di Romano Maria Levante
Al Vittoriano, nella Gipsoteca, lato Ara Coeli, dal 1 ° aprile al 20 maggio 2015 la mostra “Treccani 1925-2015. La Cultura degli Italiani” celebra i novant’anni dell’Istituto creato da Giovanni Treccani nel 1915, che ha pubblicato oltre ai 35 volumi dell’Enciclopedia Italiana con 24 volumi di aggiornamento, e ad 81 volumi del Dizionario Biografico degli Italiani del programma iniziale, altre prestigiose realizzazioni, ciascuna in più volumi: il Dizionario Enciclopedico Italiano, il Lessico Universale Italiano e una serie di enciclopedie: tematica, l’Enciclopedia dell’Arte antica, classica e orientale; e specialistiche, Enciclopedia Giuridica ed Enciclopedia delle Scienze Sociali, Enciclopedia dell’Arte Medievale ed Enciclopedia delle Scienze Fisiche, Enciclopedia dei Papi ed Enciclopedia Archeologica, Enciclopedia del Cinema ed Enciclopedia della Moda, fino all’Enciclopedia dei Ragazzi, e ai più recenti Fridericiana e Scienza e Tecnica. Realizzata da “Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia. Catalogo dell’Istituto Treccani.
Dopo i 90 anni della Radio, e dell’Istituto Luce, al Vittoriano si celebrano i 90 anni di un’altra istituzione, l’Enciclopedia Treccani. Forse chiamarle istituzioni, la Radio e la Treccani, può sembrare retorico, invece è addirittura riduttivo: perché non sono rimaste al di fuori, come avviene per le istituzioni paludate, ma sono entrate nella vita degli italiani, anche se in modo molto diverso. La radio come compagna quotidiana e palestra di sogni, la Treccani come sogno proibito presente nello sfondo, è stato per decenni il trenino elettrico della cultura irraggiungibile ai più come quello dei giochi.
Il pensiero va alla Treccani storica, prima degli aggiornamenti che ne hanno dilatato le dimensioni facendola restare al passo dei tempi; alla Treccani contenuta nel mobiletto compatto, che abbiamo rivisto nell’esposizione, con i volumi stretti come le quadrate legioni di una formazione invincibile.
La Treccani nelle parole del presidente Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio di saluto, ha affermato che “l’attività dell’Istituto si è sempre intrecciata indissolubilmente con la storia culturale del nostro paese”, e ne ha riassunto con efficacia la storia, il ruolo e l’importanza.
“Per la prima volta si ebbe l’intuizione di coniugare la storia della cultura con l’evoluzione linguistica, in un momento cruciale per il processo di alfabetizzazione del paese”, e lo si è fatto con “un grande progetto teso a conferire unità alla molteplicità dei saperi scientifici e umanistici insieme”, alla cui realizzazione hanno dato il loro apporto i più autorevoli docenti e scienziati, intellettuali ed esperti delle diverse discipline.
L’Enciclopedia nazionale nello stesso tempo è stata “in grado di favorire la diffusione a tutti i livelli del grande patrimonio culturale italiano nel mondo. E capace di soddisfare un lettore attento ed esigente, animato dalla volontà di conosce e dal desiderio di crescere con la cultura”.
Novant’anni sono tanti, ma “Treccani ha sempre creato opere al passo dei tempi attente a cogliere i nuovi ambiti del sapere e della conoscenza”. E non è stata un’attività di ordinaria amministrazione, limitata al programma iniziale: “Negli anni il catalogo dell’Istituto si è arricchito di contributi divenuti delle pietre miliari nelle rispettive discipline”. Ma c’è di più:, lo ha fatto “indicando allo stesso tempo un percorso metodologico di ricerca e presentandosi non solo come un punto di arrivo ma soprattutto un punto di partenza per nuovi aggiornamenti, in una visione aperta al nuovo e alle moderne acquisizioni dei nuovi saperi”.
La storia della Treccani nelle realizzazioni editoriali
A testimonianza di tutto ciò c’è la storia della Treccani, una storia di novant’anni: molti nella vita personale, un piccolo percorso nella prospettiva storica. Un percorso tracciato dall’istituto con le innumerevoli voci dell’Enciclopedia nelle quali viene riassunta la vita in tutte le sue espressioni, storiche e geografiche, scientifiche e umane con un filo sottile che unisce il presente al passato e prepara il futuro. Le migliaia e migliaia di voci, approfondite fino all’inverosimile; fanno penetrare nei recessi dell’evoluzione e del progresso, analizzano tutti i comparti dell’agire umano nel tempo e nello spazio,: sono la storia.
Ma com’è la storia della Treccani? Diamo soltanto qualche elemento sottolineando che il fondatore Giovanni Treccani degli Alfieri (1867-1961) ne fu presidente dal 1925 al 1933. All’atto della costituzione dell'”Istituto dell’Enciclopedia italiana” come società di importanza nazionale nel giugno 1933, ne divenne presidente Guglielmo Marconi, che curava il settore delle Radiocomunicazioni, con Treccani e Giovanni Gentile vice Presidenti. Tra i nomi noti che hanno collaborato alle voci di competenza citiamo Enrico Fermi per la fisica e Nicola Parravano per la chimica, Roberto Almagià per la geografia e Ugo Ojetti per l’arte; per la linguistica Bruno Migliorini.
Dalle realizzazioni del passato alle sfide del futuro
Del “nostro futuro” ha parlato Massimo Bray, che dopo la breve esperienza di Ministro per i Beni e le Attività Culturali ha scelto di dimettersi dal Parlamento per dedicarsi interamente alla Treccani, bell’esempio che deve significare qualcosa. Ha illustrato, in particolare, la funzione che può continuare ad esercitare la Treccani quando molte antichissime istituzioni enciclopediche non reggono dinanzi alla rivoluzione segnata da Internet e dal digitale.
Ne parliamo prima di descrivere la mostra per superare l’impressione che sia la commemorazione di qualcosa di storico ma superato e non un momento di riflessione sul cammino compiuto non disgiunto dalla consapevolezza del cammino da compiere in una riaffermata legittimazione al passo dei tempi. Consapevolezza riassunta in due esigenze pressanti che Bray riassume così: “Metodo critico, dunque, e memoria del passato: sono questi, i due compiti essenziali di un’enciclopedia, sia essa composta da decine di volumi cartacei di grande formato, sia essa consultabile on-line in formato digitale”.
A questi compiti fa fronte la Treccani con l’autorevolezza del suo passato e la prontezza nel raccogliere le sfide del futuro.
Il metodo critico, affinato nel corso dell’intera sua storia, serve a dominare lo tsunami di informazioni, notizie e commenti, esigenza questa che si è accresciuta con quello che Bray chiama il “mosaico impazzito” del web, richiedendo qualcosa di certo e attendibile in quanto certificato da chi ha le carte in regola per dare delle garanzie.
Di questo si ha assoluto bisogno “proprio nel momento in cui il mondo digitale fornisce l’illusione di un accesso illimitato alla conoscenza che spesso non è altro, in realtà, che accesso a una serie di notizie e informazioni non controllate, e comunque non strutturate in un sistema che aiuti a comprenderle nella loro complessità”. Le false conoscenze molto diffuse oggi nel web sono altrettanto dannose, se non di più, della mancanza di conoscenza di ieri, e la Treccani può fornire garanzie di completezza e correttezza. Questo avviene anche in formato digitale, rivolgendosi a un pubblico molto più vasto e differenziato forte dell’esperienza accumulata nella sintesi e nella divulgazione, come si vede consultando il sito.
Lo tsunami di informazioni ha un altro effetto dannoso, si rischia – è sempre Bray – che “finisca di travolgere il passato: quel passato la cui conoscenza è il primo fondamento della nostra identità di individui e di membri di una comunità”. Di qui la cura di affiancare all’Enciclopedia realizzazioni editoriali dedicate al grande patrimonio culturale, dai testi della tradizione letteraria ai documenti.
Il filo rosso della memoria nel fiume di nuove parole
Ed ora la visita alla mostra, dove veniamo attratti dalla parete di destra nella quale, lungo l’intero percorso espositivo scorre il fiume delle nuove parole sorte anno dopo anno per quasi 90 anni.
Un filo rosso di un vocabolario in continua evoluzione come lo è la vita. La mostra riesce a rendere questa magia che sembra inafferrabile in modo magistrale. Vediamo subito come.
Vi sono nove grandi comparti, ciascuno relativo a un decennio, con 7 postazioni interattive che consentono la navigazione multimediale nei contenuti della Treccani, anche con schermi “touchscreen”, secondo le aree tematiche L’Italia e la sua Arte, l’Italia e la sua Storia, La cucina italiana come cultura e Il tesoro della lingua italiana, Le scienze e Il dibattito enciclopedico, fino alla Musica con Giuseppe Verdi. E’ possibile la ricerca approfondita per scavare all’interno di questi temi nei quali si scolpisce l’identità del paese e la sua costante evoluzione. Il patrimonio di cultura e di sapienza del paese riversatosi sulla Treccani nei novant’anni di vita è disponibile anche attraverso libri e documenti, facsimili di preziosi codici miniati e fotografie, disegni e incisioni.
Ma dov’è la magia, trattandosi di una ricerca aperta e accessibile, che non può far vedere come il filo rosso del tempo unisce i vari momenti facendo dei novant’anni anni un ciclo ininterrotto? E’ nelle parole, più che nei contenuti, d’altra parte le parole sono i capisaldi delle enciclopedie, come i titoli dei film riassuntivi delle trame divenuti protagonisti, si imprimono nella memoria per la loro semplicità.
Vediamo in grande evidenza il fiume di parole che scorre come spinto dalla corrente formando raggruppamenti, ciascuno per un decennio, come quadri che ricordano il dipinto futurista di Cangiulo, “Grande folla in Piazza del Popolo” dove la gente era rappresentata dalle parole assiepate.
Le “10 parole del decennio” rappresentano le nuove parole introdotte nell’Enciclopedia in ognuno degli anni che lo compongono dando il senso del rispettivo anno e insieme del cambiamento, a partire dalla prima parola del 1925 “cruciverba” , allora avveniristica. Non sono le “parolibere” del futurismo sganciate dal quotidiano e dalla logica per proiettarsi nell’avveniristico progresso, sono al contrario organiche e ancorate alla realtà di cui esprimono l’evoluzione già manifestata. In un gioco esaltante si va alla riscoperta di queste parole, che danno la misura del tempo e del cammino compiuto perché ciascuna di esse richiama alla memoria di ognuno vicende personali e storie collettive.
E’ il filo rosso della continuità nel cambiamento della nostra vita che attraverso le parole crea la magia della memoria evocata e alimentata dalla cultura.
Seguendo questa parete “magica” abbiamo percorso tutta la mostra ma ora, come nel gioco dell’oca, dobbiamo tornare all’inizio perché c’è tanto altro da vedere in una ricostruzione peraltro all’insegna della sobrietà come del rigore.
Le tre sezioni della mostra
Mette soggezione all’ingresso la figura di Alberto Treccani con l’imponente barba bianca, ma il suo aspetto ottocentesco non deve far pensare che l’istituzione da lui creata sia qualcosa di sorpassato o almeno passatista.
Potrebbero essere considerati tali i volumi visti come qualcosa di consegnato agli archivi, monumenti culturali che è possibile ignorare perché espressione di un mondo che non c’è più.
Ha cominciato Emilio Isgrò nel 1970 prendendo di mira la Treccani per le sue “cancellature”, che non hanno risparmiato neppure la Costituzione italiana, nella mostra alla Gnam del 2013 vi erano dei box di legno con i volumi aperti su pagine con le righe cancellate. Questo pensiero è poi alla base dell’installazione “Treccani sott’olio” di Benedetto Marcucci, che dopo l’esordio al Macro nel dicembre 2010 e poi a New York, è stata a Palazzo Venezia alla mostra del “Padiglione Italia – Regione Lazio” nella creativa e per certi versi trasgressiva impostazione di Vittorio Sgarbi della mostra celebrativa del 150° dell’Unità d’Italia: su lunghe assi di legno, 54 volumi immersi nell’olio entro barattoli sigillati con ceralacca, lettura impossibile ma conservazione garantita in cantina. L’autore l’ha definita “glorificazione e riduzione a reliquia” aggiungendo che è sul “crinale tra conservazione, annullamento e feticismo”. L’opera non è esposta né citata in questa mostra, le si potrebbero contrapporre gli sviluppi multimediali del sito della Treccani: altro che volumi sott’olio, nella forma “on line” è quanto di più avanzato possa esservi in questo campo.
Ma torniamo al percorso della mostra dopo l’austera figura del suo fondatore che appoggiato da Giovanni Gentile riuscì a dare, con l’Enciclopedia, “la maggior prova intellettuale dell’Italia nuova”, come disse allora; infatti parteciparono all’impresa i maggiori studiosi italiani e molti stranieri di fama internazionale, che hanno redatto le voci di loro competenza creando un vero e proprio giacimento culturale: sono esposti anche dei documenti sulle collaborazioni più prestigiose, come il contratto firmato da Enrico Fermi per la stesura della voce “atomo”, e l’autografo della voce Umberto Boccioni a firma di Filippo Tommaso Marinetti, il padre del futurismo.
I novant’anni di vita vengono divisi in tre grandi periodi, ciascuno con una peculiare messa in scena, a parte l’articolazione per decenni ciascuno con le 10 parole magiche della sequenza sulla parete destra di cui si è già detto.
Sono queste le tre sezioni in cui si articola la mostra: i 90 anni non sono stati divisi in tre trentenni, ma in tre grandi periodi. Per ognuno di essi è stata realizzata una sobria ricostruzione ambientale di uno studio con scrivania e poltrona nello stile della singola epoca – si tratta di mobili e suppellettili originali – con fotografie evocatrici del periodo alla parete, il tutto cambia da un periodo all’altro procedendo verso al modernità. In ogni sezione la fila dei volumi speciali della Treccani del relativo periodo, non solo l’Enciclopedia, apparentemente uguali a se stessi ma dai contenuti diversi secondo l’evoluzione dei fatti e degli interessi avutasi in tale momento storico.
Dopo un prologo con la nascita dell’Enciclopedia correlata a realtà analoghe come la celebre “Encyclopédie” di Diderot e D’Alembert, la prima sezione va dal 1925 al 1945, con i dibattiti nel mondo culturale e scientifico sulla funzione dell’Enciclopedia allorché fu progettata e poi realizzata, testimoniati anche da documenti autografi quali le lettere di Giovanni Gentile e Benedetto Croce, e le carte vaticane che documentano i rilievi del Sant’Uffizio per gli errori sul cattolicesimo contenuti nella Treccani. Nell’esibizione di questi documenti, come della lettera di Starace sul carattere “non fascista” della redazione dell’Enciclopedia qualcuno potrebbe vedere un’ “excusatio non petita”. Comunque fotografie di Mussolini non mancano, e non poteva essere altrimenti, come non mancavano nella mostra, sempre al Vittoriano, sull’Istituto Luce, per ovvi motivi; anzi in quella mostra si prendeva il toro per le corna affrontando il problema del contenuto propagandistico dei film Luce dinanzi a una realtà che non poteva nascondere stimolando così lo spirito critico.
Anche per la seconda sezione, dal 1945-70 ci si affretta a precisare che “protagonisti sono l’Italia della Liberazione e il ruolo dell’istituto come luogo di un’erudizione anti-ideologica”, anche qui sembrerebbe un'”excusatio non petita”, essendo quello un requisito primario della cultura. Di certo è una fase in cui allo sbandamento del dopoguerra, dopo il crollo del fascismo, la guerra perduta, il sussulto della Resistenza fino alla Liberazione, segue la ricostruzione, il miracolo economico, fino alla contestazione del 1968. In questo periodo all’Enciclopedia si affianca il “Dizionario Biografico degli Italiani” . Veniamo a sapere che il metodo di lavoro dell’Enciclopedia prevedeva otto tempi, vediamo presentate le fasi di stesura e redazione definitiva delle voci. Sono esposti anche alcuni disegni e acquerelli originali di artisti in base ai quali sono state realizzate le tavole delle Treccani, tra cui Carlo Lorenzetti e Mimmo Paladino.
La terza sezione, dal 1970 ad oggi, comprende un periodo molto tormentato, si pensi agli “anni di piombo” con il loro carico di lutti, ma anche molto significativo per le scienze e per la comunicazione, che pone in primo piano la rivoluzione digitale, seguita dalla Treccani in tutte le fasi; come viene seguito il collegamento sempre più stretto tra arte e paesaggio. Ma nel documentare il nuovo con spirito critico non si dimentica di valorizzare il passato, secondo le due funzioni di cui abbiamo parlato: vediamo esposta la prima versione a stampa del “Dialogo di Galileo Galilei ” del 1632 , con un’installazione multimediale per confrontare le immagini scattate dai microscopi a scansione con quelle dei satelliti. L’innovazione più avanzata oggi, con quella che era la visione più avanzata ieri, per fortuna senza rischiare i fulmini dell’Inquisizione che allora perseguitò Galileo E’ puramente casuale ogni riferimento alla spettacolare galleria di 20 acquerelli sulla Divina Commedia di Mimmo Paladino posta a conclusione, ma non neghiamo la malizia nel collegarli. .
Al termine del percorso espositivo sono esposti i materiali artigianali dei tipografi e legatori, dal loro lavoro nascevano i volumi della Treccani, molto curati nell’aspetto oltre che nel contenuto. E un video fa seguire visivamente questo lavoro; che continua oggi per i volumi speciali dedicati a codici miniati, manoscritti, riedizioni di classici in vesti molto pregiate.
E’ significativo questo riconoscimento del lavoro artigianale altamente specializzato che si somma a quello intellettuale di assoluta eccellenza: è il “made in Italy” di cui si deve essere orgogliosi e a cui ci si può aggrappare per non perdere la fiducia dinanzi a tanti aspetti deteriori. “Il bene non fa notizia”, si intitolava l’ultimo articolo di fondo di Aldo Moro, ebbene in questo caso fa notizia eccome.
Info
Complesso del Vittoriano, Piazza Ara Coeli 1, Roma, Gipsoteca. Tutti i giorni, compresa domenica e lunedì, dal lunedì al giovedì ore 9,30-18,30, da venerdì a domenica 9,30-19,30, si entra fino a 45 minuti prima della chiusura. Ingresso gratuito. Segreteria mostra tel. 06.6780664-06.6780363. Organizzazione tel. 06.3225380. http://www.comunicareorganizzando.it/; info@comunicareorganizzando.it , www.treccani.it Catalogo “Treccani 1925-2015. La Cultura degli italiani. 90 anni di cultura italiana”, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2015, pp. 284, formato 24 x 24 Per le citazioni delle opere artistiche sulla Treccani cfr. in questo sito i nostri articoli: “Isgrò, il modello Italia nelle cancellature alla Gnam” 16 settembre 2013, “Padiglione Italia, Sgarbi e la creatività contemporanea” 8 ottobre 2013, con seguito in“Padiglione Italia, artisti contemporanei nel Lazio”, 9 ottobre 2013.
Foto
Le immagini sono state riprese alla presentazione della mostra nel Vittoriano da Romano Maria Levante, si ringrazia Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia con i titolari dei diritti, in particolare l’Istituto della Enciclopedia Italiana, per l’opportunità offerta. In apertura, la classica “Enciclopedia Treccani” nell’altrettanto classico mobiletto, al centro, i grandi Volumi monografici sulle città, in chiusura, il gran numero di altri Volumi editi nel periodo, con le Enciclopedie tematiche e le edizioni speciali. Tra queste tre visioni riassuntive dell’evoluzione editoriale nel 90 anni, una serie di immagini del percorso espositivo, dall’antica fotografia di Alberto Treccani, a uno studio d’epoca con alla parete foto del periodo, dal “fiume di parole” evocato visivamente , a vetrinette e postazioni con reperti, quadri e fotografie, che portano altri elementi e testimonianze sulla storia della Treccani.