di Romano Maria Levante
A metà della stagione 2012-13, di cui abbiamo dato conto con due articoli al suo inizio, nell’ottobre scorso, è bene ricordare i risultati di quella trionfale 2011-12. Lo faremo illustrando il testo con immagini degli spettacoli in corso e in programma dell’attuale stagione, “Il Grande Teatro”, creando così un ponte tra i due cartelloni. Nel momento della crisi più profonda del Teatro Valle, orfano dell’Eti nel quale era inquadrato il Quirino di Roma, Geppy Gleijseses non solo annunciò l'”escalation” dopo il raddoppio degli incassi nel primo anno di gestione, ma lanciò il prestigioso Quirinetta come nuovo spazio di una vera stagione teatrale con un programma di 13 spettacoli e sede dell’“Accademia internazionale di arte drammatica”; confermando le iniziative teatrali culturali e sociali del 1° anno di gestione. Promesse mantenute.
Lorenzo Glejieses in “Il Principe di Homburg”
Le importanti iniziative del 2011-12 al Teatro Quirino
Il Quirinetta è stato il “clou”, oltre alla stagione teatrale 2011-12 all’insegna del sorriso. Già dal 24 maggio al 1° giugno 2011 ci furono intense serate con 12 spettacoli di “Autogestito” , diretto da Marianella Bargilli, la “Rassegna di Teatro Indipendente, Giovane, Curioso, Civile”. Il teatro fu “invaso” da centinaia di giovani spettatori di una manifestazione concepita come “vetrina e incubatrice di giovani talenti”. Consiste nella selezione di gruppi teatrali da ogni parte d’Italia, in base al talento e alla creatività, alla serietà e alla fantasia, con la novità del premio allo spettacolo più votato da tre apposite giurie: una di attori e professori, le altre due di abbonati al teatro e studenti delle medie superiori. Si alternarono temi drammatici, come “Il viaggio di Nicola Calipari” e “Bad People in Guantanamo, a temi leggeri e di attualità come “Essere Adriano Celentano”; e poi spettacoli di mimo e musica con orchestra popolare e coro a sei voci fino al concerto di chiusura . In apertura ci fu la “versione ri-sorgimentale” di “Dignità autonome di prostituzione”, spettacolo fuori concorso di Luciano Melchionna dedicato all’Unità d’Italia.
E nel settembre 2011 la terza edizione di “Mad Revolution”, la manifestazione diretta da Lorenzo Gleijeses, con le “performance” dell’Avanguardia innovativa e trasgressiva, la cui sigla Mad sta per Maestri, Avanguardie, Derive del teatro contemporaneo, apripista di lusso del cartellone principale. Danza dell’Africa e Maghreb, dai riferimenti civili e politici, con solisti formati tra l’Africa e l’Occidente in collaborazione con i grandi dello spettacolo, quindi nulla di meramente folcloristico e tanto meno tribale, ma ancoraggio a una forte cultura locale che intende affermarsi. Il mondo arabo era evocato dalla storia di Lawrence d’Arabia in contemporanea su due spazi teatrali romani diversi, il Teatro Quirino e il Teatro India, con l’ambizione di “essere qui e altrove, radicati e aperti, persi nella montagna e liberi nel mare”. Per restare nella danza ci fu la serata di un grande maestro che vive fuori dell’India con una performance sulla danza sacra di Kerala. Altro tema di una sacralità ben diversa “I Tre Studi per una Crocifissione” dell’autore e performer Dario Manfredini, che si cimentò su testi dei due grandi drammaturghi Fassbinder e Koltés. E poi musiche techno e “sterzate musicali”, “cinema da camera” , anzi “tattile e incarnato”, fino a “Cerimonia” di Lorenzo Gleijeses, a suggellare il programma, “una folla festante di artisti e di discipline eterogenei che hanno come tratto comune la ricerca dell’innovazione nei diversi linguaggi”.
Si pensò anche ad abbinare cultura e solidarietà con il sostegno della Fondazione Roma-Terzo Settore, e al riguardo Geppy Gleijeses rivolse un pieno apprezzamento al presidente Emmanule F. M. Emanuele per l’impegno nella comune realizzazione di “In scena diversamente insieme”, a cura di Alvaro Piccardi, il teatro che ha come attori gli esclusi, quali disabili, reclusi e soggetti di etnie emarginate, definito “un grande progetto sociale, culturale, filantropico, educativo”. Si tratta di un laboratorio teatrale che utilizza la scena come “percorso di inserimento nel tessuto sociale”; le finalità non sono meramente assistenziali, bensì promozionali di nuovi talenti trovati dove non possono esprimersi. L’operazione si è proposta di “valorizzare il grande patrimonio umano e creativo sommerso che vive dentro ognuno di noi, di risvegliare attitudini nascoste o sconosciute capaci di avvicinare l’uomo all’uomo e l’uomo alla sua storia”, da cui può ricevere stimoli la stessa società. Non è solo formazione, ha portato a uno spettacolo vero e proprio con effetti anche catartici. Sono stati realizzati nel 2011 tre laboratori con i relativi spettacoli: per i reclusi, coinvolti sul piano emotivo e intellettuale in un’esperienza che ha aperto le sbarre per una rieducazione e un reinserimento attraverso la presa di coscienza suscitata dalla forza coinvolgente del teatro; per i giovani di varie etnie, per riaffermare la propria identità confrontandola con quella dei compagni di quest’avventura; per i “sordi e normodotati”, integrati con il mezzo teatrale che si serve, oltre al suono e alla parola, anche del linguaggio del corpo che spesso li precede nella comunicazione.
C’era anche il “Teatro Ragazzi” rivolto alle scuole e alle famiglie con la formula “Dire Fare Vedere Teatro”. Si è cercato di istituire un rapporto non occasionale abbinando allo spettacolo teatrale laboratori, visite guidate e incontri con gli artisti. L’intento è anche pedagogico oltre che promozionale, si presentano “spettacoli che uniscano al divertimento l’insegnamento di valori fondamentali della vita come la lealtà, la giustizia sociale, la non violenza, l’integrazione razziale, la democrazia, l’uguaglianza, la libertà, l’onestà e il rispetto dell’altro”; sono parole cui possono dare contenuti, altrimenti ignorati, i riferimenti alla letteratura per ragazzi, ai classici del teatro o ai temi legati all’attualità, dove si orienta la produzione dei relativi spettacoli. Sono state coinvolte anche le famiglie con rappresentazioni nei pomeriggi del sabato, la mattina della domenica e nelle feste natalizie, che possono vivere con i loro bambini e ragazzi nello stesso prestigioso Teatro Quirino, quindi a parità con la stagione principale che impegna invece le serate di tutti i giorni.
La ciliegina su una torta già molto farcita sono stati gli “Eventi”, quattro spettacoli di eccellenza, due musicali all’inizio di ottobre 2011, con Pierre Santini ed Enzo Moscato; due nell’ultima decade di dicembre, una serata di balletto con Martin Zanotti e una in omaggio al cantautore dimenticato Umberto Bindi. Infine impegno civile: Giuseppe Ayala in “I miei anni con Falcone e Borsellino”.
Luca De Filippo in “La grande magia”
I risultati, la formula, il significato delle iniziative e del Cartellone 2011-12
Tutto questo fu illustrato alla presentazione del Cartellone 2011-12, in una mattinata prima dell’estate 2011 nell’affollata platea del Quirino, con molti degli artisti che ne sarebbero stati i protagonisti. Il mattatore fu l’attore e regista, direttore e imprenditore teatrale Geppy Gleijeses, che espose i risultati di eccellenza: oltre 14.000 euro di incassi giornalieri, rispetto ai 10.000 della stagione precedente e ai 6.500 dell’ultima stagione dell’Eti, il numero di abbonati triplicato, l’occupazione dei posti in teatro salita all’87% dal già alto 75% del primo anno della nuova gestione, fino ai 3 dipendenti assunti oltre ai 17 del personale in essere confermati a suo tempo.
“Non è stato semplice – commentò – ma era uno dei primi teatri italiani e meritava un rilancio ulteriore”. L’inizio è stato il passaggio dall’ente pubblico Eti, poi soppresso, al gruppo privato vincitore della gara europea. Una formula che non ha trascurato il “restyling” esteriore, negli arredi, negli allestimenti e nei servizi: è un teatro aperto 18 ore su 24, per 330 giorni, con libero accesso ad una libreria di 2500 volumi, a musica, film e video teatrali, dove si incontrano i protagonisti, e un “bistrot”-ristoro a prezzi bassissimi molto frequentato: è “un teatro casa, un teatro popolare, non elitario, in grado di contribuire ad abbattere le barriere sociali e il dramma dell’alienazione e dell’isolamento”. Anche per questo ” il Quirino Vittorio Gassman è per numero di spettatori il primo teatro di prosa di Roma e non solo”: i quasi mille posti furono occupati, lo si è detto, all’87%.
Chiave del successo sono stati i contenuti: l’impegno a “tenere alta l’asticella della qualità insieme alla praticabilità per realizzare quel mix che Vittorio Gassman, cui il Quirino è dedicato, chiamava ‘Teatro d’arte popolare’ e consente di utilizzare al meglio ogni sera le 960 poltrone del teatro”.
“Il teatro deve costituire una barriera contro il virus del degrado e della barbarie che viene inoculato quotidianamente nelle nostre menti”, ha ribadito Geppy presentando le iniziative del Quirino. Tra le multiformi attività incentrate sul teatro ha sottolineato per il suo valore la riapertura dopo otto anni di chiusura del “Quirinetta”, lo splendido teatro disegnato da Marcello Piacentini nel 1927,iniziativa resa possibile dall’accordo con l’immobiliarista che lo detiene e con l’impresa culturale -ambientalista di Willer Bordon, il quale ne ha parlato lui stesso: uno spazio polifunzionale con una apposita stagione teatrale, e con la sede dell'”Accademia internazionale di arte drammatica”.
Lunetta Savinio ed Emilio Solfrizzi in “Due di noi”
Per l’abbinamento tra cultura e solidarietà “In scena diversamente insieme” ha questo nobile intento: “Abbiamo deciso di aiutare con la cultura a migliorare gli uomini, di inserire i giovani nel mondo di un lavoro meraviglioso come questo, di favorire il reinserimento nella società italiana, di reclusi, disabili, non udenti, tossicodipendenti, di integrare tra loro con la magia dell’arte scenica, razze diverse e storicamente avverse, di creare una grande scuola con maestri di ogni nazionalità, di indicare, insomma, alla nostra Italia piagata, una strada e forse disarmonica rispetto agli indirizzi attuali: la crescita sociale e morale dell’individuo attraverso la cultura e la solidarietà”.
Ma non si pensi a un percorso serioso e paludato. Ne è stata prova il Cartellone 2011-12 del Quirino il cui titolo era tutto un programma. Dopo “La Grande stagione” del 2010-11, “La Stagione del Sorriso”, denominatore comune dei 13 spettacoli è stata dunque la leggerezza: “Non per una fuga qualunquistica dai rovelli quotidiani – ha precisato Geppy – ma perché anche i nostri rovelli possono essere leniti dal buonumore e da un pizzico di ironia”. E’ stato preveggente perché quando diceva queste parole non si erano ancora addensate le nubi scure che opprimono il paese, con gli effetti di una devastante crisi finanziaria tradotta in una pesante recessione economica. Il teatro così inteso diventa un farmaco, gli antichi parlavano del “tetrafarmaco”: nelle attuali angosce esistenziali e collettive, anche nella stagione passata, è stato come un… salvavita.
Un impegno notevole, nel quale rientrano le produzioni del Teatro Quirino anche con il Teatro Stabile di Calabria, e le coproduzioni con altri teatri, in tutto ben undici. Oltre a quest’intensa attività, i programmi speciali di cui si è detto, i cui temi meritano di essere ripetuti: il Quirinetta e “Diversamente insieme”, “Mad Revolution” e “Autogestito”, “Teatro ragazzi” ed “Eventi”.
Come si poteva suscitare il sorriso mantenendo alta l’asticella della qualità? “Abbiamo cercato quasi chirurgicamente di offrire grandi titoli e grandi attori, registi affermati e giovani talenti, musica e sonorità nuove o familiari”, disse Geppy, presentando i suoi campioni. Lo fece anche fisicamente nella mattinata degli annunci, ricordiamo Luca De Filippo e Giuliana De Sio, Filippo Timi e Lello Arena, Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo, Raffaele Paganini e Musumeci Greco per il duello nello spettacolo di Massimo Ranieri, assente “giustificato” come altri impegnati altrove. Siparietti simpatici e disinvolti sugli spettacoli da loro interpretati; sentire e vedere gli attori parlarne dalla platea confidando le loro attese ed emozioni è stato intrigante e suggestivo.
Prima di ricordare il Cartellone 2011-12 che prese avvio il 4 ottobre 2011, non possiamo non dare una rapida spigolatura fior da fiore del programma del Quirinetta, il cuispettacolo inaugurale, per i suoi 320 posti, avvenne il 6 dicembre 2011 con Elio Germano in “Thom Pain” di Will Eno; tra i nomi che spiccavano negli altri 12 spettacoli fino a maggio citiamo Cannavacciuolo e gli Oblivion, Maddalena Crippa e Margherita Buy, Patrick Rossi Gastaldi e Valerio Aprea. Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa, Lucrezia Lante della Rovere e Marianella Bargilli; e gli autori Gaber-Luporini ed Erri De Luca, Roberto Saviano e Gelardi, Lunari e Massimo Sgorbani, Osvaldo Guerrieri e Concita De Gregorio. Lo spettacolo conclusivo, nel maggio 2012,fu “Muratori” di Edoardo Erba con Nicola Pistola e Paolo Triestino, regia di Massimo Venturiello.
A questo punto, dopo averne dato l’impostazione e indicato alcuni dei principali protagonisti, dobbiamo rinviare l’illustrazione dei 13 spettacoli da ottobre2011 a giugno 2012 di quella che è stata intitolata “La stagione del Sorriso”. Ne riparleremo, inseriremo altre immagini del nuovo cartellone 2012-13, “il Grande Teatro”, quelle di grandi mattatori.
Info
Il secondo articolo restrospettivo sulla stagione 2011-12, uscirà in questo sito il 10 febbraio 2013,. con altre 4 immagini dei relativi spettacoli. Altri due articoli, sulla stagione in corso 2012-13, sono usciti in quetsto sito, entrambi il 15 ottobre 2012, con 8 immagini degli spettacoli fino al febbraio 2013: nel primo articolo, “Re Lear” e “Il discorso del Re”, “Rain man” e “La Grande magia”; nel secondo articolo, “Miseria e nobiltà” e “Rain man”, “Otello” e “Cyrano di Bergerac”.
Foto
Le immagini degli spettacoli del Cartellone 2012-13 sono state cortesemente fornite dall’Ufficio stampa del Teatro Quirino Vittorio Gassman che si ringrazia. In apertura, Lorenzo Glejieses in “Il Principe di Homburg”, dal 12 al 17 febbraio 2013; seguono Luca De Filippo in “La grande magia” dal 19 febbraio al 10 marzo e Lunetta Savinio con Emilio Solfrizzi in “Due di noi”, dal 12 al 24 marzo; in chiusura, Giuseppe Pambieri in “La coscienza di Zeno”, dal 2 al 14 aprile 2013.
Giuseppe Pambieri in “La coscienza di Zeno”