di Romano Maria Levante
cultura.inabruzzo.it – 19 luglio 2010 – Postato in: Culturalia, Letteratura
Facciamo seguito ai due articoli pubblicati nei due giorni scorsi, 21 e 22 aprile 2023 per ripubblicare un terzo articolo nel Trigesimo della scomparsa di Ciro Soria, l’amico da un quarto di secolo che se n’è andato il 21marzo. Il primo dei due articoli contiene il nostro saluto prima del funerale e l’orazione funebre dell’amico Aldo Visco Giraldi al termine della funzione religiosa; il secondo articolo rievoca il viaggio sulla sua barca “Luna” di uomo di mare appassionato per Ischia alla festa di Sant’Anna del 2009 con il Palio del mare e i Carri di Tespi, scene di vita e di navigazione. L’articolo di oggi è sulla festa del 40° di matrimonio nel 2010 e illumina su uno dei suoi pregi, la generosità, qui manifestata nell’appoggio concreto all’attività benefica dell’associazione internazionale dove è impegnata la figlia Deborah e della quale descriviamo l’impegno meritorio. Al termine dell’articolo c’è il commento che Ciro “postò” allora, come sempre generoso, lo ringraziamo oggi, certi che lo ripeterà da Lassù. Si conclude così il nostro triduo celebrativo nel Trigesimo, con il saluto memore e commosso che rinnoviamo: Ciao, Ciro, amico carissimo, buona navigazione lassù, nell’alto dei cieli!
Non sappiamo quanti conoscano l’Ibby, e non la confondano con un’organizzazione che vende apparecchi per la casa con il “network marketing”. A quelli che sanno di cosa si occupa questa meritoria associazione vale la pena rinfrescare la memoria; ai tanti altri, quasi tutti, che non ne hanno mai sentito parlare è bene dare la notizia della sua attività, e una rivista culturale come la nostra è orgogliosa di farlo rivolgendo un appello perché la si sostenga.
“Per il nostro 40° anniversario di matrimonio vorremmo invitare tutti i nostri amici a festeggiare con noi”, così l’inizio dell’invito in un elegante corsivo, accompagnato da una piantina sulla località nei pressi di Nettuno, vicino al campo dei paracadutisti, dove si sarebbe svolta la serata conviviale di sabato 19 giugno 2010.
Ma quello che ha suscitato subito una forte curiosità, oltre alla festa dei coniugi amici, Ciro Soria e Dilys, è stato il seguito dell’invito: “Per favore niente regali! Apprezzeremmo molto al posto di un regalo una piccola donazione all’Ibby (International Board on Books for Young People”), della quale nostra figlia Deborah è rappresentante per l’Italia. La donazione andrà a sostegno dei loro progetti per fornire libri ai bambini di paesi sconvolti da guerre e altre catastrofi quali Haiti, Afghanistan, Colombia. Alla festa saranno disponibili ulteriori informazioni sull’Ibby e se volete potrete dare il vostro contributo direttamente durante la serata o tramite il conto corrente bancario Iban: II 46 Q 01030 02400 00000 4685 463 Ibby Italia. Grazie mille”.
L’uomo che morde il cane
Ci vuol poco a capire come sia scattato l’interesse giornalistico. In un “mondo di ladri”, come ama cantare Antonello Venditti, dove spiccano le appropriazioni indebite di denaro pubblico e privato a fini esclusivamente personali, nelle forme più fantasiose e invereconde come lo sono le destinazioni, questa sì che è una notizia! E’ l“uomo che morde il cane”, il “sogno all’incontrario”, direbbe Paolo Rossi, il graffiante cabarettista non il campione calcistico della Coppa del mondo vinta dall’Italia che abbiamo rievocato nel nostro recente “Rebus dell’estate 1982”.
Si rinuncia a ricevere omaggi personali all’altezza della ricca serata conviviale, un vero pranzo di nozze in un locale all’aperto accogliente, con il cantante e tutte le delizie fino alla torta conclusiva, brindisi e hip hip urrah alla marinara, per dirottare i tanti pensieri e riconoscimenti, provenienti dalla platea dei sessanta amici distribuiti in cinque tavoli da dodici, all’Ibby Italia, organizzazione che opera nel sociale troppo spesso depredato e qui invece aiutato da questa generosa iniziativa.
Da giornalisti culturali attenti anche al sociale ci andiamo a nozze, è il caso di dire, tanto più che intendiamo sottrarci alla consuetudine fin troppo diffusa secondo cui “il bene non fa notizia”, lo abbiamo detto altre volte citando l’ultimo articolo di Aldo Moro su “Il Giorno” poco prima del tragico sequestro. Qui la notizia c’è eccome, e va data tanto più in quanto riguarda il “bene”, nella speranza che altri seguano l’esempio.
Lo facemmo anche per la serata culturale di un compagno di scuola teramano, Fabrizio Iacovoni, già primario cardiologo, che riunisce parenti e amici ogni anno a novembre a Forca di Valle accompagnando la serata conviviale con un incontro nel quale vengono illustrati e discussi dei temi: nel 2009 ci furono il Futurismo e Benedetto Croce, per quest’anno è stata già preannunciata la tragica odissea degli Armeni. Lì è la cultura a dominare, qui è un sociale nella cultura di respiro internazionale, una bella accoppiata le due serate che proponiamo come esemplari per tutti. Perciò questa attuale merita non solo la citazione, ma anche un servizio come fu per quella ora ricordata.
Facciamo conoscenza dell’Ibby
Si entra nel mondo dell’Ibby scorrendo il materiale disponibile a lato della cassetta dove gli invitati inseriscono le buste come si fa ai matrimoni americani, anche se senza i fregi in uso oltre oceano.
Più che “un” mondo è “il” mondo, l’International Board for Young People opera in settanta nazioni, è una rete volta alla promozione della lettura infantile nei paesi nei quali maggiore è il disagio e l’arretratezza oppure colpiti da sciagure e calamità.
Esiste da oltre cinquant’anni, è nata a Zurigo nel 1953, pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, come reazione della cultura ai suoi orrori. Ricordiamo con piacere l’ideatrice, la giornalista Jella Lepman che fa dimenticare l’infelice assonanza italica del nome rendendo onore alla categoria: ha saputo guardare negli occhi spauriti dei ragazzi tedeschi dove si rispecchiavano ancora gli orrori della guerra e capire che occorreva dare loro altre immagini positive per farli aprire alla vita che riprendeva; e come poterlo fare se non con quanto rappresentato dai libri?
Ricordiamo una suggestiva lettura di Alessandro Baricco che evocava come i più bei tramonti e le albe meravigliose, i panorami e i paesaggi, le scene di vita fossero contenuti nelle descrizioni dei libri come in magiche scatolette che si aprivano per magia rivelando le bellezze contenute. Tale dovette essere l’effetto sugli occhi dei bambini tedeschi che avevano visto solo morte e rovine.
L’origine come reazione agli orrori della guerra fa capire come attraverso la diffusione di libri per ragazzi in paesi dove hanno difficoltà a penetrare si persegue anche una maggiore comprensione internazionale, senza scomodare il valore supremo della pace che pure è un traguardo. Con diffusione non si intende distribuzione di materiale librario qualsiasi, ma di libri di qualità; e non ci si limita a distribuire quelli esistenti resi disponibili ma si promuove la pubblicazione di nuovi e all’altezza; e si promuovono ricerca e lavori scientifici nella letteratura per l’infanzia e i ragazzi.
Oltre al “pesce” si fornisce anche la “canna per pescare”: trattandosi per lo più di paesi in via di sviluppo si pone l’annoso problema dell’assistenza e della formazione, che viene fornita per mobilitare le energie locali e far sì che non abbiano sempre bisogno di tali supporti esterni.
Come opera l’organizzazione? Svolge un’attività concreta di promozione anche di letture e non solo di libri; organizza convegni internazionali per promuovere ricerca, formazione, e diffusione di libri di qualità, rende pubblica una “Honour List” per evidenziare le eccellenze fino all’assegnazione dell’“H.C. Andersen Award”, ritenuto il Nobel dei libri per ragazzi, l’Oscar dell’immaginazione.
E’ così vasta da riprodurre le più diverse situazioni nazionali: dai paesi dove alfabetizzazione e libri sono a buoni livelli, ai paesi dove il lavoro organizzativo è allo stato pionieristico. Non solo, ma non occorre che vi sia una sezione nazionale per attivarsi secondo la sua missione e i suoi obiettivi, è ammessa anche l’adesione individuale all’organizzazione; anche perché esistono altri livelli oltre quello nazionale, ci sono le aree regionali e l’intera rete internazionale a cui fare riferimento.
La sezione italiana dell’Ibby.
Siamo andati molto lontano, torniamo in Italia: come in tutte le sezioni nazionali ne fanno parte le più diverse categorie, dagli autori agli editori, dagli illustratori ai traduttori, dagli insegnanti delle scuole primarie e secondarie a quelli dell’università, dagli operatori sociali ai giornalisti, dagli studenti ai genitori; in quanto rientranti in tali categorie ne fanno parte le associazioni di editori e librai, biblioteche e Fiera del libro. Ma chiunque, in pratica, può rivestire una delle qualifiche coinvolte, se non come attività professionale o qualità personale almeno come interesse al tema al quale è impossibile restare indifferenti: si tratta del libro e della lettura, formazione e cultura riferiti ai fanciulli.
Non serve scomodare la Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo ratificata dall’Onu venti anni fa, nel 1990; anche se va sottolineato che l’Ibby ha un ruolo, riconosciuto dall’Unesco e dall’Unicef, che si può definire di “avvocato di libri per bambini”, nel senso della produzione e diffusione per una loro formazione qualificata e l’accesso alla cultura.
Conosciamo bene quali sono i problemi che si incontrano nel nostro paese riguardo alla diffusione della lettura: ne abbiamo parlato sulla rivista a proposito del rilancio del Centro per il Libro e la Lettura affidato al grande manager dell’editoria Gian Arturo Ferrari, illustrandone il programma e le principali iniziative; come abbiamo parlato degli ulteriori problemi che crea la diffusione presso le categorie diversamente abili con problemi di accesso alla lettura a seguito del convegno organizzato dal direttore generale Maurizio Fallace della direzione dl MiBAC competente in materia, con particolare riguardo al diritto d’autore.
Il tema dei disabili sta particolarmente a cuore all’Ibby, per l’Italia è stato tradotto il catalogo “Outstanding Books for Young People with Disabilities 2007”, con le più varie forme di accesso in modo da consentirne la fruizione a tutti.
Rinviamo a tali servizi degli ultimi mesi, qui ci concentriamo sull’attività e sui programmi dell’Ibby per il nostro paese. Ebbene, oltre al prevalente significato umanitario e solidaristico c’è quello più direttamente culturale collegato con la promozione dei nostri autori all’estero, che serve a segnare anche l’identità nazionale italiana. A questo mira la proposta dell’Ibby Italia di un albo che riesca a descriverla al meglio, avanzata alla mostra bibliografica di “picture books” a Parigi, e anche la segnalazione al Festival di Berlino e al Festival in Corea di alcuni tra i maggiori autori italiani per la fascia di età tra l’infanzia e l’adolescenza, anche ai fini della loro traduzione.
Alla qualità mira l’attività dell’Ibby, con una diffusione di livello qualitativo sicuro, non mediocre, ed è un compito fondamentale per far emergere opere che uniscano qualità intrinseche letterarie ed estetiche all’adattamento alla psicologia infantile, all’immaginazione. Questa selezione serve anche all’interno, e deve essere seguita dalla promozione, difficile per la scarsa attenzione della stampa italiana ai libri per bambini, a parte l’interesse nelle feste natalizie come libri strenna o in particolari eventi, ma difficilmente a seguito di un’impostazione sistematica lungimirante e moderna.
Nella modernità bisogna tener conto anche dello spazio sconfinato del web che Emy Beseghi, Presidente dell’Ibby Italia., ha così definito in una recente intervista sul sito www.ibby.org: “Internet, per usare una metafora fiabesca, può presentarsi come una sorta di foresta multimediale dove perdersi… nel bosco dei mille link”. Di questo rapporto, che “ha alzato la posta in gioco con risposte originali e controcorrente” tratta il libro di Marigliano, “Immaginare l’infanzia”.
Il presidente Beseghi ha accennato anche al futuro: “Puntiamo su un progetto di ampio respiro. E cioè di farci portavoce e promotori, nel dialogo con le istituzioni governative, di una lista di libri eccellenti. Insomma di un strumento prezioso di orientamento e di conoscenza nel mare magnum della produzione editoriale per ragazzi come già fatto in Europa, in particolare in Francia e in Inghilterra. Si tratta di un programma per salvare ‘la qualità’ del libro per bambini sempre più sommerso dalla commercializzazione.” L’espressione “mare magnum”, aggiungiamo per inciso, ci richiama il sito di una straordinaria miniera romana di libri anche rari raggiungibile on-line.
Dai paradossi italiani all’appello finale
Potevano mancare i paradossi tipici della realtà italiana? Certamente no, e non li omettiamo.
Il primo è che il maggiore problema non è una presunta scarsa notorietà dei nostri autori all’estero: “I migliori sono stati tradotti (dalla Pitzorno alla Silvani alla De Mari eccetera). E molti passi si stanno facendo. L’assurdo – denuncia chiaramente Emy Beseghi – è proprio il contrario. Innocenti, conosciuto in tutto il mondo, è arrivato in Italia con un grave, incomprensibile, imbarazzante ritardo. Lo stesso vale per Beatrice Alemagna, che si è affermata prima in Francia poi in Italia”. Chi conosceva da noi il cognome di Beatrice prima dei successi francesi se non per il famoso panettone? E chi quello di Innocenti se non per l’intervistatrice di “Anno Zero” a fianco di Santoro, prima autocandidatasi con coraggio ma nell’indifferenza dei media alla segreteria giovanile del PD?
Eppure Roberto Innocenti è addirittura il vincitore dell’“H.C. Andersen Award”, che abbiano citato come Nobel della letteratura per l’infanzia, Oscar dell’immaginazione infantile, il culmine.
Torniamo ora alla festa conviviale dei 40 anni di nozze, che ci ha aperto il mondo dell’Ibby, dipanatasi tra le portate nei grandi piatti assortiti delle “Grugnole” e le musiche del bravo cantante al quale si è aggiunta la voce sorprendente di un’invitata speciale che l’anfitrione ci ha fatto trovare vicina di posto alla cena: è Giulietta Cavallo, conosciuta lo scorso Natale alla mostra dei presepi di San Carlo al Corso a Roma. Nel servizio sulla mostra parlammo della sua arte di Maestro del presepe siciliano, qui dobbiamo parlare della sua arte canora, non solo nel siciliano “Sciuri, sciuri…”, ma nel personalissimo “Uomo in frack”, fino ai classici napoletani interpretati con sobria maestria e raffinate quanto originali modulazioni vocali da “Dicitencello vuje” a “O surdato nnammurato”.
Non è mancato il ballo della mattonella aperto dagli sposi raggianti Dilys e Ciro – Nino per determinati parenti e amici – e divenuto subito corale, e le melodie ci hanno fatto dimenticare per un po’ la traccia su cui lo spirito giornalistico ci aveva portato. Ma non potevamo andare via senza cercare di parlare con l’indaffarata Deborah Soria, la figlia degli “sposi”, riferimento per l’Ibby Italia del cui Consiglio direttivo fa parte.
Sono bastate poche parole, ci ha raccontato quando nel settembre 2008 accompagnò Roberto Innocenti a Copenaghen, per l’Award, la felicità nel vederlo sommerso dai festeggiamenti all’estero di persone commosse, vere fan che lo conoscevano bene; poi la delusione del rientro in Italia nel deserto dell’indifferenza e dell’anonimato. Eppure l’alto riconoscimento a Innocenti veniva dopo 40 anni quello a Gianni Rodari e senza l’ombra di favoritismi, non c’erano italiani nella giuria. Nel ricevere il premio ricordò questo isolamento dal suo paese in aggiunta a quello dell’impegno artistico: “Il mio è un mestiere solitario, quasi monastico – disse – Per molte ore al giorno, quando lavoro, mi faccio domande, proposte, ipotesi e mi rispondo da solo, ottenendo fra i molti dubbi, piccole certezze”. Ma dopo il tormento l’estasi di aprire il mondo agli occhi dei lettori.
La ciliegina sulla torta – dopo quella degli “sposi” con brindisi e confetti – è stata la notizia che Deborah ci ha dato: mentre all’estero le varie Ibby nazionali godono di contributi pubblici, in Italia neppure un euro, è un’organizzazione non governativa che vive di volontariato e contributi dei soli soci privati. Per questo invitiamo a unire idealmente ma concretamente la propria “busta” a quella degli invitati alla festa con un contributo che può essere trasmesso all’Iban bancario indicato all’inizio, oppure con l’iscrizione che richiede una modesta quota annuale. Partecipando così a un’opera meritevole si darebbe uno schiaffo morale alla latitanza delle risposte pubbliche alle iniziative per la cultura. Latitanza scandalosa dinanzi all’invereconda dispersione di risorse da parte della “casta” che privilegia i giornali e giornaletti, politici e più o meno fantasmi, gettando al vento contributi miliardari per centinaia di milioni di euro che potrebbero avere ben diversa destinazione.
Ne abbiamo pubblicato per la terza volta la lista in occasione della recente manifestazione di Piazza Navona contro i tagli alla cultura e agli organismi culturali decretati dalla manovra economica a senso unico. Invece di ripubblicarla una quarta volta invitiamo i lettori a consultarla tenendo a mente i nomi dei giornali. Adriano Celentano ha scritto del grande potere nelle mani del pubblico dinanzi ai soprusi cui deve ribellarsi, questo è uno dei più odiosi: “fare lo sciopero del video”, diceva, qui è il caso dello “sciopero della lettura”: non leggere quei giornali che in modo inverecondo sottraggono risorse alla cultura incamerandole senza merito. Ce ne sono altri più degni, così capiranno: purtroppo resteranno in vita con i contributi ma almeno avranno una bella lezione.
Eppoi, il risparmio della rinuncia al loro acquisto si potrà impiegare nel sostegno dell’Ibby, per la promozione della lettura dei “young people” soprattutto nei paesi disagiati; e nella diffusione .dei nostri più validi narratori. Si potranno rinverdire i fasti del Gianni Rodari che tutti abbiamo amato. Intanto c’è Roberto Innocenti, il campione del mondo degli Awards. Può essere solo l’inizio.
Photo
Le immagini delle festa sono state perdute nel trasferimento dal sito originario, chiuso da anni, al sito attuale. Nel presenbte articolo sono state inserite immagini recentissime della Ibby, cui è dedicata la maggior parte del testo, tratte dal sito dell’Associazione, che si ringrazia; in chiusura una foto di Ciro Soria, sorpreso in un momento di relax
Tag: Ibby
1 Commento
- Ciro Soria
Postato luglio 21, 2010 alle 10:04 AM
SEI VERAMENTE BRAVO ANZI BRAVISSIMO