Ciro Soria, buona navigazione Lassù, nell’alto dei cieli!

di Romano Maria Levante

Il 21 marzo Ciro Soria, per gli amici anche Nino, ha lasciato il nostro mondo, dopo un improvviso aggravarsi che ha colto di sorpresa chi lo aveva visto di recente in condizioni apparentemente buone. Da allora è trascorso un mese, è il trigesimo nel quale si tiene una cerimonia di ricordo; il nostro è un ricordo laico, legato però alla sua fede. Ecco il messaggio che da amico affezionato ho trasmesso al suo indirizzo e mail destinatario dell’infinità dei nostri contatti assidui e intensi, prima di uscire per recarmi al suo funerale al termine della mattina del 23 marzo scorso; nel quale l’amico di una vita Aldo Visco Gilardi ha tenuto l’orazione funebre che segue il mio messaggio.

Ciro nel suo elemento, il mare!

Inviato a Ciro…..———- Messaggio originale ———-Da: romanolevante@libero.itA: “ciro.soria@gmail.com” <ciro.soria@gmail.com>Data: 23/03/2023 13:48 Oggetto: Ciao, Ciro, amico indimenticabile  

Ciro carissimo,

tra due ore e mezza verrò a darti l’ultimo saluto con i tuoi familiari e amici che ti circonderanno di tutto il loro e nostro affetto; anche se  non potranno venire Rosemary e Alberto e neppure Salvatore, ma sarò io a porgere il loro saluto memore e riconoscente, come lo è il mio. 

Nella mia memoria una infinità di momenti anche molto diversi, ma sempre con la tua genuinità ed autenticità nei sentimenti e comportamenti, il tuo ardore negli impegni, il tuo coraggio nell’affrontare situazioni anche molto difficili e le inevitabili incomprensioni. Esserti stato di aiuto per quasi un quarto di secolo è per me una soddisfazione indicibile, perchè hai meritato tutta l’attenzione e considerazione  possibile. E anche tu mi sei stato di aiuto quando occorreva la tua esperienza e competenza concreta in cose anche piccole ma significative per essere un punto di riferimento prezioso all’occorrenza, come per te io  da semplice scrivano. Cercavo di moderare i tuoi sfoghi focosi in cui si esprimeva tutto il tuo essere, che non cercava compromessi ma il rispetto della verità e della giustizia.

Sono stati tanti i fronti in cui hai e abbiamo combattuto insieme, anche quelli più impensabili. Ricordo i tanti momenti distensivi, quando parlavi della tua passione per il mare, indimenticabili le due traversate con la tua “Luna” per Ventotene e Ischia, nel 2009 e 2010, ne diedi conto in due articoli sul mio sito on line; come  la festa dei 40 anni del tuo matrimonio, oggetto di un altro mio articolo in cui parlavo dell’iniziativa benefica di tua figlia Deborah che vi era collegata come destinataria dei pensieri degli amici. Molti anni dopo mi dicesri con giustificato orgoglio che veniva intervistata e la sentii anch’io, parlava dell ‘iniziativa dei libri per i piccoli migranti di Lampedusa, veramente meritoria come lo è la destinazione benefica dell’ultimo omaggio alla tua persona.  

Non posso nasconderti che mi sono  sentito smarrito – oltre che addolorato anzi sconvolto per la perdita dell’amico di un quarto di secolo – e  non solo per la riflessione anche personale sulla caducità della vita, date le circostanze in cui la notizia del tutto inattesa mi ha colpito come un fulmine a ciel sereno: un mese fa mi avevi telefonato in videochiamata insistendo perchè la attivassi e non rispondessi solo vocalmente come volevo fare non riuscendo a farla funzionare, finchè ci siamo parlati e soprattutto visti, anche con Rosemary, tu veramente florido in grande forma, ti abbiamo detto; avevi promesso che saresti venuto presto a trovarci, ora lo facciamo noi, Rosemary mio tramite sarà anch’essa in chiesa tra poco. 

Lo smarrimento per la perdita del riferimento sicuro ad un amico sincero e generoso mi ha preso l’animo stringendomi il cuore. Poi ho visto il tuo ultimo saluto su Facebook: “A tutti gli amici dico: divertitevi il più possibile su questa terra e quando vi sarete stufati venitemi pure a trovare quassù, vi aspetto”. Non puoi immaginare quanto risultino consolatorie queste tue parole così sincere e genuine, ora che sei “lassù”!

E poi la poesia al nonno  che “postasti” nel febbraio 2017 iin cui si descrive l'”uomo di mare”  come se fossi tu ad essere descritto  fino al saluto finale del viaggio estremo verso l’orizzonte. Ebbene, queste due “cose” veramente “tue” mi hanno ispirato il “post” che ti ho rivolto su Facebook dopo tanti tuoi “post”  ai miei articoli con condivisioni entusiaste ed elogi da me immeritati frutto della tua generosità.

La sua imbarcazione “dal nome fatidico ‘Luna’”

Ti trascrivo di seguito il mio “post” di saluto:    “Era il 9 febbraio 2017, Ciro condivideva, inserendola in questa sua pagina, la poesia di una nipote al nonno Fausto ‘grande appassionato e uomo di mare’ ricordando l’amico ‘con tanto affetto’. Una poesia che descrive Ciro nella sua nobiltà di ‘uomo di mare’, e nelle conclusioni che riportiamo inserendovi solo il suo nome al posto del ‘nonno’: ‘E ora Ciro ha levato l’ancora da questo mondo/ E come uomo di mare che si rispetti/ solca i cieli senza più limiti/ Adesso, libero da quei confini di umana natura/ è in rotta verso l’orizzonte/ E con il sorriso sulle labbra lo varcherà/ sospinto dalle onde verso un’altra avventura’: con la sua imbarcazione dal nome fatidico ‘Luna’ raggiungerà le stelle, e non soltanto le 5 alle quali era legato, ma tutte le stelle del firmamento. Così è bello ricordarlo, del resto il suo ultimo messaggio lo ha mandato da ‘quassù, con la serenità espressa dal suo sorriso che non dimenticheremo mai. Ciao, Ciro!”  

Mi sento soltanto di aggiungere con tanta emozione, Ciao, Ciro, amico indimenticabile, ti immagino in un’altra dimensione, lassù in alto, con il tuo sorriso, la tua energia, la tua attività instancabile e generosa, la tua fiducia sconfinata. Sarai sempre presente nei nostri pensieri.  

Romano con Rosemary, Alberto e anche Salvatore.  

L’abside della chiesa Santa Maria Regina Pacis a Monteverde

Roma, 23 marzo 2023, ore 13,45, alle ore 15 l’inizio della funzione funebre.

Ore 15, la grande chiesa di Santa Maria Regina Pacis nel quartiere romano di Monteverde gremita, tanti hanno voluto dare a Ciro l’ultimo saluto. Al termine della messa, l’orazione funebre di uno degli amici più cari, un’amicizia che risale a 40 anni fa, è tra quelli che lo chiamano Nino: dall’alto del pulpito le parole che ne rievocano la figura nei suoi aspetti profondamente umani con la visione intimamente religiosa di Aldo Visco Gilardi, diacono in emeritazione della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi), che si è occupato dei rapporti con lo Stato e delle relazioni internazionali con Paesi di vari continenti, come Africa e America Latina.  

NINO (Ciro Soria 17.06.1941 – 21.03.2023)

di   Aldo Visco Gilardi

Dal Salmo 145:
8 Il SIGNORE è misericordioso e pieno di compassione,
14 Il SIGNORE sostiene tutti quelli che cadono
e rialza tutti quelli che sono curvi.
15 Gli occhi di tutti sono rivolti a te,
e tu dai loro il cibo a suo tempo.
16 Tu apri la tua mano,
e dai cibo a volontà a tutti i viventi.
17 Il SIGNORE è giusto in tutte le sue vie
e benevolo in tutte le sue opere.
18 Il SIGNORE è vicino a tutti quelli che lo invocano,
a tutti quelli che lo invocano in verità.
Salmo 23:
1 Salmo di Davide.
Il SIGNORE è il mio pastore: nulla mi manca.
2 Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli,
mi guida lungo le acque calme.
3 Egli mi ristora l’anima,
mi conduce per sentieri di giustizia,
per amore del suo nome.
4 Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte,
io non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza.
5 Per me tu imbandisci la tavola,
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo;
la mia coppa trabocca.
6 Certo, beni e bontà m’accompagneranno
tutti i giorni della mia vita;
e io abiterò nella casa del SIGNORE
per lunghi giorni.

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La facciata della chiesa del funerale

Nino non era un santo. Nino era generoso.

Appoggiava volentieri iniziative ambientali (cfr. la destinazione di offerte in sua memoria a Legambiente) e umanitarie: a me, per esempio, mise a disposizione la sua esperienza di spedizioniere e il magazzino per l’organizzazione di alcuni container da mandare in Africa per la chiesa valdese.
Era stato provato dalla vita: avviato dal padre autoritario ad un lavoro pesante da ragazzo, lavoro che l’ha reso robusto. La sofferenza per la perdita del fratello Paolo…
Si lega da bambino a Lucione e alla sua famiglia Sabbadini. Lucio è l’amico fraterno con cui condivide molte esperienze di vita fino alla sua morte, avvenuta 13 anni fa, proprio in marzo.
Nino ha avuto qualche disavventura sul piano lavorativo, non voluta, ma anche grandi soddisfazioni e consolazioni, tra le quali ha goduto l’affetto di una paziente moglie, Dilys,  delle figlie Debora e Susanna e della nipote Elena.
A modo suo era spiritoso, prova ne sia l’annuncio che lui dà della sua morte, che parafraso così: “Amici miei, godetevi la vita come ho fatto io, poi ci rivedremo!”

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In uno dei suoi viaggi

Era un edonista. Amava la vita, il ballo, i viaggi per conoscere il mondo. Amava la compagnia di amici, familiari e conoscenti con cui non perdeva occasione di festeggiare in grande stile anniversari in luoghi pubblici, o la tradizionale festa di fine-inizio anno a casa propria, con un luculliano cenone, con l’enorme tacchino, sovrabbondante anche per la trentina di ospiti presenti, seguito dalla tombola e giochi a carte…
La partecipazione di tanti amici, qui oggi, è dimostrazione dell’affetto che ha seminato.
Il mare in tutte le sue manifestazioni era ed è il suo elemento, dove desidera siano sparse le sue ceneri, come avvenuto con Lucio. Amava la barca a vela, che fosse la Pacioccona o la Luna, le immersioni, la pesca, la buona ed essenziale cucina, che in barca doveva sporcare il minor numero di tegami possibile, e l’immancabile siesta pomeridiana sottocoperta, sdraiato sul pavimento su cui poggiava un giornale, per non sudare sulla moquette.

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La “buona ed essenziale cucina” in barca

Aveva un’abilità manuale e meccanica straordinaria, per riparare da sé la barca.
Curioso di natura, non perdeva occasione per cimentarsi in nuove avventure, come fare il vino o distillare le grappe, con l’aiuto di amici e collaboratori più recenti.

Non era un santo, ho detto. Chi può essere definito tale? 
Era anche tignoso, alquanto maschilista, a volte impietoso, il che non gli impediva di essere gentiluomo con il gentil sesso. Di due donne ha avuto rispetto costante: la madre e la sorella Ada, oltre che della moglie Dilys. Forse, il carattere contraddittorio era dovuto al suo segno zodiacale: Gemelli?
Era combattivo, ma anche animoso, tenace e testardo, poco propenso alla mediazione e alla rinuncia. Purtroppo, questioni di interessi gli hanno fatto guastare i rapporti con amici di una vita e con familiari, mentre altre volte si è dovuto difendere da quelle che sentiva come prevaricazioni e ingiustizie. 

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Sulla “sua” barca, nel “suo” mare

Negli Evangeli, Gesù ci invita a risolvere le diatribe terrene finché siamo in vita sulla Terra, Matteo 18.18: “Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo.”
Mi dispiace che Nino non abbia colto questa opportunità, pur volendolo, pare, tanto che aveva preparato una lettera risolutrice di una annosa questione familiare, ma la morte lo ha colto prima che potesse  trasmetterla. In tal caso, mi sarebbe piaciuto leggere in questa occasione l’incontro di Gesù con Zaccheo (Luca 19, 1-10), il quale, ospitando Gesù, si redime riconoscendo e riparando ai suoi torti fatti. Ora, se ci sono ancora questioni in sospeso, il compito di risolverle sarà responsabilità di chi rimane.
La morte segna un passaggio che può sembrare definitivo, ineluttabile… Ma non è l’ultimo atto, né l’ultima parola-
Gesù è morto, ma è anche risorto.
Il Signore, Dio di Amore, è misericordioso: a lui spetta la magnanimità e il giudizio!

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Un piccolo impegno che è anche un momento di raccoglimento

Siamo fiduciosi, come il salmista, nella Sua clemenza (Salmo 25. 1, 6-11,16-18):
1 A te, o Eterno, io elevo l’anima mia.
2 Dio mio, in te mi confido;
6 Ricordati, o Eterno, delle tue compassioni
e della tua bontà; perché sono eterne.
7 Non ricordarti dei peccati della mia gioventù,
né delle mie trasgressioni;
ricordati di me nella tua clemenza,
per amore della tua bontà, o Eterno.
8 L’Eterno è buono e giusto;
perciò insegnerà la via ai peccatori.
9 Guiderà i mansueti nella giustizia,
insegnerà ai mansueti la sua via.
10 Tutti i sentieri dell’Eterno sono bontà e verità
per quelli che osservano il suo patto e le sue testimonianze.
11 Per amor del tuo nome, o Eterno,
perdona la mia iniquità, perché essa è grande.
16 Volgiti a me, e abbi pietà di me,
perché io sono solo e afflitto.
17 Le angosce del mio cuore sono aumentate; tirami fuori delle mie angustie.
18 Vedi la mia afflizione e il mio affanno,
e perdona tutti i miei peccati.
Chi è in vita e si sia sentito da lui offeso, può ancora fare la sua parte perdonando, non portando rancore: il suo carattere impetuoso, talvolta, lo faceva reagire con degli eccessi a quelle che sentiva come ingiustizie.
Facciamo noi ammenda, presso il Signore, delle sue mancanze (che non sono maggiori di quelle di tutti noi peccatori) e, per lui, chiediamo perdono a Dio!
Rimaniamo con la certezza del messaggio del Cristo. che ci ha trasmesso Giovanni, l’Evangelista, in 14. 1-6:
1 “Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me!
2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vado a
prepararvi un luogo;
3 E quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;
4 e del dove io vado sapete anche la via”.
5 Tommaso gli disse: “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo sapere la via?”.
6 Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Concludo con la preghiera al Signore che vi consoli, vi guidi e vi benedica, carissime Dilys, Debora, Susanna, Elena, e quanti tra noi soffra questo distacco!
Vi voglio bene!

Aldo Visco Gilardi

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Il saluto di Ciro con un sorriso