Giardetti, 1. I Carabinieri nel Risorgimento e nella 1^ Guerra mondiale

di Romano Maria Levante

L’11 ottobre 2018, nella sede della Legione Allievi Carabinieri di Roma,  è stato presentato il libro di Gelasio Giardetti, “I Carabinieri nella storia italiana. In memoria della loro deportazione nei lager nazisti”, edito dall’Associazione Nazionale Carabinieri.  Il libro è dedicato “all’Arma dei carabinieri  per l’inestimabile contributo fornito alla Patria nel consolidamento e nella difesa delle libertà democratiche”, e tratta della loro attività come Arma militare. Nella presentazione a una sala affollata di invitati e di Carabinieri, parecchi con alti gradi ma soprattutto molti giovani, il brillante intervento di Umberto Broccoli, seguito  dall’orazione appassionata del gen. B. Vincenzo Pezzolet, e dalle considerazioni dell’autore Gelasio Giardetti.

La copertina del libro

Contenuto del libro e impressioni di lettura

Un libro sui Carabinieri potrebbe sembrare riservato a una cerchia limitata e comunque circoscritta,  anche se non troppo ristretta data la capillare distribuzione delle stazioni di carabinieri in ogni zona del paese.

Questa era almeno la nostra impressione prima di averlo letto, anzi dobbiamo confessare che abbiamo cominciato a scorrerlo con il distacco che si prova dinanzi a temi che sentiamo alquanto estranei, al di là della curiosità per una storia che suscita comunque un certo interesse. Con altrettanta sincerità dobbiamo confidare che invece ne siamo stati presi perché la storia raccontata nel libro è in realtà la storia d’Italia della quale l’Arma benemerita è parte integrante.

E se pensavamo che essendo una storia nota nelle linee generali il racconto poteva essere ripetitivo, ci siamo ricreduti pure su questo, tanto siamo stati attratti da una lettura divenuta subito  avvincente: forse perché nella lunga carrellata sulla storia d’Italia vi sono accenti nuovi, o perché è rara una visione congiunta che si snoda come in un film, dei periodi storici che si sono succeduti dal Risorgimento alla 2^ Guerra mondiale passando per le vicende della 1^ Guerra mondiale, poi del regime fascista fino alla  Resistenza e alla Liberazione; o forse perché la rievocazione storica è ravvivata dalla personalizzazione nelle figure fulgide dei carabinieri che si sono segnalati per atti di valore.   

1. Carica dei carabinieri a Pastrengo, 1848,  di Sebastiano De Albertis

Non si tratta di individuare quale di questi motivi è alla base dell’attrazione inattesa, forse tutti, perché ricordare eventi così importanti per la vita della nazione è come ripercorrere la propria vita sia per le vicende vissute anche indirettamente dal racconto dei familiari, sia per gli eventi più antichi, appresi sui banchi di scuola e approfonditi con le letture da chi ha voluto saperne di più. Così la lettura del libro crea un magico clima evocativo per il cuore e la mente; ed è anche una lezione di alta coscienza civile in una fase in cui l’immagine dell’Arma è apparsa offuscata per i gravissimi episodi che hanno coinvolto dei semplici militari, e altri che hanno lambito perfino il vertice. 

Ma sono stati episodi isolati, inevitabili in ogni organizzazione, per quanto la fiducia nei Carabinieri è stata sempre tale da lasciare increduli dinanzi a fatti che sembravano impossibili fino a che non di sono avute prove inequivocabili; perciò ci si attende un rigore ancora maggiore. Pur con questo rilievo, con la stessa obiettività si deve dire che tali fatti, che restano gravissimi, non possono lasciare macchie su un tessuto, come quello dell’Arma, la cui integrità ha superato prove ben più impegnative della cronaca attuale, basti pensare alle deportazioni nei lager nazisti alla cui memoria il libro è dedicato.  Anzi, va preso atto che si è messa in campo, per così dire, la linea del Progetto “Tacere non è un dovere”, e  nel tragico caso di Stefano  Cucchi il comandante gen. Nistri ha proclamato solennemente “chi sa parli”; vale a dire che  “parlare è un dovere” per denunciare deviazioni, come quelle inammissibili venute alla luce di recente, dall’etica del corpo oltre che dalla legalità. 

2. I carabinieri nella battaglia di Novara, 1849 

Riguardo al motto “Nei secoli fedele”, l’Arma ha già mostrato nella sua storia che se le istituzioni prendono derive antidemocratiche e autoritarie non dà il proprio supporto alle conseguenti violazioni della  legalità; ne  era consapevole il  fascismo che creò appositamente un corpo speciale, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, con i pretoriani  ai quali affidare le missioni che mai i carabinieri avrebbero svolto perché sarebbero state al servizio del regime contro ogni etica civile e politica. La fedeltà dei Carabinieri è verso il popolo di cui  si sono sentiti sempre tutori e difensori.

E’ un”Arma forte delle sue tradizioni, ma capace di allineare ai tempi il severo motto “Obbedir tacendo e tacendo morir” con il programma in atto “Tacere non è un dovere”.

Del resto, i Carabinieri restano il presidio per l’ordine pubblico più vicino alla gente sia logisticamente sia umanamente, per la tradizione consolidata che vedeva nel maresciallo dei carabinieri e nel medico condotto, nel maestro di scuola e nel parroco, i punti di riferimento che davano sicurezza ai cittadini per la convivenza quotidiana e la cura della salute, l’istruzione e la vita spirituale, cioè i cardini della crescita umana e civile.  Le profonde trasformazioni nell’organizzazione della società hanno modificato in parte questo assetto tradizionale, ma non si può cancellare ciò che resta impresso nella memoria popolare e continua a svolgere un ruolo molto importante, anzi fondamentale. 

3. L’assedio di Sebastopoli, 1854, di Franz Roubaud

Anche per questo motivo i carabinieri sono al centro delle ben note “barzellette” che pur nell’intento dissacratore della satira all’insegna del “castigat ridendo mores”,  con l’umorismo ne sottolineano indirettamente la popolarità e la presenza nella vita di tutti.  Nell’autunno del 2009, alla  “Biblioteca Nazionale” di Roma, la mostra “In nome della legge”  ha esposto le vignette satiriche sulla  Polizia di Stato, apparse a partire dai primi del ‘900 su tante riviste umoristiche;  l’esposizione è stata promossa dalla stessa Polizia. Non sarebbe sorprendente che “Tacere non è un dovere” possa portare anche i Carabinieri a un “outing” analogo  sulla satira che li ha presi a bersaglio con una dissacrazione in fondo di tono affettuoso.  

Ma il libro non si occupa dell’ immagine “domestica”, per così dire, a tutti familiare dei carabinieri, e non serve sottolineare gli infiniti episodi in cui si sono segnalati nella quotidianità, che coincide con la svolgersi della vita della Nazione. D’altra parte, sono stati costituiti per questo, per assistere oltre che per proteggere le comunità nei momenti difficili della vita di ogni giorno.  E’ una cronaca anch’essa punteggiata da momenti gloriosi, valgano per tutti le copertine della  “Domenica del Corriere” che fissano questi episodi, come l’arresto in corsa del cavallo imbizzarrito per citare una delle più note, scelta anche come conclusione di un film d’epoca.

4.  I carabinieri difendono la roccia dei piemontesi, di Silvano Campeggi 

Il  libro, però,  entra nella Storia, nel  ripercorrere la vicenda dei Carabinieri come parte integrante della storia d’Italia che marca i momenti topici della vita nazionale presenti nella mente di tutti.  La sua non è né la storia cosiddetta “alto mimetica”, dal’angolo di visuale delle istituzioni e dei potenti, né quella “basso mimetica”, dalla parte del popolo sacrificato sull’altare di cause spesso a lui estranee. Nella sua rievocazione appassionata e appassionante, l’Autore ha riconsiderato la storia d’Italia con lo spirito del ricercatore – la sua attività nel mondo dell’industria trasferita anche su altri libri storici –  in una posizione intermedia tra quelle appena citate, fuori dai luoghi comuni ma ponendosi dal punto di vista dei Carabinieri nelle fasi in cui sono stati protagonisti; e va sempre più a fondo nella ricerca penetrando  via via nell’animo dei protagonisti in un crescendo di emozioni.

Basta iniziare la lettura, poi si è portati ad andare avanti presi da vicende di cui normalmente si conoscono solo le linee generali e si è ansiosi di saperne di più; non è facile crederlo, pochi penserebbero che una storia di Carabinieri possa coinvolgere a tal punto, ma è rivelatrice e narrata in modo  avvincente; non ci si può staccare dal libro, ne possiamo dare testimonianza diretta.  

5. I carabinieri nella battaglia di Magenta, 1859

In questo risiede il fascino della rievocazione, la storia avvince perché è la nostra storia, il ritmo del racconto è incalzante senza evitare i passaggi più difficili, anzi l’Autore è portato a concentrarvi l’attenzione maggiormente quanto più sono controversi, è come se accettasse la sfida della ricerca storica;  e nella storia d’Italia che ci appartiene si inserisce naturalmente la storia dell’Arma in modo sempre più penetrante, con i valori morali e civili in evidenza nelle vicende esemplari degli atti di eroismo che avvolgono di una luce vivida squarci di toccante umanità fino a conquistare la scena in un crescendo veramente emozionante. Pur con il rigore di un libro di storia, ha il fascino di un romanzo storico.

Una letttura emozionante, dunque, oltre che istruttiva, perché pur se il tessuto della trama della storia italiana è noto a grandi linee, vengono approfonditi i momenti fondanti e soprattutto viene rivelata quella parte dell’azione dei Carabinieri  meno nota che va oltre la quotidianità ben conosciuta per entrare nella storia in una dimensione diversa ma correlata alla prima.

Ne ripercorriamo i principali momenti per dare un’idea di una storia gloriosa che tutti dovrebbero conoscere.  Per questo il libro, oltre ad essere presumibilmente studiato nelle scuole degli Allievi Carabinieri; potrebbe entrare nelle letture delle nostre scuole, dato il suo alto valore civile e umano.  

6. Un carabiniere indica la strada del bosco con nascosti i banditi, 1863, di Quinto Cenni

I Carabinieri nel Risorgimento

Il libro, com’è implicito da quanto abbiamo detto sulle impressioni di lettura, si libera rapidamente dai pur necessari passaggi burocratici; la storia dei Carabinieri  viene vista attraverso le azioni, non i documenti,  a parte quelli utilizzati per ricostruirle, l’Ufficio storico è stata una miniera di notizie per il ricercatore. 

Lo si vede fin dall’inizio quando dalla doverosa ricostruzione della nascita del corpo dei Carabinieri Reali con le “Regie Patenti”  del 1814  si passa  all’azione sia sul piano dell’ordine pubblico, con la ricerca di 9 evasi dal carcere di Cuneo allorché muore il primo carabiniere in servizio, Giovanni Boccaccio, è il 23 aprile 1815;  sia come Arma militare  che, sia pure con pochi uomini, combatte a fianco dell’esercito piemontese contro le truppe di Napoleone con “valore, intrepidatezza, ordine e maestria”, secondo l’elogio del gen. Latour alla cavalleria italiana, di cui facevano parte i carabineri.   

Dopo le Regie Patenti del 1816  incalzano i moti rivoluzionari del 1821, con l’abdicazione di Vittorio Emanuele I, le speranze suscitate dal reggente Carlo Alberto, la restaurazione di Carlo Felice in un contesto particolarmente confuso sotto l’aspetto istituzionale. Anche qui si parla dei carabinieri, per la carica di 50 di loro verso i costituzionalisti in  rivolta non per reprimerli, ma per creare un diversivo che consentisse ai 300 carabinieri di stanza a Torino di ripiegare su Novara.  

7. I carabinieri nella carica di Monte Croce, 1866

Un carabiniere cadde sotto il fuoco dei rivoltosi “non distinguendo forse il grido da loro innalzato di ‘Viva la Costituzione’, poi con l’aiuto degli austriaci   i moti furono repressi, la Costituzione che era stata concessa abolita, il ruolo e l’impiego dei carabinieri ampliato”.Tornano in scena le Patenti, questa volta le Regie Patenti del 1822, cui seguono quelle del 1832,  in presenza dei nuovi moti rivoluzionari del 1831-34.  

I Carabinieri sono sempre dalla parte delle istituzioni, e non mancano gesti di coraggio,  da quello del carabiniere Carlo Gandino, portaordini catturato che non accetta di passare con i rivoltosi e riesce a fuggire completando la sua missione, al gesto eroico del carabiniere Giovanni Battista Scapaccino, anch’egli portaordini, che fu abbattuto mentre cercava di rompere l’accerchiamento dopo aver rifiutato di tradire la fedeltà alle istituzioni. 

8. I carabinieri in un episodio della terza guerra d’indipendenza, 1866, di Sebastiano De Albertis

I moti rivoluzionari sono accuratamente ricostruiti dall’Autore che  mette in rilievo come i tentativi mazziniani fossero destinati all’insuccesso perché la popolazione non aderiva, fino  a che le sue idee “rivoluzionarie” non furono sostituite dalle idee “moderate” liberali; entrano in scena Vincenzo Gioberti e Silvio Pellico nel sensibilizzare ambienti sempre più vasti. I Carabinieri li troviamo impegnati a Pastrengo, in una battaglia di cui viene ricostruito lo svolgimento, con le strategie e le tattiche, la disposizione delle truppe e la carica finale.   

Poi irrompe sulla scena Garibaldi, e con lui il processo di unificazione dell’Italia che, sottolinea l’Autore, si lega “strettamente e  indissolubilmente” all’Arma dei carabinieri.  e lo dimostra rievocando  le loro azioni in quella fase cruciale della storia italiana.  

9. La battaglia di Mentana, 1867, di T. Rodella

I Carabinieri si  segnalarono in particolare nella lotta al brigantaggio, fenomeno nato dalle degenerazioni  delle iniziali ribellioni  contro gli invasori piemontesi  e le prevaricazioni dei proprietari terrieri che si trasformarono in azioni criminali;  viene avanzata anche l’ipotesi che vi si possono trovare le origini della mafia.

Un racconto coinvolgente descrive  gli scontri con  i malviventi come sequenze cinematografiche, dalle tattiche per bloccarli al corpo a corpo per catturarli: spicca la figura del carabiniere Chioffredo Bergia, protagonista di  brillanti operazioni  in varie località, insignito prima della Medaglia d’Argento, poi della Medaglia d’Oro al valor militare.   

La lotta al brigantaggio si protrasse per un decennio, vi persero la vita più di 100 carabinieri, con  centinaia di feriti. per debellare  le bande di Schiavone e Caruso, Stramenga e Crocco, Ciarullo e Pizzichicchio, Tamburrino e Pomponio, Di Nardo e D’Alena  e tante altre, si concluse nel 1870. Intanto c’è la partecipazione dei carabinieri alla Terza guerra d’indipendenza, un migliaio si unirono  all’esercito e ai volontari di Garibaldi nella funzione tradizionale di polizia militare, difesa dei confini, dei valichi e dei passi.    

10. Sommossa scoppiata a Pietraperzia, 1894.

Si è avuta anche la partecipazione a missioni internazionali per azioni militari e di soccorso: i Carabinieri fecero parte del Corpo di spedizione sardo in Oriente guidato da Alfonso La Marmora, che nel maggio 1855 sbarcò a Balaclava, ci furono scontri alla baionetta fino alla conquista di Sebastopoli; si segnalarono nelle operazioni di soccorso alle popolazioni, in particolare ai colpiti dalla pestilenza, morirono due di loro contagiati dal morbo.   

Quindi la missione a Creta nel 1896 per ricostituire la Gendarmeria internazionale cretese ed evitare il conflitto tra Grecia e Impero ottomano:  dopo un primo insuccesso, nel 1898 fu istituita una gendarmeria unica con le polizie delle quattro zone di influenza delle potenze europee in cui venne divisa l’isola, con al comando il capitano dei carabinieri Federico Craveri, cui seguì Balduino Caprini  fino a Eugenio Monaco, il comando finì quando terminò la missione il 31 dicembre 1906 con la pacificazione dell’isola dopo libere elezioni. Fu un bel riconoscimento internazionale per l’Arma!.   

11. 1^ Guerra mondiale. In trincea pronti alla difesa

Un drappello di carabinieri partecipò alla spedizione europea in Cina per sedare la rivoluzione dei Boxer che avevano assalito e assediato  le legazioni di 8 paesi tra cui quella italiana, erano in numero  modesto ma stanno a dimostrare l’importanza della loro presenza per i servizi di polizia militare.   

All’interno, oltre alle normali operazioni di ordine pubblico, nei primi anni del ‘900 si segnalarono nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, la più spaventosa fu il terremoto con il conseguente maremoto che devastò Messina e Reggio Calabria  provocando  un’ecatombe di vittime, 120.000, con decine di migliaia di feriti e centinaia di migliaia di senza tetto.  Perirono 21 carabinieri, 1 appuntato, 5 sottufficiali e un ufficiale.  

12. 1^ Guerra mondiale. L’attacco

Fu conferita all’Arma, per la sua efficace azione di soccorso e di contrasto allo sciacallaggio, la Medaglia d’Oro di benemerenza con questa motivazione: “Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto del 28 dicembre del 1908”.  A singoli carabinieri furono assegnate altre 2 Medaglie d’Oro.

I  Carabinieri nella 1^ Guerra mondiale

L’esercito italiano impegnato nella Grande guerra era composto di 1.300.000 soldati, e di fronte a questa mobilitazione risultava insufficiente il primo contingente di 2.500 carabinieri destinato alle operazioni militari, per cui fu portato a circa 20.000 uomini con 500 ufficiali,  impegnati nelle azioni belliche, nei servizi di polizia militare, difesa e ripristino dei ponti e in nuovi servizi di “intelligence”.  

13. 1^ Guerra mondiale. Sosta in trincea

Parteciparono al conflitto sui fronti del Carso, dell’Isonzo e del monte Sabotino, e si segnalarono nel 2015 nella battaglia di Podgora con 1.600 uomini che diedero il cambio al Reggimento di fanteria, mentre i nemici austriaci erano almeno il doppio dei carabinieri. E’ appassionante la descrizione della strategia, della tattica e degli scontri sanguinosi alla baionetta tra i reticolati della guerra di trincea, morirono 52 carabinieri e il comandante della 7^ compagnia, cap. Eugenio Losco, 11 dispersi, furono assegnate 9 Medaglie d’Argento, 33 di Bronzo e 13 Croci al valor militare, per i tanti atti di coraggio, un eroismo  sfortunato perchè “quota 250” non fu conquistata.  

Nel maggio 1917 i Carabinieri fecero parte del “Distaccamento italiano in Palestina”, erano 100 insieme a 300 Bersaglieri. Avevano soprattutto compiti  di polizia e presidio della linea ferroviaria, ma parteciparono all’offensiva del 7 novembre 1917;  poi si aggiunse una squadrone di carabinieri a cavallo  fino al rimpatrio definitivo nel 1921. E’ soltanto un piccolo tassello delle missioni internazionali dovute al prestigio e all’efficienza raggiunta fin da allora dall’Arma.   

14. 1^ Guerra mondiale. La battaglia del Podgora, 1915, di Vittorio Pisani

Un aulico riconoscimento nella definizione di Gabriele d’Annunzio:  “E’ l’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa; l’Arma che nel folto della battaglia e al di qua della battaglia, nella trincea e nella strada, nella città distrutta e nel camminamento sconvolto dà ogni giorno uguali prove di valore, tanto più gloriosa quanto più avara le è la gloria”. 

Con queste parole concludiamo la rievocazione della prima parte dell’epopea dei Carabinieri nella storia italiana, dalla nascita del corpo al Risorgimento e alla 1^ Guerra mondiale, sempre seguendo l’accurata ricostruzione del libro di Gelasio Giardetti. Prossimamente rievocheremo la loro posizione rispetto al fascismo e l’intervento nelle guerre in Grecia e Russia, Africa Orientale e Settentrionale; per poi passare alla difesa di Roma e alla loro posizione verso la RSI, e concludere con il dramma della deportazione nei lager nazisti fino al loro contributo alla Resistenza, clandestino o palese con  l’azione militare fino a creare e comandare apposite formazioni partigiane.   

15.1^ Guerra mondiale. Vittorio Veneto, la vittoria, 1918

Info

Gelasio Giardetti, “I Carabinieri nella storia italiana. In memoria della loro deportazione nei lager nazisti”, Associazione Nazionale Carabinieri Editrice, ottobre 2018, pp. 394. I prossimi tre articoli del nostro servizio usciranno in questo sito il   6, 8,  e 10 novembre p. v., con altre 17 immagini ciascuno.  Dello stesso autore, “L’uomo, il virus di Dio”, Arduino Sacco Editore, novembre 2014, pp. 184;  “Dio, fede e inganno”, Arduino Sacco Editore, settembre 2013, pp.240; “Gesù, l’uomo”, Andromeda Editrice, giugno 2008,  pp. 320; sui primi due libri ora citati cfr. i nostri articoli in questo sito il 10 e 13 giugno 2015 e il 2 febbraio 2014. Per il Risorgimento e la 1^ Guerra mondiale cfr. i nostri articoli: in questo sito, “Il centenario  della Grande guerra” 2 giugno 2014 e “Verso la Grande guerra” 15 dicembre 2012; in cultura.inabruzzo.it “Pittori del Risotgimento”  29 dicembre 2010, 6 e 9 gennaio 2011, la “Grande guerra a colori” 18 dicembre 2009; in fotografia.guidaconsumatore.it  “Immagini verso la Grande guerra” dicembre 2012, “150° dell’Unità d’Italia” 10 marzo 2012, “Ombre di guerra” 2 febbraio 2012, “Il Milite ignoto” 2 novembre 2011. Inoltre, per le vignette di satira sulla polizia citate, in  cultura.inabruzzo.itl’articolo “In nome della legge” 11 novembre  2009  (gli ultimi due siti non sono più raggiungibili, gli articoli saranno trasferiti su altro sito, intanto sono disponibili su richiesta).  

Foto 

Le immagini, eccettuata quella di apertura, sono state tratte dal sito web csrabinieri.it, con le relative didascalie, meno la  n. . 11 da gentecomune.it e la n. 12 da riviera24, la n. 13 da cronache.ancona.it e la n. 15 da ilgiornale.it. Ringraziamo i titolari dei siti e dei diritti dichiarandoci pronti a escludere le immagini il cui inserimento non fosse loro gradito, precisando che sono meramente illustrative e non necessarie, e che manca la benché minima finalità promozionale e tanto meno economico-commerciale. Sono riportate immagini dal Risorgimento alla 1^ Guerra mondiale. In apertura, la copertina del libro di Gelasio Giardetti; seguono  10 immagini con riproduzioni di quadri d’autore sulle vicende epiche dell’Arma soprattutto nel  Risorgimento; poi, 5 immagini sulla 1^ Guerra mondiale; in chiusura, una carica storica dei carabinieri.

16. Carica dei carabinieri a Grenoble, 1815.