di Romano Maria Levante
La mostra “Capolavori dell’antica porcellana cinese dal Museo di Shasnghai: X-XIX secolo” presenta per la prima volta in Italia nelle sale quattrocentesche di Palazzo Venezia, dal 23 giugno 2016 al 17 febbraio 2017, una selezione di 74 preziosi pezzi della tradizione artistica del “paese della porcellana”, prodotti in diverse epoche storiche. E’ la quarta delle 5 mostre previste dal Memorandum d’Intesa sul Partenariato per la Promozione del Patrimonio Culturale siglato il 7 ottobre 2010 dai Ministeri culturali dei due paesi per esposizioni dell’arte cinese a Palazzo Venezia e dell’arte Italiana nel Museo Nazionale della Cina a Piazza Tienammen. Organizzata dalla State Administration of Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese , dalla Direzione Generale Musei del MiBACT e dal Polo Museale del Lazio, progettata dallo Shanghai Museum e da MondoMostre. Mostra e Catalogo a cura di Lu Minghua con Zhang Dong e Peng Tao, editore Shanghai Museum
Cenni sulla storia della porcellana cinese
La nascita della porcellana cinese risale al VI secolo, nell’epoca delle Dinastie del Nord, poi si diffuse in tutta la Cina dal X secolo, con le dinastie Song, Jim e Yuan, tra il X e il XIV secolo, quando si moltiplicò sia il numero delle fornaci sia la varietà degli oggetti e delle utilizzazioni della porcellana.
Alla fondazione della dinastia Ming, che ha regnato dal XIV al XVII sec., le fornaci furono trasferite a Jingdezhen, e l’uso delle ceramiche per le necessità della corte imperiale aumentò di molto., già nel XV sec. le ceramiche precedenti erano ricercate come pezzi di collezione.
Con la dinastia Qing, dal XVII al XX sec., furono introdotte importanti innovazioni tecnologiche e la produzione di ceramiche raggiunse il suo livello più elevato, come quantità e qualità. Aumenta ancora la varietà degli oggetti e delle loro forme, dei colori e dei materiali; le decorazioni diventano policrome, fino a cinque colori, in aggiunta al bianco e blu della dinastia Ming; si introducono nuovi pigmenti e tecniche per gli smalti; nelle raffigurazioni oltre ai fiori, draghi e nuvole di sempre, vengono introdotti temi tradizionali con figure umane di alto contenuto simbolico.
L’uso della ceramica si estese, dagli impieghi per soddisfare le esigenze più evidenti della vita quotidiana ad una gamma sempre più vasta di destinazioni generiche e specializzate fini a investire ogni aspetto della vita materiale e anche spirituale per l’estensione agli usi rituali. Non c’è un rapporto stretto tra tipo di ceramica e utilizzazione, essendo previsti per lo più impieghi multipli.
Sulle tecniche produttive Zhang Dong ripercorre l’intero corso della ceramica cinese iniziando dalle differenze tra la produzione al Nord e al Sud per i diversi tipi di argilla estratti in loco che richiedevano tecniche diverse e forni diversi; anche le tecniche di modellazione erano diverse, tra gli stampi, il tornio e la mano libera. L’invetriatura era un momento
critico, e quando una nuova tecnica di cottura per aumentare la produzione lasciava scoperto l’orlo, si ricopriva con oro, argento o altri metalli nobili. Continue modifiche si dovevano apportare alle tecniche di produzione dinanzi ai mutamenti nelle materie prime e nelle utilizzazioni del prodotto finito.
Le storiche utilizzazioni della ceramica, quotidiane e rituali
Queste utilizzazioni riguardano le funzioni delle ceramiche nella vita quotidiana e non solo, come spiega Peng Tao analizzandole singolarmente in rapporto ai vari periodi storici.
L’uso più antico della ceramica fu per il vasellame da cucina, i contenitori di cibi e bevande, presto esteso alle esigenze rituali, che implicavano l’offerta di sacrifici per i quali si usavano i recipienti disponibili, fino a farne oggetto di produzioni a ciò dedicate.
Tra i contenitori dei cibi in ceramica ci sono quelli per contenere vivande, come scodelle e piatti, e per conservare derrate come i vasi, oltre agli utensili per mangiare, come cucchiai e bacchette. I contenitori di bevande risalgono all’era neolitica, comprendono quelli per conservare gli alcolici, come vasi, bottiglie e brocche, quelli per versarli come i fiaschi, e i vasi per misurare le capacità, quelli per bere come tazze e calici, piattini e scodelle. Inoltre gli oggetti da te, prima uguali agli altri, poi differenziati anche in termini funzionali per mantenere calda la bevanda.
Gli oggetti di uso rituale e religioso, con significati spirituali e simbolici, riguardano in primo luogo il culto dei defunti, che richiedeva di seppellire con loro gli ciò che avevano utilizzato in vita; oltre agli oggetti di uso comune, c’erano i “mingqi”, creati proprio per accompagnarli nell’al di là.
Inoltre ci sono gli utensili sacrificali, utilizzati nei riti con sacrifici nel corso di pratiche religiose o propiziatori in occasione di banchetti, matrimoni ed altre circostanze particolari, tra cui gli incensieri. Preziosi reperti sono pervenuti fino a noi, in particolare la composizione di un set rituale all’epoca della dinastia Ming, e alcuni set rituali con decorazione a smalti policromi.
La ceramica era usata infine per le attività di studio e scrittura tenendo gli appositi oggetti sopra ai tavoli; oltre alla funzionalità si richiedeva una certa estetica secondo la posizione dell’interessato, del quale accompagnavano la vita. Vengono citati “i quattro tesori del letterato” , cioè pennello e carta, inchiostro e pietra per scioglierlo; poi i contenitori per pennelli e i poggia pennelli che potevano assumere la forma allungata delle “barche per pennelli”, una sorta di scatola dove riporli. Fino ad altri oggetti, come gli utensili per profumare gli ambienti o per illuminarli che Peng Tao definisce “capolavori in cui funzionalità e valore artistico si fondono perfettamente”.
Nella visita alla mostra si vede comequesto si sia manifestato nelle fasi storiche della Cina, dall’epoca d’oro della ceramica tra il X e il XIII sec., alla nascita e sviluppo della ceramica imperiale, fino all’apice della ceramica cinese, fasi alle quali sono dedicate 3 sezioni con le testimonianza concrete dei risultati raggiunti, espressi da una galleria di oggetti di ogni tipo con le più diverse forme, colori e decorazioni che suscitano ammirazione per la loro qualità artistica.
Le ceramiche dell’epoca d’oro
Partendo dalle lontane origini del VI sec., tra il X e il XIII sec. la ceramica si sviluppa sia diffondendo la produzione in tutto il territorio con la moltiplicazione delle fornaci, sia accrescendo l’assortimento degli oggetti in rapporto all’aumento e diversificazione delle tipologie di utilizzo. Ci sono le ceramiche per i letterati, sobrie ed eleganti, e quelle popolari, più vivaci destinate alla gente comune.
Sono 21 gli oggetti in porcellana di questo periodo esposti in mostra, di cui 6 tra il 960 e il 1127, 8 tra il 960 e il 1279, e gli altri 7 per il periodo successivo, fino al 1368.
I primi oggetti di porcellana che vediamo si presentano con la superficie bianca senza sbalzi né decorazioni, con il colore dell’argilla e un sottile strato di invetriatura trasparente. In particolare un “Vaso con coperchio e quattro manici”, una “Scodella a forma di foglia di loto” e un “Piatto con motivi impressi di fiori, nuvole e draghi”, con invetriatura bianca, un “Set per scaldare bevande alcoliche” e un “Piatto con motivi decorativi impressi”, con invetriatura ‘ginghai’.
Poi ci sono le superfici a sbalzo, in invetriatura verde, nel “Vaso con motivi intagliati di rami in fiore” e nel “Vaso con coperchio e cinque piccoli tubi, decorata con motivi ad intaglio di petali di fiori di loto”, nel “Vaso con decorazione intagliata, due piccole anse” e nel “Vaso con coperchio, decorazione di drago in rilievo”, nel “Vaso a forma di ‘cong'” e nel “Piatto con decorazione di drago” , nella “Lampada a olio” e nel “Poggiatesta con decorazione ad intaglio”..
Dopo gli sbalzi e il verde dell’invetriatura, ecco i motivi in nero su bianco e quelli in blu che decorano la superficie degli oggetti di porcellana rendendola sempre più appariscente. Così il “Vaso con quattro caratteri dipinti in nero su fondo bianco” e il “Vaso bianco e blu con motivi di peonie, fiori e rami”, che anticipa l’evoluzione successiva, la “Ciotola per le offerte con invetriatura azzurra e macchie rosse” e l‘”Incensiere con tre piedi e due manici , con invetriatura azzurra a macchie rosse”, il “Bacile con tre piedi e invetriatura celeste” e la “Tazza invetriata a’pelle di lepre’” fino alla “Tazza con motivi a ramo di pruno” , un utensile da tè, il più scuro finora, dal colore marrone che ritroviamo nel “Poggiatesta a forma di bambino con decori dipinti in nero sotto un’invetriatura giallo-marrone”, dove c’è un viso infantile, prima figura umana.
Le ceramiche dell’età imperiale
Il trasferimento delle fornaci a Jingdezhen, avvenuto con la dinastia Ming alla metà del sec. XIV portò a un notevole sviluppo della produzione per la corte imperiale, che divenen di gran lunga prevalente. Si moltiplicarono i tipi di porcellane in relazione alla moltiplicazione degli impieghi, e si diversificarono anche nel cromatismo: alle porcellane bianche e blu si aggiunsero quelle policrome cosiddette sopra-coperta e quelle invetriate nei colori bianchi, rossi e gialli.
Le 23 porcellane esposte in mostra danno testimonianza di questa fase di sviluppo anche qualitativo, tra il 1368 e il 1620, 2 del XIV sec, 13 del XV sec. e 8 del XVI e XVII sec.
Ritroviamo motivi visti nella sezione precedente, uniti a motivi più elaborati e colorati.
Tra i primi, la invetriatura bianca della “Ciotola con motivi floreali incisi”, appena percettibili, e la invetriatura verde della “Brocca con motivi impressi”, nonché una serie di oggetti in bianco e blu che estendono il motivo ornamentale anticipato dal vaso con motivi floreali prima citato. In particolare, il “Vaso bianco e blu con motivi di loto” e il “Vaso bianco e blu con motivi floreali”, il “Vaso bianco e blu con motivo degli Otto Tesori” e il “Piatto bianco e blu raffigurante gli Otto tesori”, il “Calice bianco e blu con motivi floreali” e la “Ciotola bianca e blu con motivo di peonie”, il “Piatto con decorazione ‘nascosta’ e invetriatura blu” e il “Manico di pennello bianco e blu con motivi floreali”, il “Poggiapennelli” e il “Portapennelli bianco e blu con figure di draghi”. Figure umane e non più ornamenti vegetali nel “Vaso meiping’ bianco e blu, raffigurante un uomo che, portando un ‘qin’, visita un amico” e nel “Vaso bianco e blu con scena narrativa”.
Aumenta la vivacità con il rosso nel pigmento e nell’invetriatura. Vediamo una “Ciotola con motivi floreali dipinti in rosso sotto-coperta” e un “Calice con motivi in rosso sopra-coperta e in blu sotto-coperta”, un “Piatto con invetriatura rossa”, un “Incensiere ‘gui’ con motivi incisi e invetriatura rossa” e una “Ciotola con motivi di draghi rossi fra le onde blu”.
C’è anche il giallo, nel “Piatto con invetriatura gialla”, e il verde nel “Piatto bianco a figure verdi con motivo di drago tra le nuvole”, poi la sinfonia di colori nella “Scatola da frutta con coperchio e decorazione policroma ‘wucai’ (cinque colori)”.
La sezione si chiude con due oggetti diversi da tutti gli altri: la “Statuetta bianca e blu raffigurante un personaggio seduto su un animale”, con le fattezze del leone; e l’ “Incensiere a forma di anatra con decorazione polimocra ‘sancai'”, un oggetto ingegnoso, il corpo nel quale si bruciava l’incenso diviso in due parti, quindi apribile, e il becco dal quale usciva il fumo odoroso rivolto verso l’alto, in una posa vitale, è questa l’immagine presa a testimonial della mostra.
L’apice della ceramica cinese
Dalla dinastia Ming si passa alla dinastia Qing, le fornaci di Jingdezhen si sono sviluppate ulteriormente, la produzione è ai livelli massimi sia in termini quantitativi, sia sotto il profilo tecnico e in termini qualitativi con decorazioni e invetriature.
Sono 26 le porcellane esposte a documentazione di questi livelli di eccellenza, tra il 1644 e il 1911, di cui 6 fino al XX sec., le altre 20 del XIX e XIX sec.Anche in questa fase avanzata troviamo i motivi iniziali, come la superficie bianca senza sbalzi e decorazioni, lo vediamo nel “Vasetto per acqua con due piccoli manici e invetriatura in stile Ru”, e con i soli sbalzi sul bianco, nel “Vaso con invetriatura bianca e motivi ad intaglio di fiori e uccelli”. Torna la “Brocca bianca e blu con gli Otto tesori” e si affacciano altri colori nel “Vaso zen con invetriatura ‘polvere di tè'”, liscio in un leggero verde che tende al giallo con macchie impercettibili; mentre ha un colore intenso, senza decorazioni, il “Vasetto ‘taibai’ con invetriatura rossa ‘fiore di pesco’”, e ha soltanto delle striature rosse il “Secchiello con invetriatura che riproduce le venature del legno”. Due striature blu su una superficie di colore rosso intenso nel “Vaso con invetriatura di tipo ‘Jun'”.
Dopo queste reminiscenze della semplicità iniziale irrompe la decorazione con figure colorate nello stile raffinato dell’antica tradizione pittorica cinese, calligrafica e ispirata a principi e valori spirituali. I primi due oggetti che vediamo sono ancora nel bianco e blu caratteristico della porcellana cinese dei periodi precedenti, ma già i titoli indicano la svolta nella decorazione: “Vaso bianco e blu a sezione rettangolare , raffigurante un paesaggio” e “Vaso raffigurante personaggi dipinti in blu, e rosso sotto-coperta”, fa capolino quest’altro colore, che è ancora più evidente nel “Vaso raffigurante personaggi dipinti in rosso e blu sotto-coperta”. Il “Vaso a coste con decorazione fiori e uccelli in ‘famille’ rosa” ci fa conoscere questa particolare porcellana, con una composizione elegante e raffinata su fondo bianco senza figure umane; gli associamo, per una certa analogia compositiva e cromatica, il “Vaso con fiori e frutti blu e rossi sotto-coperta”.
Si fa un passo avanti con il “Portapennelli ‘doucai’ (colori contrastanti) con scena di immortali”, insieme al blu e al rosso c’è il verde, la scena è ravvivata dalle figure in movimento. Così nel “Piatto a smalti policromi ‘wucai’ raffigurante Ma Gu che offre dei doni”, la Regina Madre è su un carro trainato come auspicio di longevità. Un altro “Piatto con decorazione policroma ‘wucai’ e oro raffigurante il Dirupo Rosso” rappresenta una barca con il poeta Su Shi che veleggia ranquillo tra la vegetazione senza alcuna avvisaglia di dirupi; un’immagine amena anche nel “Vaso con paesaggio dipinto a smalti policromi ‘famille’rosa”.
Non viene abbandonata la decorazione floreale, la troviamo nella “Tazza con motivi di rose e fiori cinesi a smalti falagcai'” , con pochi elementi ben dipinti su sfondo blu intenso. Ma soprattutto in vasi con una decorazione stilizzata in modo delicato, senza immagini precise ma con volute ornamentali vegetali o di draghi, su fondi colorati in tinte pastello.
Così in “Vaso ‘famille rose’ con decorazione di draghi su fondo verde”, i draghi sono stilizzati e filiformi, salvo due, il verde è molto tenue; lo stesso dicasi per il “Vaso ‘benba’ in porcellana ‘famille rose’ con motivi di fiori di loto e draghi”, dove il fondo è bianco, e per “Vaso ‘famille rose’ con motivi floreali”, questa volta così addensati da coprire completamente il fondo, ma non viene meno l’eleganza e la leggerezza.
Vediamo “Cinque oggetti rituali ‘famille rose’ su fondo carminio”, sono vasi sacrificali posti davanti alle immagini di Buddha o sugli altari, con un motivo floreale su fondo carminio, dei fiori di loto che sorreggono gli Otto Tesori, il set è formato da un incensiere, 2 calici e 2 candelabri.
Una forma allungata, a differenza di tutti i vasi finora richiamati ha, per sua stessa natura, il “Calice ‘gu’ con invetriatura color bronzo e decorazione a foglia di banano” stilizzata in modo marcato; mentre è tondeggiante con motivi floreali su fondo verde chiaro la “Scatola con coperchio ‘famille rose’ con marchio ‘Daya zhai’“, di intonazione simile il “Vassoio ‘famille rose’ su fondo verde a forma di begonia con una poesia dell’imperatore” scritta nella parte piana centrale, mentre le decorazioni sono nella larghezza del bordo.
Dallo scettro alla figura ascetica carica di valori spirituali
Finora tutti oggetti tipici dell’uso quotidiano, essenzialmente piatti, vassoi e vasi, nome usato anche per quelli che culminano in un collo allungato e stretto. Ma vi è anche un oggetto molto particolare, uno “Scettro ‘ruyi’ con decorazione in rosso e oro con invetriatura di tipo ‘Ge'”; la testa ha la forma del cappello di un fungo o di una nuvola, era un simbolo di benessere, fortuna, felicità, non ce n’erano molti, soprattutto di questo tipo, quello esposto è definito “più unico che raro”.
E dallo scettro passiamo all’ultimo oggetto speciale, la “Statuetta raffigurante Bodhidharma seduto”: una figura religiosa, l’espressione dignitosa e serena esprime la forza spirituale e l’imperturbabilità, le pieghe del mantello mosso dal vento danno dinamismo.
La spiritualità che ispira l’arte cinese nelle sue più diverse manifestazioni, tra cui quella delle porcellane storiche, è resa da un artigianato superiore di livello artistico che oltre a sublimare gli oggetti di uso quotidiano, sa anche raggiungere questi livelli elevatissimi in una vera scultura . Sembra possa essere questa la migliore conclusione della nostra rassegna sui capolavori della porcellana cinese. Che si innalza dalla quotidianità pur se nobilitata, alla spiritualità espressa nei valori e nei simboli, e qui la troviamo evocata in una figura che trasmette un’indicibile perfezione ascetica.
Info
Museo Nazionale del Palazzo Venezia, Roma, Via del Plebiscito 118. Da martedì a domenica ore 10,00-19,00, ingresso fino alle ore 18, lunedì chiuso. Ingresso intero euro 4,00, ridotto euro 2,00. Tel. 06.69994388. Catalogo “Capolavori dell’Antica Porcellana Cinese dal Museo di Shanghai X-XIX sec.”, Shanghai Museum, 2016, pp. 200, formato 21,5 x 28,5, bilingue italiano-cinese; dal catalogo sono tratte le notizie del testo. Per le precedenti mostre a Roma sull’arte cinese cfr. i nostri articoli in questo sito: nel 2016 “Cina oggi, il crocevia di 12 artisti, al Vittoriano”, 6 gennaio; nel 2015, “Fan Zeng, la sinfonia delle civiltà al Vittoriano”, e “Awangdui, le tombe cinesi del 2° sec. A. C., a Palazzo Venezia” 17 gennaio; nel 2013, “Visual China, l’odierno realismo figurativo al Vittoriano” 17 settembre, “Cina, la pittura moderna ‘oltre la tradizione’, a Palazzo Venezia” 25 giugno, e la “Via della Seta” nella mostra a Palazzo Esposizioni 19, 21, 22 febbraio; nel 2012, “Weisham, 30 sculture della Cina moderna a Palazzo Venezia” 24 novembre. In www.antika.it , nel 2011 “I due imperi, l’Aquila e il Dragone” febbraio.
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante alla presentazione della mostra a Palazzo Venezia, si ringraziano gli organizzatori, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. In apertura, “Incensiere a forma di anatra con decorazione policroma ‘sancai'”, 1465-87; seguono, “Vaso con quattro caratteri dipinti in nero su fondo bianco”, 960-1279, e “Poggiatesta a forma di bambino con decori dipinti in nero sotto un’invetriatura giallo-marrone”, 1115-1234; poi, “Incensiere con tre piedi e due manici, con invetriatura azzurra a macchie rosse”, 1271-1368, e “Ciotola con motivi di draghi rossi tra le onde blu”, 1522-66; quindi, “Scatola da frutta con coperchio e decorazione policroma ‘wucai’, cinque colori”, 1573-1620, e“Statuetta bianca e blu raffigurante unpersonaggio seduto su un animale”, 1573-1620; inoltre, “Portapennelli ‘doucai’ (colori contrastanti) con scena di immortali”, 1644-61, e “Vaso ‘famille rose’ con decorazione di draghi su fondo verde”, 1736-95; infine, “Vaso ‘benba’ in porcellana ‘famille rose’ con motivi di fiori di loto e draghi”, 1736-95, e “Statuetta raffigurante Bodhidharma seduto”, 1644-1911; in chiusura, un particolare dell’esposizione con oggetti datati tutti 1662-1722, da sinistra, “Vaso raffigurante personaggi dipinti in blu e rosso sotto-coperta” e”Piatto a smalti policromi ‘wucai’ raffigurante Ma Gu che offre dei doni”, “Piatto con decorazione policroma ‘wucai’ e oro raffigurante il Dirupo Rosso” e “Vaso bianco e blu a sezione rettangolare, raffigurante un paesaggio”.