che fu collegata  con una teleferica di fortuna presto distrutta anch’essa; mentre era bloccata dal fuoco la via di fuga della discesa lungo la scala d’emergenza  su cui i pompieri salivano senza sosta per cercare di spegnere l’incendio. All’origine delle fiamme un corto circuito causato dal materiale scadente utilizzato per realizzare l’impianto elettrico risparmiando sui costi”.

Continua...

Info

Si tratta della 1^ delle 4 parti della rievocazione, nel ventennale del catastrofico evento. della cronaca vissuta in diretta dell’attentato alle Torri Gemelle nel romanzo-verità di Romano Maria Levante, “Rolando e i suoi fratelli, l’America”, Andromeda Editrice, 2005, pp. 366. L’intera cronaca è alle pagg. 321-344, la 1^ parte sopra riportata è alle pp. 321-326. Le ulteriori 3 parti seguiranno in questo sito nei giorni 13, 15, 17 settembre 2021.

Photo

Le immagini sono state tratte da siti web di pubblico dominio, si ringraziano i titolari precisando che il loro inserimento è a titolo meramente illustrativo, senza alcun intento di natura economica nè pubblicitaria; pertanto qualora la presente pubblicazione non fosse gradita le relative immagini verranno subito rimosse su semplice richiesta. Dopo le prime 6 immagini in sequenza delle Torri Gemelle, le successive sono alternate con quelle dei vigili del fuoco che si sono prodigati nelle operazioni di soccorso, 343 di loro sono rimasti vittime. I siti, indicati nell’ordine in cui sono inserite le immagini, sono i seguenti: delphipages.live.it, it.wikipedia.it, agenpost.it, agora.vox.it, italiani.it, corriere.it, facebook.com, bergamonews.it, ciakmagazine.it, ilfattoquotidiano.it, corriere.it, lacnews24.it, luogocomune.net, alive.it, tg24.sky.it, panorama.it, cittanuova.it, ilgiorno.it, agi.it, globusmagazine.it. Ancora grazie a tutti i titolari dei siti citati per l’opportunità offerta.

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6 commenti

  1. A suo tempo lessi Rolando e i suoi fratelli, avendone acquistate 10 copie che ho dato ad amici, soprattutto quelli nati in Abruzzo. Ora ricordo questa descrizione che mi colpì in quanto era un evento molto recente.
    Vedrò di inviare loro il link, se li ritrovo tutti, per questa lettura attualissima.
    Trovo più vivo e realistico quanto estratto dal romanzo, che fa rivivere le emozioni del tragico evento di allora, rispetto alle rievocazioni viste in TV! Complimenti. Al rientro a Roma mi riprometto di sfogliare il romanzo, che ha un posto d’onore nella mia libreria vicino a quello di Oriana Fallaci: La rabbia e l’orgoglio.
    Ciao,
    Peppino

    1. Non solo Peppino ne acquistò 10 copie, ma promosse l’acquisto di 50 copie da un imprenditore con cui aveva rapporti che, tra l’altro, aveva un prodotto intitolato a Dante, e dato che il protagonista del romanzo-verità leggeva la Divina Commedia mentre da ragazzo pascolava le pecore nel suo paese prima dell’avventura americana, scattò l’interesse. Questo avvenne in fase di prenotazione, quando mi attivai per aiutare a coprire i costi editoriali, e feci il giro delle “sette chiese”, private e istituzionali: operatori turistici del mio paese, che è il paese dei protagonisti emigrati cui mi ero ispirato, Pietracamela, il “nido delle aquile” alle falde del Gran Sasso d’Italia, gli alberghi e i ristoranti, tutti ne prenotarono 15 copie – il primo fu il compianto Mario Palmeggiani del “Ristoro Venacquaro” cui serbo tanta riconoscenza – poi gli altri, tra cui Gran Sasso 3, il Miramonti 50 copie; istituzionali come il Comune di Pietracamela, la Comunità montana e il Bacino Imbrifero, con maggior numero di copie la Provincia di Teramo e la Regione Abruzzo, la Cassa di Risparmio di Teram, l’INA e altri ancora, sul piano personale gli antichi compagni di scuola di Teramo, su iniziativa del compianto Giorgio Di Pancrazio, e poi perfino l’assicurazione dell’auto Balausta e il promotore finanziario della Zurich, Nicola Todisco, la De Georgio Roma con l’amministratore Ciro Soria. Risultato, la 1^ Edizione esaurita in prenotazione. La molla per tutto questo non fu il mio modesto “scouting” con la presentazione del volume ancora in bozze, bensì l’epopea dell’emigrazione in un libro dallo slogan presuntuoso “La risposta al Padrino”, perché tale era la rievocazione romanzata di una storia vera di lavoro e di successo che mostrava l’altra faccia della luna, edificante ma non agiogradica perchè assolutamente vera, quando l’unica faccia sembrava essere quella del “Padrino” e della “Piovra”, degenerazioni esistenti ma non possono nascondere né sporcare le tante storie positive che rendono onore ai nostri connazionali all’estero. E’ stato un racconto vero premiato non solo dalle prenotazioni, se il libro è risultato vincitore assoluto di due concorsi letterari, “Premio Terra del Vesuvio” 2008 Salerno, e “Premio Vladimir Nabocov” 2007 Lecce, si è piazzato al 3°, 5° posto, premio selezione, finalista e semifinalista in altri 5 premi, con questa caratteristica: che è risultato vincitore al Sud, dove l’emigrazione fa parte della carne viva della gente, con riconoscimenti in dissolvimento verso il Nord, da Roma, a Novara, a Torino; lo cito non per fare “self-promotion”, non è più in libreria, ma per sottolineare ulteriormente come la storia dell’emigrazione sia sentita nel nostro Paese. Il libro è dedicato ai miei avi e soprattutto a mio nonno, Salvatore Paglialonga, che nel giugno 1906 partì dalla natìa Pietracamela per le lontane Americhe senza poter attendere la nascita di sua figlia, mia madre, che avvenne il 1° ottobre successivo. Quanti sacrifici, ma quanto merito e successo dal lavoro onesto con lo spirito di iniziativa e la genialità di chi al paese pascolava le pecore e in Canadà vinceva le gare per i grandi appalti delle strade americane, dopo essere entrato per gradi nell’urbanistica passando per i prati all’inglese dei villini! Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, volle manifestarmi il suo apprezzamento per il modo con cui nel libro veniva resa giustizia ai nostri concittadini all’estero mentre era attaccato per aver criticato lo spazio dato a “La piovra” per l’immagine negativa che proiettava all’estero. La parte sulle Torri Gemelle è particolarmente sentita perché l’ho scritta in quei giorni dopo aver telefonato al padre – che era tornato per una vacanza a Pietracamela – del personaggio, manager di una merchant bank vicino alle Torri Gemelle dove andava spesso, il giorno della catastrofe, in cui cercava di mettersi in contatto con il figlio preoccupato della sua sorte,come è raccontato nella verità dei fatti nel libro, e anch’io ne ero preoccupato nell’identificazione dei miei persoaggi con la fonte di ispirazione, loro veri e reali. Peppino tiene il mio libro vicino a “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci, lo ringrazio di darmi questo onore, Oriana aveva capito tutto…. e l’attentato alle Torri Gemelle ne ha dato la più spaventosa dimostrazione. Peccato che dopo venti anni l’America li abbia perduti entrambi, “la rabbia e l’orgoglio”, a stare al disastroso ritiro da Kabul, peggiore di quello che sembrava irripetibile da Saigon, e di certo la Corea del Nord era ben altra cosa che i talebani: ebbene lì fu soltanto l’ultimo aereo a scandalizzare, qui una lunga agonia agli occhi increduli del mondo. Grazie, caro Peppino, di aver suscitato con il tuo commento tanti ricordi su un momento così speciale della mia vita.

  2. Molto bella e avvincente questa rievocazione dell’apocalisse dell’11 settembre 2001 ad opera della sua sapiente penna. Si legge con trepidazione come un romanzo (certo, è una parte del libro del 2005) mentre ci si trova al cospetto di una tragica, inimmaginabile fino ad allora, realtà. È una testimonianza densa di emozioni che nulla ha da invidiare alle molteplici rievocazioni che la tv ha trasmesso in questi 20 anni. Aspetto di leggere le altre tre puntate. Non escludo, data l’attrattività della scrittura, di cercare il romanzo in libreria. Solo ne ho talmente ancora tanti da leggere in casa che … dovrei vivere un’eternità. Una curiosità: tra le immagini, mi sembra di scorgere Nicolas Cage in un film rievocazione, forse è tratta da Ciakmagazine.it citato tra i siti. Grazie alla persona che mi ha offerto il privilegio di leggere queste sublimi pagine

    1. Come non ringraziare la gentile Daniela per la generosità del suo commento? Non merito tanto, ma sono gratificato dalle belle espressioni che mostrano una sensibilità non comune perchè ha “sentito” ciò che non è detto nè scritto, parlado di “testimonianza densa di emozioni”. Le emozioni nascono dalla corrispondenza del racconto con la realtà, non soltanto nella descrizione ma anche e soprattutto nella mmedesimazione con il personaggio del mio romanzo-verità che viveva realmente quell’indicibile emergenza, mentre io ero a contatto con il padre – cui mi sono ispirato per il protagonista del romanzo, ritornato per una vacanza al nostro comune paese natale, Pietracamela alle falde del Gran Sasso – preoccupato per il figlio che lavorava in una merchant bank vicina e andava spesso nelle Torri Gemelle; per questo è anche una testimonianza, come Daniela la definisce avendo percepito mmagistralmente che c’era qulacosa di più. Il privilegio è tutto mio di essere apprezzato da una lettrice così sensibile, e spero che le ulteriori tre puntate non mutino un giudicio che rivela una generosità da me immeritata insieme ad una capacità percettiva ammirevole.

  3. Il nostro Levante per i 20 anni dall’apocalisse delle Torri Gemelle, inizia raccontando che stava scrivendo la prima parte di un romanzo – verità di un protagonista di Pietracamela (TE), tornato dall’America, dove lavorava il figlio nei grattaceli di Manhattan e che temevano per lui.
    Nel proseguire nello scrivere il romanzo “Rolando e i suoi fratelli, l’America” ritenne di inserire diverse pagine che riprodurrà in 4 puntate, con le quali risveglierà puntualmente a suo modo con interezza, con l’eleganza che lo distingue, con il cordoglio alla memoria e rendendo omaggio.
    Con le foto che vengono inserite, la prima mostra come erano le Torri, la seconda già colpita dall’aereo e le tante altre in momenti diversi con scene di intervento dei pompieri e di persone in fuga tra le macerie rendendo, come sempre, un servizio al lettore.

    1. Rendere un servizio a lettori acuti e sensibili come Francesco è un piacere e un onore per chi scrive, perchè sa di essere compreso, che è più di essere apprezzato.
      Francesco ha capito subito che nelle pagine sulla tragedia delle Torri Gemelle non c’è una mera descrizione, ma un’immedesimazione vissuta in diretta con il protagonista cui mi ero ispirato per il romanzo-verità che stavo scrivendo quando si è scatenata l’apocalisse, e alle telefonate ansiose del padre da Pietracamela dov’era tornato per un breve periodo a New York al figlio che frequentava le Torri Gemelle si sono alternate le mie da Roma a Pietracamela al padre per avere notizie del figlio anch’egli personaggio del romanzo.
      Di qui l’immedesimazione, con la trasposizione della realtà vissuta in diretta con il cuore in gola e le Torri Gemelle al culmine dei pensieri.

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