di Romano Maria Levante
Il 7 ottobre 2010 è iniziato l’Anno culturale della Cina in Italia, nel quarantennale dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi: un centinaio di iniziative in campo culturale e artistico nonché turistico, e anche economico e scientifico, a Roma e Milano, Torino e Firenze e altre città in gemellaggio con località cinesi, presentate a Roma a Palazzo Barberini. In primo piano le due civiltà millenarie che non hanno eguali, con l’interesse reciproco a conoscersi e confrontarsi.
Abbiamo scelto di dare conto della manifestazione in occasione della visita in Cina di una settimana, iniziata il 25 ottobre, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano accompagnato dal Ministro per gli Affari Esteri Franco Frattini: visita definita dal capo dello Stato “missione di forte amicizia e reciproco riconoscimento”, e “un momento fondamentale del mio mandato di Presidente della Repubblica”. Il Ministro Frattini ha detto di voler porre la materia dei diritti umani tra i temi al centro dell’incontro con il suo collega cinese. La missione è stata aperta dal colloquio con il presidente cinese Hu Jintao e dalla visita alla “Città proibita”. Oltre a Pechino e Shangai visitata Macao per la mostra sul gesuita Matteo Ricci che vi soggiornò, astronomo e viaggiatore.
Ben prima di questa importante missione, incontro nella vastissima “Sala dei Marmi” del maestoso Palazzo Barberini per lanciare l’Anno culturale della Cina in Italia. Sedici grandi dipinti, dieci statue e busti, la grande figura scultorea di donna velata al lato del tavolo degli oratori, due colonne tortili all’ingresso che fanno entrare nell’atmosfera introducendo in un mondo misterioso.
Una presentazione affollata, dieci personaggi al microfono, dal coordinatore per l’Italia della manifestazione Giuliano Urbani al suo omologo cinese, dal direttore generale per l’Asia del Ministero degli Esteri Attilio Iannucci al presidente della Fondazione Italia-Cina Cesare Romiti, dal direttore generale per la valorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Mario Resta all’ambasciatore della Repubblica popolare cinese Ding Wei.
La presentazione e gli spettacoli inaugurali
Il clima è solenne, nel quarantennale dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi si presentano le espressioni di cultura cinese predisposte in Italia per questo evento, un centinaio di iniziative di natura artistica e culturale nonchè turistica, arrivando al campo economico e scientifico: a Roma e Milano, Firenze e Torino, Napoli e in altre città gemellate con città della Cina.
Si incontrano due civiltà millenarie che non hanno eguali al mondo, incarnate dall’aquila romana e dal dragone cinese nella mostra-simbolo dell’evento. “Potenze globali della cultura” le ha definite Mario Resca, impegnato da tempo negli accordi culturali di grande rilievo che includono l’apertura di uno “spazio Italia” al grande Museo di Pechino a Piazza Tienanmen con la reciprocità dello “spazio Cina” al Museo romano di Palazzo Venezia. Dopo l’intervento di Attilio Iannucci, che dal versante diplomatico ha riaffermato i reciproci vincoli di amicizia, l’intervento dell’ambasciatore Ding Wei ha sottolineato l’importanza che il suo grande Paese annette alla manifestazione e più in generale alle relazioni culturali con l’Italia. Giuliano Urbani ha riassunto il contenuto delle iniziative e Cesare Romiti ha parlato dei rapporti attivati dalla fondazione Italia-Cina.
Un’attenzione particolare merita il logo della manifestazione, creato da Liu Bo, professore dell’Accademia Centrale di Fine Art Cinese, a cui si deve anche il logo per le Paraolimpiadi dei Pechino del 2008. Rappresenta l’intreccio tra l’Erhu, uno strumento musicale a due corde che risale a 1400 anni fa, e la gondola veneziana con il rosso della Cina e il verde della nostra bandiera su uno sfondo blu. L’Erhu ricorda il profilo di un martello sia pure filiforme, la gondola quello di una falce anch’essa stilizzata; per noi è come se i due simboli di un’ideologia aggressiva siano trasmutati prodigiosamente nei segni delicati e pacifici intrecciati per esprimere la condivisione della cultura.
Tante finestre sulla Cina nei suoi aspetti tradizionali e in quelli moderni, dalla musica al teatro, dagli spettacoli popolari a quelli colti, dall’architettura al design, dalla fotografia alla culinaria; e poi scienza e tecnologia, energia e ambiente, educazione e infine turismo dove tutto può confluire. La “fabbrica del mondo” per le produzioni manifatturiere dimostra di saper produrre anche cultura. E’ un mondo affascinante quanto lontano, per conoscerlo da vicino si pubblica da 38 anni “Mondo cinese”, Rivista quadrimestrale di studi sulla Cina Contemporanea, da quest’anno a cura della Fondazione Italia-Cina. Nel numero di giugno 2010, dal titolo “Le sfide della sostenibilità”, una serie di servizi di approfondimento, presentati da Cesare Romiti, ci fanno capire che anche in quel grande e misterioso paese crescono i fermenti per le sfide del mondo contemporaneo.
L’Anno culturale della Cina in Italia – un’altra occasione per capirne di più – è iniziato con un evento all’altezza: il 7 ottobre si è tenuto al Teatro dell’Opera di Roma il Concerto inaugurale dell’Orchestra filarmonica cinese, di oltre 100 elementi, definita dalla rivista Gramophone “una delle 10 orchestre più entusiasmanti del mondo”, diciamo solo che si è esibita in più di 30 paesi. Ha suonato musiche dei due versanti: per l’Occidente brani dal Barbiere di Siviglia, Turandot e Madama Butterfly, per l’Oriente citiamo tra gli altri La concubina ubriaca dell’opera di Pechino.
Nello stesso giorno è stato offerto l’antipasto della mostra “I due Imperi, l’Aquila e il Dragone”, già svoltasi a Pechino e al Palazzo Reale di Milano, che verrà allestita a Palazzo Venezia e inaugurata l’11 novembre. Per celebrare solennemente l’avvio dell’Anno della cultura cinese, il primo ministro cinese Wen Jabao e il ministro della cultura Cai Wu hanno presenziato all’esposizione alla Curia Julia nel Foro Romano di un numero limitato ma significativo di pezzi affiancati alle statue di Traiano e Caracalla: guerrieri di terracotta dell’imperatore Qin con i leoni dalle fauci spalancate posti a guardia dell’area sepolcrale e religiosa dell’antica Cina. E’ l’avanguardia del grosso dell’esposizione forte di 450 opere, alcune delle quali mai uscite dalla Cina perché considerate “tesori nazionali”: un’iniziativa di punta all’insegna del dialogo tra due culture coeve – entrambe risalenti al primo-secondo secolo avanti Cristo – i cui contatti si limitarono a degli scambi con le dinastie Qin e Han, tra il secondo e il quarto secolo, dato che viaggiatori e mercanti generalmente non superavano i confini dell’impero persiano.
A seguire, dall’8 al 10 ottobre, sempre a Roma, all’Auditorium del Parco della Musica c’è stata la “Festa dei Giovani”, inaugurata alla presenza del vice ministro dell’Educazione cinese Hao Ping: arte e musica, danza e teatro in un happening creativo e spettacolare: protagonisti trecento ragazzi dei due paesi, e i tanti giovani intervenuti. Infatti oltre alle esibizioni di musicisti e ballerini cinesi e italiani, ci sono state le dimostrazione di cultura e arte negli stand all’esterno dove i giovani cinesi e italiani hanno potuto incontrarsi e conoscersi, in uno scambio stimolante e fecondo.
Le iniziative in programma per l’Anno della cultura cinese in Italia
Abbiamo detto che si tratta dell’Anno culturale della Cina in Italia, e abbiamo parlato finora soltanto delle iniziative inaugurali dei primi tre giorni subito dopo la prima settimana di ottobre. Per novembre 2010 in evidenza il “Forum Innovazione Italia-Cina” a Roma, l’8 del mese, organizzato dai ministri di settore dei due paesi Wan Gang e Brunetta con la partecipazione di ben 250 studiosi cinesi e italiani: tra i temi previsti, scienza della vita ed e-govenment, efficienza energetica e design. A questo associamo l’iniziativa a Macerata, in data da definire tra aprile e ottobre 2011: Convegno sui servizi offerti da banche e società finanziarie alle piccole medie imprese, che attiene anch’essa a temi legati all’economia.
Tornando allo spettacolo dopo questa parentesi impegnativa, a novembre ci sarà il .mese di Promozione turistica cinese, nel quale è prevista l’esibizione dei “Monaci di Shao Lin, suonatori di musica tradizionale e artisti folcloristici” a Milano in Piazza Duomo il 17 novembre 2010 e a Firenze in Piazza della Signoria il 19 novembre.
Saltiamo al febbraio 2011 perché a Roma si celebrerà la festa della primavera cinese con il “Festival del capodanno Cinese”: una sarabanda di esibizioni, sfilate in costumi della tradizione e danze folcloristiche, carri e acrobati, danzatori nelle parti di draghi e leoni, scene di Gongfu.
Queste sono le principali evidenze segnalate, ma il calendario è fittissimo, proviamo a riassumerlo precisando che oltre Roma, che fa la parte del leone, sono previste iniziative anche a Venezia e Milano, Firenze e Siena.
Venezia parteciperà con cinque iniziative, tra cui la Mostra del Padiglione cinese alla 12^ Biennale di architettura, fino al 21 novembre 2010 e il Padiglione cinese alla 54^ Biennaledi Venezia il 6 novembre 2011; altre iniziative il Concerto dell’orchestra sinfonica Guangzhou il 29 novembre 2010 al teatro La Fenice e la Mostra retrospettiva del cinema cinese nel settembre 2011. A Treviso, al Museo Cassamarca, nell’ottobre 2011 la stimolante Mostra: Manchu, ultimo Impero.
Milano, oltre alla già citata Promozione turistica del 17 novembre 2010, organizzerà due mostre, nel marzo 2011: Design cinese alla Triennalee Disegni di animazione cinese a Gallarate, che attirano in modo particolare ripensando all’antica e popolare arte delle ombre cinesi; e una mostra nell’aprile 2011 di Artiste contemporanee cinesi. Saltando a Napoli, al Museo archeologico nazionale, troviamo la Mostra degli affreschi di Pompei e Xi’an, la data non è stata ancora fissata.
Per Firenze, dove è in programma lo stesso spettacolo per la Promozione turistica il 19 novembre 2010, in data da definire si svolgerà la Mostra sulle porcellane cinesi della famiglia Medici. Maceratadedica, a maggio 2011, una Mostra a Matteo Ricci, il celebre astronomo che si conquistò la considerazione dei cinesi e ha lasciato la sua testimonianza e documenti preziosi.
Abbiamo premesso che Roma fa la parte del leone con il maggior numero di iniziative. Oltre a quelle citate, le Pitture dei contadini cinesi del XX secolo; a fine settembre c’è stata la Promozione e presentazione turistica della provincia di Shanki; in ottobre, la Mostra fotografica dei progetti realizzati attraverso la collaborazione nella tutela ambientale Cina-Italia.
Saltando al febbraio 2011, due spettacoli travolgenti: la Danza folcloristica del leone e del drago per festeggiare il Capodanno cinese e il Balletto di Shangai, al Parco della musica nell’ambito del Festival internazionale di danza moderna. Ancora l’arte di Tersicore nell’Opera di danza eseguita dall’Accademia di Beijng con “Il canto dell’eterno rimpianto” e nel Balletto contemporaneo di Pechino al Festival di danza moderna di Tivoli. Altro spettacolo con la Jazz band cinese al Festival di Musica d’estate di Roma. Tutti per luglio 2011.
E dato che con il jazz siamo nella modernità, ecco la Mostra di architettura contemporanea cinese al Maxxi nel settembre 2011. Chiudiamo con la citazione dei Francobolli dell’Anno della cultura cinese in Italia.
Saperne di più sulla Cina per saperne di più sul futuro dell’umanità
Si è pensato a tutto, e non poteva essere altrimenti. E’ un’occasione epocale per avvicinarci di più a un grande continente che al passato millenario aggiunge nel terzo millennio un ruolo sempre più determinante, anzi decisivo, nelle sorti dell’umanità.
E’ un paese che brucia le tappe nello sviluppo ponendosi ai primissimi posti nel mondo con i suoi tassi di crescita del 10 per cento all’anno, almeno cinque volte quello dei paesi europei; e mostra un’evoluzione anche nei campi ai quali sembrava refrattario, come la sensibilità ambientale e il sistema sociale.
Sotto il primo aspetto, dopo aver rifiutato in passato di sottoporsi a qualsivoglia restrizione, nel 2009 la Cina ha annunciato l’impegno a ridurre in dieci anni del 40-45% le “emissioni di carbonio per unità di Pil” rispetto al 2005; per il secondo aspetto, mentre fino al 1990 le imprese cinesi non avevano accantonamenti per la sicurezza sociale, sempre dal 2009 – evidentemente un anno di svolta – tutti i residenti di Pechino hanno la copertura assicurativa mentre la quota di popolazione assicurata è passata dal 22 all’87% dal 2003 al 2008 e un terzo degli ultrasessantenni residenti nelle aree urbane ha la pensione, mentre la spesa per il welfare è triplicata negli ultimi cinque anni.
Tutto a posto? Certamente no, le ombre non mancano, quelle sui diritti umani si sono stagliate nette con la dura reazione cinese all’assegnazione del Premio Nobel al dissidente Liu Xiaobo, incarcerato per la sua lunga battaglia non violenta volta ad affermarli; sul piano politico si ha l’opposto della liberalizzazione dell’economia, il partito unico resta chiuso in se stesso anche se si profilano due fazioni in una sorta di bipolarismo interno, e nel programma siano annunciati criteri meritocratici e competitivi in un inedito sforzo di trasparenza dinanzi all’opinione pubblica interna.
Ombre anche sui progressi che abbiamo segnalato: è incerto se l’impegno volontario a ridurre le emissioni sarà mantenuto, i rimborsi assicurativi delle spese mediche sono insufficienti e le malattie possono portare all’impoverimento, del resto questo avviene anche negli Usa, o almeno avveniva prima della riforma di Obama.
Le sperequazioni sociali si sono accentuate, ma i lavoratori cinesi hanno cominciato a scendere in piazza, e si è innescata la dialettica tipica dei paesi avanzati. Si fa strada a poco a poco l’esigenza di una crescita compatibile con l’ambiente, la scelta dell’economia di mercato appare comunque irreversibile ed ha portato alla zona di libero scambio con l’Associazione dei paesi del Sud est asiatico che sarà completata in due fasi, nel 2010 con i primi 6 e nel 2015 con gli altri 4: Asean e Cina insieme nell’Acfta di cui faranno parte due miliardi di persone potenziali consumatori.
Queste notizie le abbiamo ricavate scorrendo semplicemente la citata rivista ”Mondo cinese” dove sono esposte con analisi documentate le “Sfide della sostenibilità”. Per la cultura basterà seguire le iniziative dell’Anno culturale cinese in Italia che toccheranno la serie variegata di settori nei quali si esprime la tradizione e si manifesta l’innovazione. Sulla Cina ne sapremo dunque di più, e sarà importante perché vorrà dire mettersi in condizione di saperne di più anche sul futuro dell’umanità.