Pistoletto, il Paradiso sulla terra, al Louvre

di Romano Maria Levante

Intrigante  l’invito al Macro di Via Nizza 138, a Roma, per la mostra  che si terrà a Parigi, al Louvre, dal 25 aprile al 2 settembre 2013, intitolata “Anno I, il paradiso sulla terra”,  dedicata a Michelangelo Pistoletto: le sue opere “in dialogo con le collezioni”, nei cosiddetti “Contrepoints”. Inoltre l’artista sarà protagonista di una serie di incontri culturali e didattici, dibattiti e performance all’Auditorium del Louvre e alle Tuileries. Curatori della mostra, realizzata con il supporto di Galleria Continua: Marie-Laure Bernadac, assistita da Pauline Guélaud  con la collaborazione di Ségolène Liautaud; ha curato la programmazione associata Marcella Lista assistita da Nanxi Cheng.

“Venere degli stracci”, 1967

La dimensione temporale e la condivisione sono alla base dell’opera dell’artista, giunto al traguardo della nuova era nella trasformazione a tutti i livelli,  umano e sociale, culturale e politico: lo esprime nelle installazioni e  performance ambientate nel grande museo del Louvre, dalla celebrazione del 21 dicembre 2012, in particolare nella Cour Napoleon, all’evento che si aprirà il 25 aprile.

Così l’introduzione dell’artista alla mostra:”I miei lavori sono collocati in diversi settori del museo e interagiscono con le opere conservate in ciascuno di essi. Il Louvre è di per se stesso un’ampia retrospettiva della società umana esibita attraverso la storia dell’arte e dei miti”. Ecco il significato: “La parte retrospettiva della mia mostra rispecchia direttamente le opere della collezione che a loro volta sono lo specchio del passato. I Quadri Specchianti non solo riflettono l’arte antica ma anche le persone viventi che si aggirano nelle sale del Louvre. Dunque, sia il passato che il presente sono contemporaneamente protagonisti nel riflesso di questi miei lavori”. Poi la prospettiva di fondo: “Ed è nell’oggi che avviene il passaggio verso un futuro che si chiama Terzo Paradiso”. Il Primo Paradiso è quello naturale delle origini, il secondo quello artificiale attuale, “nel Terzo Paradiso, di cui al Louvre celebriamo la nascita, si uniscono e si integrano i due precedenti”.

“Figura umana”, 1962 

La presentazione al Macro con l’artista

Lo ha precisato  nella presentazione della mostra del Louvre, avvenuta a Roma il 9 aprile 2013 al Macro, nella grande  bomboniera arancione sospesa che è l’avveniristica Sala conferenze, insieme al Direttore del Macro, Bartolomeo Pietromarchi, a Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, e a Mario Cristiani, uno dei tre fondatori, nel 1990, di “Galleria Continua”, che ha fornito supporto e collaborazione e dal 2007 ha uno spazio, “Le Moulin”, nella campagna parigina.

I tre tempi del “Paradiso in terra”  iniziano con il 1° tempo della non conoscenza e dell’irresponsabilità,  viene poi il 2°  tempo, quello della conoscenza, fino al 3° tempo, quello della responsabilità. Non contrasta con la libertà assoluta dell’artista, anzi ne è parte integrante, perché pur nell’autonomia “dobbiamo vedere cosa rappresentare con l’arte”, e a questo punto scatta la responsabilità: “L’arte è portatrice di libertà con la responsabilità che garantisce l’equilibrio”.

Visione questa coerente con la definizione che Pietromarchi ha dato dell’arte: “Un grande laboratorio di attività e di formazione”, per poi chiedere all’artista cosa lo ha stimolato di più nell’avviare il dialogo con le grandi opere esposte al Louvre. E’ stata “la grande galleria dell’arte italiana – ha risposto Pistoletto – dalle sculture classiche all’arte etrusca, che viene dal passato e tocca il presente, fino alla sala che ospita Monna Lisa”. A questo punto ha parlato dell’installazione-simbolo del Terzo Paradiso: “Un Obelisco di specchi, dove l’antico simbolo di potenza virile diviene trasparente con gli specchi che sono il lato femminile.

Rispondendo a una nostra domanda  sui rapporti tra arte e potere ha parlato di come da un committente “personalizzato” – categoria in cui rientra anche il mecenatismo  della Chiesa – si è passati alla committenza “impersonale” del mercato a seguito dell’impetuosa trasformazione del mondo, “dalle carrozze a cavalli ai cavalli vapore, fino alla speculazione finanziaria”. Lo specchio è un “elemento di verità, anche nelle sue deformazioni; consente di vedere ciò che c’è dietro e davanti in una prospettiva totale proiettata nel futuro ma che riflette  il passato alle nostre spalle”, da cui occorre partire per avere solide basi. 

Il logo della mostra è il “nuovo segno dell’infinito”, la rielaborazione del segno matematico con l’inserimento di un terzo cerchio tra i due opposti che indicano natura e artificio: “quello centrale – dice lui stesso – è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo del Terzo Paradiso”. E ci tiene a sottolineare  che al centro del cerchio centrale c’è l’ombelico del dipinto di sfondo. “Questo simbolo attraversa l’intero percorso espositivo e assume dimensione monumentale all’inizio e alla fine della mostra: nella connessione con la Piramide e nell’opera Obelisco e Terzo Paradiso realizzata per l’installazione al Louvre”. Ripensiamo alla Piramide di vetro, tutto si tiene. 

Paolo Naldini ha parlato delle committenze odierne che vengono dalle comunità senza che vi sia più l’antica distinzione dei ruoli, ci si mette in gioco insieme per realizzare l’opera: un processo di “attivazione” consente alle componenti della società di rendersi protagoniste attraverso l’arte. Le Gallerie ne fanno parte, e Mario Cristiani  ne ha evocato ruolo e problemi, anche rispetto ai rapporti tra arte e potere, concludendo che in mezzo alle difficoltà “bisogna sempre lavorare con coscienza”.

“L’Etrusco”, 1976

Il percorso artistico: dagli autoritratti, ai quadri specchianti, all’arte povera

Queste note sommarie su una discussione ben più approfondita servono a inquadrare la mostra al Louvre nella visione lungimirante di Pistoletto inserita in una prospettiva molto ampia di coinvolgimento della società che avviene attraverso iniziative concrete messe in atto dall’artista.

La sua forma espressiva iniziale – cominciò a 14 anni nell’atelier di restauro del padre – furono gli “Autoritratti”, nel 1960 ne realizza a dimensione reale su fondi monocromi oro, argento e rame, nel 1961 nella serie “Il Presente” la sua figura è su fondo nero riflettente. Sono sperimentazioni che nel 1962  approdano ai “Quadri Specchianti”, con una tecnica che fissa le immagini su una lastra di acciaio lucidato a specchio. Gli specchi riaprono la prospettiva e inseriscono lo spettatore nell’opera d’arte: dopo l’esposizione del 1963 alla Galleria Galatea partecipa a manifestazioni di Pop Art e Noveau Realisme, e a mostre in gallerie e musei in Europa e in America. Ha acquisito fama internazionale, gli specchi diventano la base della sua produzione artistica e della riflessione teorica.

Con “I Plexiglas”,  nel 1964, inserisce le sue opere nello spazio reale ed entra nella logica dell'”arte concettuale”; nel 1965-66  con gli “Oggetti in meno”  sviluppa la dimensione temporale  e lancia il principio delle differenze contro lo stile uniforme individuale. E’ la premessa per l’“Arte Povera”, teorizzata da Germano Celant, di cui è protagonista e animatore dal 1967: “Venere degli stracci” ne è un capolavoro.  Organizza manifestazioni  in cui cerca il più ampio coinvolgimento di artisti  e non solo, e nel 1968 alla Biennale di Venezia lancia il “Manifesto della collaborazione”.

Nel 1975-76 con “Le stanze” a Torino  presenta un’opera che si snoda in un anno attraverso 12 mostre, sviluppa questo concetto con i “Continenti di tempo”, e lo teorizza nello scritto “Cento mostre  nel mese di ottobre”, con altrettante idee maturate in quel breve spazio, che realizzerà nel tempo.  Organizza azioni fuori dagli spazi espositivi e con “lo Zoo”, gruppo interdisciplinare da lui formato, dà luogo  collaborazioni creative. In America, ad Atlanta, nel 1978-79,  con “Creative Collaboration”  coinvolge artisti di varie discipline e la comunità; lo farà in Liguria, a Corniglia, nel 1981, e lo tradurrà anche in uno spettacolo a Roma al Teatro Quirino, dal titolo “Anno Uno”.

Nel 1978 con le mostre “La divisione e moltiplicazione dello specchio”  e “L’arte assume la religione”  sviluppa ulteriormente le sue concezioni filosofico-artistiche.

All’inizio degli anni ’80 crea la prima scultura in poliuretano rigido del gruppo “La Natività”, che completerà a metà del decennio; nel 1984  realizza opere in marmo e nel 1985-89 con “L’arte dello squallore” grandi opere in materiale scuro e anonimo.  Poi, seguendo la linea dei “continenti nel tempo”  crea “Anno Bianco” nel 1989 e “Tartaruga felice” nel 1992. 

Negli anni ’90 le sue impostazioni teoriche sul coinvolgimento più ampio e sull’inserimento nella società trovano lo sbocco nel “Segno Arte” prima, nel “Progetto Arte”poi, infine in “Cittadellarte” con “Love Difference”,  fino al “Terzo Paradiso” con il Rebirth  Day del 21dicembre 2012, base di un’ampia serie di iniziative. Qui entriamo nel cuore della mostra di Parigi, ne parleremo tra poco.

I riconoscimenti all’artista sono numerosi, fino al Leone d’oro alla carriera nel 2003 della Biennale di Venezia alla quale ha partecipato per ben 12 volte; è stato docente d’arte e direttore artistico, le sue opere sono nei principali musei del mondo, dove ha esposto in innumerevoli mostre personali.

“Luci d’artista”, 2005

Cittadellarte, l’arte nella società alla mostra del Louvre

Abbiamo accennato all’escalation di iniziative degli anni ’90, che culmina nella creazione, a Biella , della “Cittadellarte-Fondazione Pistoletto”: con “Progetto Arte” si collega strettamente al tessuto sociale per renderlo protagonista attivo della “trasformazione responsabile della società”, nel “Segno dell’Arte”. Già la sua sede, in un’ex stabilimento laniero divenuto archeologia industriale, rientra nel collegamento con il passato cui l’artista si affida con fiducia; il nome coniuga “città” come apertura dell’arte al mondo e “cittadella” come difesa e protezione. Già dal 1982 con “Studio Azzurro” si cominciò ad esplorare “le possibilità poetiche ed espressive delle nuove culture tecnologiche”, e nel 1995 furono realizzati video-ambienti, sensibili ed interattivi, percorsi museali e performance teatrali in un’impostazione trasversale tra le discipline tradizionali.

Cittadellarte è “un nuovo modello di istituzione artistica e culturale e, come tale, si differenzia da accademie, gallerie e musei”. La sua attività si svolge in collegamento con istituzioni e centri culturali, artisti e studiosi, imprenditori e organizzazioni, e riguarda campagne di comunicazione ed interventi nel tessuto urbano, design di prototipi e prodotti industriali, eventi e programmi vari.   Vengono realizzati corsi di formazione e spettacoli, mostre  e installazioni artistiche.

Questi due ultimi tipi di iniziative  hanno accompagnato a Parigi la mostra delle opere di Pistoletto.  Si tratta dell’installazione interattiva “Les portes de Cittadellarte”,  con l’intento di far entrare lo spettatore nel “laboratorio di arte e vita” che è l’associazione; è collocata nell’area antistante la sala con le antichità egiziane, nel “Louvre Medieval”.

Si tratta di cinque schermi interattivi che riproducono ambienti e “nuclei operativi”  in cui si sviluppano la ricerca e i progetti che realizzano le finalità di operare la trasformazione della società attraverso l’arte entrando in ogni ambito sociale.  I campi investiti sono arte e politica, educazione e spiritualità, economia e produzione, architettura e comunicazione, moda e nutrimento.

Nello stesso settore espositivo del Louvre verrà presentata l’opera “Love difference”,  scritte luminose  multicolori al neon in diverse lingue, sulle vecchie mura medievali, che con l’invito reiterato ad “Amare le differenze” riflettono la preoccupazione di Pistoletto per i problemi relativi al multiculturalismo portato dalla globalizzazione, in particolare nel bacino del Mediterraneo  dal quale flussi migratori sempre più massicci richiedono un’integrazione senza pregiudizi. 

Per far fronte a questo problema, fin dal 2002 nella Cittadellarte della Fondazione Pistoletto è stato costituito il Movimento Artistico per una Politica Intermediterranea, dal nome “Love Difference”, con questa missione: “Promuovere il dialogo tra persone diverse per cultura, politica o religione per creare una rete robusta tra persone e istituzioni interessate  a risolvere i problemi sociali attraverso l’arte e la creatività”.

“Il tempo del Giudizio”, 2009 

I temi trattati dall’artista negli incontri associati alla mostra

Abbiamo detto che lo “sbarco” di Pistoletto al Louvre non si traduce soltanto nelle sue opere a contatto con le grandi collezioni  e nell’installazione sul Terzo Paradiso, che possiamo considerare epocale dato che l’artista stesso ne parla così: “L’Anno Uno è il primo, della terza fase della storia umana. L’arte, la cultura, la scienza, la tecnologia, l’economia e la politica assumono una nuova responsabilità dando speranza di sopravvivenza  all’umanità. Il 21-12-2012, in risposta ad ogni previsione di fine del mondo, si è celebrato il Rebirth Day e il 2013 è il primo anno della rinascita”.

Ci sono anche gli incontri nel corso dell’esposizione, che lo vedranno impegnato nell’Auditorium del Louvre sui grandi temi della sua concezione umana prima che artistica: si inizia con “Il Terzo Paradiso: visione e anticipazione”,  ne discuterà venerdì 17 maggio alle ore 18,30 con Nicola Setari; seguirà la proiezione del film di Marco Martins in cui appare lui stesso: “Twenty One: The Day the World Didn’t End”,  in cui ha lanciato  il Rebirth Day che abbiamo appena citato.  Dall’iniziale principio di “partecipazione” è passato al principio della “responsabilità dell’artista, messo in pratica con l’imponente numero di eventi di cui è stato protagonista. Cittadellarte docet!

Abbiamo detto che la prospettiva è triplice,  dopo l’artista viene lo spettatore, poi il futuro. Ne discuterà mercoledì 22 maggio alle 18,30 con lo scrittore Michel Butor, nell’incontro moderato dal critico d’arte Jean-Max Colard sul tema “La modificazione dello spettatore”.. E il contesto in cui ciò avviene? Sarà il tema della conversazione con l’astrofisico e filosofo Aurélien Barrau in cui verrà dato uno “Sguardo su un mondo in divenire”, giovedì 30 maggio alle 14,30.

Dopo tante parole  una performance teatrale dal titolo “Anno Uno (1981-2013)”,  frutto della collaborazione dell’artista con alcuni abitanti di Corniglia, quella che abbiamo ricordato, andata in scena per la prima volta al Quirino di Roma nel 1981 e per l’ultima volta  in occasione di Artissima Teatro nel 2009, prima assoluta per la Francia, sabato 1° giugno alle 20.

Il gran finale, non della mostra che chiude il 2 settembre, ma di queste iniziative che la accompagnano, è per il week end dell’8-9 giugno ai Giardini delle Tuileries: “Operazione Terzo Paradiso”, in collaborazione con Castello di Rivoli, alle ore 14,30  e 18.

Abbiamo evocato i motivi legati alla mostra, oltre il  rilevante evento artistico, che investono elevati concetti filosofici ed esistenziali sull’evoluzione della società e i suoi problemi ai quali l’artista non può ritenersi solo “partecipe” ma deve sentirsi “responsabile”, nella visione di Pistoletto.

Concludiamo con le sue parole che rendono omaggio alla prestigiosa sede espositiva: “In nessun altro luogo del mondo il simultaneo rispecchiamento del passato e del futuro avrebbe potuto avere il senso che assume nella mostra al Louvre”.  Dove il suo obelisco specchiato farà per qualche mese da contraltare alla Piramide altrettanto trasparente che ne è lo spettacolare simbolo.

Info

Museo del Louvre, Parigi, Sala della Maquette, Dipartimento dei Dipinti, Dipartimento di Antichità orientali, Dipartimento di Antichità greche, etrusche e romane, Giardino delle Tuileries. Catalogo: Michelangelo Pistoletto, Année I, le Paradis sur Terre,  testi di Henri Loyrette, Bernard Blisténe, Laure Bernadac, Marcella Lista, Paolo Naldini e Nicola Setari, coeditori Musée du Luvre Editions e Actes Sud, 2013, pp. 208, euro 39.  Dal 15 maggio il libro-intervista: Michelangelo Pistoletto, Alain Elkan, La voce di Pistoletto, Editore Bompiani, 2013, pp. 304 con 200 immagini su vita e opere.  Tel. Cittadellarte-Fondazione Pistoletto 01528400.; fondazione pistoletto@cittadellarte.it; www. cittadellarte.it

Foto

Le immagini delle opere di Pistoletto sono state fornite dall’organizzazione che si ringrazia, con i titolari dei diritti; l’immagine della conferenza stampa di presentazione al Macro è stata ripresa da Romano Maria Levante. In apertura “Venere degli stracci”, 1967, seguono “Figura umana”, 1962 e “L’Etrusco”, 1976, poi  “Luci d’artista”, 2005, e “Il tempo del Giudizio”, 2009; in chiusura, la conferenza stampa, al centro Michelangelo Pistoletto risponde al direttore Pietromarchi, tra Paolo Naldini, sulla sin., e Mario Cristiani, a dx.

La conferenza stampa, al centro Michelangelo Pistoletto risponde al direttore Pietromarchi, tra Paolo Naldini, sulla sin., e Mario Cristiani, a dx