di Romano Maria Levante
Siglato il memorandum d’intenti tra i ministri della Cultura d’Italia e della Federazione russa, Sandro Bondi e Alexander Avdeev, per gli scambi culturali del 2011, anno della cultura italiana in Russia e della cultura russa in Italia: mostre e spettacoli, apertura di un istituto di cultura russo, scambi di stage per i giovani a livello regionale e provinciale.
I ministri Bondi e Avdeev presentano insieme l’anno della cultura Italia-Russia
Siamo ancora una volta al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in un ambiente diverso dal solito, non nel salone ma nella Biblioteca. Non è una biblioteca come le altre, pur monumentali presenti a Roma, al Collegio romano faceva capo la scuola di astronomi con un famoso osservatorio. I risultati del loro lavoro con i preziosi libri d’epoca sono esposti alla mostra “Visioni Celesti”, aperta fino al 28 maggio2010alla Biblioteca Nazionale Centrale Umberto I.
E’la Biblioteca o Sala della “Crociera”, per la sua forma inconsueta a croce, come nelle chiese a croce greca o latina. Un fascino speciale, accresciuto da una mostra dal titolo stimolante “Per filo e per segno: lavori femminili fra arte e letteratura”: esposti libri antichi sul tema e ricami preziosi su paramenti sacri e teli, nonché interi abiti del laboratorio-scuola di ricamo di Palestrina, provenienti dal Museo diocesano della storica località, l’antica Praeneste in provincia di Roma.
Questa la cornice d’eccezione che il nostro ministro per i Beni e le Attività Culturali Bondi ha voluto per dare solennità all’accordo con il ministro della Cultura della Federazione russa Avdeev.
Sandro Bondi fa gli onori di casa nel modo più appropriato, sia nella scelta della cornice speciale dell’incontro, sia lasciando la ribalta all’illustre ospite. Si limita ad annunciare il principale risultato dell’accordo, l’apertura a Roma di un istituto culturale russo e la prossima venuta per la firma definitiva del Vice Presidente della Federazione russa. Poi passa la parola al collega ministro.
Si vede che Alexander Avdeev si trova a sua agio, per l’ambiente e per l’accoglienza. Inquadra l’accordo nei rapporti molto stretti tra le due culture segnati dalla storia, cita in particolare il ruolo degli architetti italiani negli edifici di prestigio delle principali città russe, il nostro pensiero va alle splendide architetture dalle cornici colorate di Rastrelli viste a San Pietroburgo. L’intento non è di creare ma di “allargare i rapporti, tutta la Russia può essere interessata dall’anno della cultura”.
In particolare si cercherà di “rafforzare e sviluppare i legami diretti interregionali”, dieci regioni russe “da Mosca aVladivostok” saranno coinvolte negli scambi culturali con altrettante regioni italiane. Con questi scambi, che si tradurranno in “stage” in provincia, verrà incentivata l’attività creativa di giovani attori e pittori, poeti e scrittori, “il nostro obiettivo” ha detto il ministro. Gli italiani saranno accolti nella residenza di Tolstoi, ha aggiunto evocando il grande romanziere.
Sarà dato ampio risalto a queste manifestazioni con un’appropriata copertura mediatica in televisione, stampa e altri mezzi, con particolari riguardo a Internet.
In Russia l’anno della cultura italiana è visto come un grande evento, “saremo felici di accogliere i rappresentanti della grande cultura italiana”.
Alcuni aspetti già definiti del programma di gemellaggio culturale
Parlano poi i Coordinatori incaricati dai due governi, con il prestigio di essere stati entrambi Ministri della Cultura e la particolarità positiva di conoscersi da allora.
Per l’Italia Giuliano Urbani dice che si sta lavorando a un programma che assicuri la presenza culturale italiana in Russia al massimo livello. E mette in campo Caravaggio e Botticelli, Giotto e Antonello da Messina più i grandi maestri del ‘900, verranno presentati in importanti mostre, i primi due al museo Pushkin . Poi il grande cinema in una rassegna itinerante, teatro e musica, classica e popolare. Il Piccolo di Milano a Mosca e San Pietroburgo, il Taganka di Mosca in Italia.
Per la lingua e la letteratura italiana le iniziative riguarderanno il libro e le traduzioni tra le due lingue, essenziali per la diffusione. Una sezione concerne la “cultura spirituale contemporanea”.
Ma non sarà soltanto il nostro fulgido passato artistico, e culturale in genere, ad illuminare l’anno dello scambio italo-russo. Verranno presentate anche le eccellenze italiane attuali in una proiezione verso il futuro, nell’arte e nella scienza, nel design e nella tecnologia. Non ci si limita a trasmettere arte e cultura del passato, si comunica anche quella del presente.
Una novità assoluta sarà il dialogo tra i cittadini di ciascun paese e i governanti dell’altro paese, Urbani precisa che sono allo studio le modalità, comunque si svolgerà attraverso Internet. Conclude sottolineando che, a parte queste prime indicazioni, ci saranno molti scambi culturali a livello regionale e provinciale, con iniziative di gemellaggio: cita quella tra una repubblica caucasica sul mar Caspio della nazione scacchistica per eccellenza e la nostra Marostica dove ogni anno viene rinnovata l’antica tradizione della partita a scacchi vivente nella piazza della cittadina.
Il coordinatore incaricato per la Federazione russa Mikhail Shvidkoy è immaginifico, inizia dicendo che “dobbiamo cercare di stupire e di stupirci a vicenda”.
L’anno della cultura si aprirà a Roma con l’inaugurazione della mostra dedicata ad Alexander Deineka, un esponente della pittura realista russa, celebrato di recente nella Galleria Tetriakova della loro capitale, fu amico di Renato Guttuso; verrà chiuso a Mosca dalla riapertura del Bolshoi dopo cinque anni con un balletto e il “Requiem di Verdi” dell’orchestra del Teatro alla Scala.
E’ all’esame la mostra incrociata degli argenti della famiglia Medici, i capolavori conservati al Cremlino portati in varie città italiane, quelli di palazzo Pitti al museo del Cremlino, con esemplari delle uova Fabergé: un interessante scambio itinerante di una collezione ripartita tra i due paesi.
Poi ribadisce l’interesse a promuovere con gli scambi culturali i giovani talenti: artisti del cinema, teatro, arte in genere, e delle nuove arti visive. Anche il balletto del Bolshoi tornerà in Italia
“Amarci è stupirci”, ribadisce, “l’amore viene dalla sorpresa”. Ce ne saranno di piccole e grandi, tra cui uno spettacolo con un regista russo di 92 anni che metterà in scena un testo del coetaneo italiano Tonino Guerra. “Si può amare e sorprendere anche dopo i novant’anni” conclude, “saranno messe in comunicazione due società civili”. Non lo ha detto, ma Tonino Guerra ha avuto la laurea honoris causa a San Pietroburgo, dunque in Russia è di casa e lo si è capito dal tono che ha usato.
La cultura alla base di tutto, più che l’economia, dice Avdeev
Verrà poi chiesto al ministro russo Avdeev come vede la relazione tra questi scambi culturali e gli intensi rapporti economici che si svolgono da molti anni tra i due paesi. Risponde che i secondi possono anche venir meno – e si riferisce ad un lontano futuro in cui nuove fonti di energia potrebbero sostituire il gas venduto all’Italia dalla Russia – mentre “gli scambi culturali formano la coscienza civile e quindi i loro effetti non potranno mai venire meno, perciò sono alla base di tutto”.
Rispondendo a un’altra domanda sulle analoghe manifestazioni dell’anno franco-russo e del futuro anno russo-spagnolo, dice che “la cultura italiana è arrivata prima di quella francese” e che con la Spagna non si tratterà solo di rapporti culturali ma “anche in campo economico, tecnico e scientifico, perché occorre promuovere questi ultimi”. Per l’Italia ci si concentra sulla cultura perché negli altri campi i rapporti sono molto intensi e non c’è nulla da approfondire, si sa tutto.
La conferenza stampa termina con questi riconoscimenti all’Italia nella triade latina che è stata evocata. L’occhio ci torna sui paramenti sacri, le mitrie, le stole finemente ricamate in oro. Ripensiamo alle solenni cerimonie liturgiche della chiesa ortodossa, con le spettacolari iconostasi che sottolineano il mistero della fede e la sua presa popolare. Certamente non poteva esserci mostra più appropriata dei paramenti liturgici di Palestrina per fare da cornice a questo solenne incontro.
(ph. Romano Maria Levante)
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