di Romano Maria Levante
La nuova mostra della galleria RvB Arts di via delle Zoccolette a Roma, con l’Antiquariato Valligiano dell’adiacente Via Giulia, presenta le “Different Views” di cinque artisti, Fabio Imperiale e Annalisa Fulvi, Arianna Matta, Charlie Manson e Bato. La mostra è aperta dal 14 gennaio al 2 febbraio 2016, organizzata e curata da Michele Von Buren, nell’ambito del programma “Accessible Art” che attraverso frequenti mostre-mercato mira a diffondere l’arte in ambiti familiari con opere valide artisticamente, accessibili economicamente e adatte all’ambiente domestico.
“L’Epifania tutte le feste si porta via”, è l’antico motto ben noto, e si è portata via anche la mostra natalizia “Alice in Wonderland” che ha allietato le feste con l’immagine deliziosa della fanciulla coinvolta in avventure quanto mai fantasiose e intriganti cui si sono ispirati gli artisti espositori.
Ma finita una mostra se ne fa un’altra, ha pensato l’infaticabile animatrice di RvB Arts, Michele von Buren, ed ecco che dopo meno di un settimana di intervallo apre una nuova mostra con i percorsi stilistici e di contenuto, le “Different views” di cinque artisti che presentano le rispettive visioni e percezioni di una realtà con tante facce e con stili personalissimi.
Sono raffigurazioni di ambienti visti con occhi che vanno oltre l’apparenza, alla ricerca dell’essenza più profonda da rivelare usando le tecniche e le forme più adeguate alla propria visione: si va così dal figurativo precisionista a simbolismi ed astrazioni che creano una scenografia ricca e mutevole.
Prima di fare una rapida rassegna dei cinque artisti e delle loro “Different views” non si può non sottolineare ancora il programma, meritorio quanto ambizioso, che Michele von Buren persegue da anni nella galleria all’insegna dell’ “Accessible Art” impegnandosi per far entrare nelle famiglie l’arte contemporanea. Per fare ciò seleziona tra le opere di artisti attuali quelle compatibili con l’ambiente domestico – e sappiamo come l’arte spesso si esprima oggi in forme incompatibili – e quelle accessibili sotto il profilo economico, di autori di sicura qualità e caratura artistica.
In tal modo ha creato una squadra di 20 pittori, 5 scultori e 13 fotografi d’arte che, insieme ai frequenti nuovi arrivi, riesce a dar vita a cicli espositivi ravvicinati. Artisti con contenuti e stili diversi per un percorso comune, coerente con le finalità del programma: la formula della galleria, al di là della mostra contingente, è di presentare tante “different views” convergenti su finalità in cui l’interesse collettivo si aggiunge alla valorizzazione di giovani emergenti e di artisti affermati.
Così nelle mostre che si succedono, le nuove opere in esposizione convivono con significative persistenze e permanenze di opere precedenti, creando un clima familiare, perché si ritrovano ogni volta opere divenute amiche cui si è affezionati, in un’atmosfera resa ancora più confidenziale dai mobili dell’Antiquariato Valligiano che rendono l’dea del loro inserimento in un arredamento domestico raffinato, e anch’esso accessibile, che viene ugualmente proposto ai visitatori.
Abbiamo descritto ripetutamente questo programma e il suo valore, lo ricordiamo ancora per l’importanza che si deve attribuire a un’iniziativa ben oltre l’aspetto meramente espositivo.
Ed ora percorriamo le “Different views” presentate dalla mostra attuale con cinque artisti attraverso le opere esposte nelle due accoglienti sale della galleria RvB Arts, quasi tutte realizzate nel 2015.
Imperiale, Matta e Fulvi;: solitudine, alienazione, sospensione
Il primo espositore che incontriamo è Fabio Imperiale, un artista romano il cui percorso va dalle lontane prospettive urbane alle visioni ravvicinate di strade bianche rese ancora più desolate e solitarie da alcuni animali, fa pensare al cavallo che passa nella desolazione per sottolineare la solitudine di Gelsomina nella “Strada” di Fellini. Solitudine che si trasferisce alla figura femminile nel primo piano della testa vista dal retro “Da sola”, quasi priva di personalizzazione per renderla emblematica: rimane impressa la sequenza dei tre volti su una piccola scala in una ascesa ideale.
Gli esterni urbani sono un soggetto che abbiamo visto in diverse mostre recenti, dalle “Periferie” di Sironi alle immagini notturne illuminati da fasci di luce di Bergamini, fino alle spettacolari panoramiche di Ottieri. Imperiale con le sue opere entra in questa galleria con le diverse facce della realtà che dall’esterno entra in noi; come restano impresse le immagini di solitudine umana.
La solitudine, collegata all’assenza di integrazione nel contesto urbano e sociale, che resta estraneo e quasi ostile al soggetto che ci vive e vi si dovrebbe inserire organicamente, porta all’alienazione. Forse hanno portato l’artista a evocare questo tema nelle sue opere gli iniziali studi di grafico pubblicitario nei quali ha conosciuto direttamente la manipolazione dei comportamenti con la creazione di bisogni indotti lontani dalle reali esigenze umane al solo scopo di sostenere la produzione in un inseguimento senza fine, che Warhol ha trasferito nell’arte in una consacrazione del consumismo rivelatrice.
I titoli sono criptici, e non solo per la lingua, abbiamo gli allusivi “Come in un sottotetto” e “Non per colpa ma per vento”.
In fondo alla sala, le opere di Arianna Matta riflettono anch’esse l’alienazione in una forma pittorica i cui i luoghi abbandonati e desolati sono resi in una densità materica e un cromatismo che rispecchia lo stato d’animo dinanzi a una realtà sempre più frammentata e straniante. E’ un’artista romana, laureata al Dams che ha frequentato i corsi della “Rome University of Fine Arts” , dal 2009 ha effettuato 4 mostre personali e 9 collettive, finalista nel 2011 di tre premi, di cui uno a Los Angeles. I titoli delle opere esposte parlano di “assenza”, in fondo è questa la fonte e l’effetto dell’alienazione.
Sempre nella prima sala fronteggiano, per così dire, le visioni urbane di Imperiale, quelle ravvicinate di Annalisa Fulvi, le quali riprendono da vicino strutture architettoniche percorse e sostenute da trame che le attraversano come delle nervature o degli orpelli, e viste nella fase realizzativa danno l’idea della provvisorietà e della sospensione.
In effetti, viviamo in una realtà dove l’architettura non ha più i caratteri di stabilità stilistica e persistenza del passato che ci ha tramandato i più imponenti e spettacolari edifici e templi dai quali veniva il carattere identitario di un’epoca o di una forma costruttiva. Per tutti valgano i rifacimenti in corso di grandi edifici pur recenti dell’Eur a Roma, ben più radicali degli interventi che avvenivano in omaggio ai nuovi stili, come per il barocco spesso sovrapposto alla semplicità francescana di facciate ed interni delle chiese.
Diciamo questo solo per sottolineare che l’evidenziare, da parte dell’artista, l’instabilità e il cambiamento delle forme architettoniche riflette una realtà sotto gli occhi di tutti per cui le sue opere suscitano un interesse particolare come un invito all’osservatore a cercare riferimenti e affinità con la propria esperienza diretta.
Milanese, si è laureata all’Accademia delle Belle Arti di Brera, con specializzazione in pittura, nel 2011 vincitrice del premio Ghiggini Arte Giovani di Varese e finalista in altri 4 premi, nel 2012 finalista al Premio Lissone, in questi due anni 4 mostre personali in Lombardia; dal 2007 al 2013 ha partecipato a 23 mostre collettive, una in Belgio nel 2010, una in Turchia nel 2012.
Masson e Bato: luminosità ambientale e leggerezza calligrafica
Molto diverse le opere degli altri due artisti, sono vedute ambientali dove non si avverte alienazione e frammentarietà nelle forme e nella densità cromatica, bensì serenità e leggerezza nelle tinte delicate e nella purezza compositiva.
Charlie Masson utilizza linee al posto di strati materici, tracce sottili in un contesto luminoso bianco e celeste, le sue vedute rurali e urbane sono state accostate alle rappresentazioni solari delle tranquille residenze della provincia americana nella serenità del vivere quotidiano di Edward Hopper. D’altra parte, Masson è nato a New York, quindi l’influsso americano è pertinente, si è laureato nella School of the Art Institute di Chicago e ha conseguito il Master al Camberwell College of Arts di Londra; nel 2010 ha ottenuto una borsa di studio alla Royal Drawing School. E’ un artista internazionale, dal 2007, 20 mostre collettive, di cui 10 a Londra e 4 a New York, e 2 personali, a Parigi nel 2013 e a Miami nel 2015.
Il quinto artista, che espone nella seconda sala dello spazio espositivo, è Daniele Battocchi, in arte Bato, romano, con formazione umanistica oltre che artistica, da dieci anni realizza originali performance pittoriche con musicisti jazz allo Smoker’S Hot Club di Roma. Ha compiuto viaggi in Europa e in Sud America, che hanno contribuito al suo stile basato sull’improvvisazione in una immediatezza documentaria resa con la china e l’acquerello. Vediamo ampie superfici bianche in un approccio calligrafico che a volte viene interrotto da grandi macchie per l’impulso del momento, sono opere “Senza titolo” aperte all’interpretazione e alla fantasia dell’osservatore.
La sua appare una visione espressionista in quanto manifesta all’esterno le pulsioni interiori, ma la leggerezza, la forma stilistica delicata e rarefatta, è molto diversa da quella degli espressionisti in senso stretto.
Con Bato si concludono le “differenti vie” della mostra, in una convergenza sul tema esistenziale nell’attuale contesto urbano e ambientale, dove le differenze maggiori, oltre a quelle stilistiche e di contenuto, risiedono nelle visioni contrastanti dell’alienazione e della serenità, compresenti nella vita. Sono, in fondo, gli opposti moti dell’animo che la realtà odierna suscita in noi a seconda di come vediamo ciò che è fuori di noi per le motivazioni profonde che sono dentro di noi.
Info
Galleria RvB Arts, via delle Zoccolette 28 e Antiquario Valligiano, via Giulia 193, Roma, orario di negozio, domenica e lunedì chiuso, ingresso gratuito. Tel. 06.6869505, cell. 335.1633518, http://www.rvbarts.com/. Cfr., in questo sito, i nostri precedenti 13 articoli sulle mostre di “Accessible Art” organizzate da Michele von Buren in RvB Arts: nel 2015 il 25 dicembre, 9 novembre, 26 giugno e 3 aprile, nel 2014 il 17, 27 giugno e 14 marzo, nel 2013 il 5 novembre, 5 luglio e 21 giugno, 26 aprile e 27 febbraio; nel 2012 il 10 dicembre e 21 novembre. Per la citazioni del testo cfr., in questo sito, i nostri articoli sulle mostre di Sironi 2 novembre e 7 gennaio 2015, 1, 14 e 29 dicembre 2014, Ottieri 11 maggio 2015, Bergamini 6 dicembre 2013, Warhol 15 e 22 settembre 2914, sul Barocco 23, 30 giugno e 4 luglio 2015; in “cultura.inabruzzo.it” per Hopper 12 e 13 giugno 2010 (tale sito non è più raggiungibile, gli articoli saranno trasferiti in questo sito).
Foto
Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante all’inaugurazione della mostra nella galleria RvB Arts, si ringrazia l’organizzazione, e in particolare Michele von Buren, con gli artisti titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. In apertura, un’opera di Fabio Imperiale; seguono un’altra sua opera e due opere di Annalisa Fulvi; poi, due opere di Arianna Matta; quindi, due affiancate di Charlie Masson; inoltre due opere di Bato; in chiusura due affiancate di Fabio Imperiale.